L'accordo prevede che il Papa venga riconosciuto come capo dei cattolici cinesi, ma i vescovi vengano nominati dal governo. In pratica il cattolicesimo cinese finirebbe nelle grinfie di un regime sanguinario, che fucila gli oppositori negli stadi e schiavizza milioni di persone nei laogai.
A dare notizia del ruolo chiave di McCarrick è il Catholic Herald. I contorni del potere di questa figura sono quindi sempre più delineati.
Link al Catholic Herald
Con un sorriso amaro, leggiamo che McCarrick in un'intervista dice che "the similarities between Pope Francis and Xi Jinping could be “a special gift for the world.”. Cioè le affinità fra Papa Francesco e Xi Jinping sarebbero un regalo speciale per il mondo. Affinità de che? Bergoglio potrebbe offendersi, a onor del vero.
Segnaliamo inoltre che il 3 settembre il nostro Aurelio Porfiri in uno dei suoi dispacci dalla Cina, diceva ( su Tosatti):
"In una visita di cortesia con il cardinale Zen a Washington, l’allora cardinale McCarrick avrebbe agito contro questa visita cercando di impedire al Cardinale Zen di incontrare il presidente americano. Del resto Simon ha segnalato in altre occasioni i rapporti stretti di McCarrick con la Chiesa patriottica cinese. Insomma, in tutto quello che accade c’è un disegno coerente. McCarrick è stato uno dei negoziatori che si recava spesso in Cina, come anche confermato da questa intervista a lui fatta da Gianni Cardinale nel 2005. Se confermato quanto detto da Mark Simon, egli aveva sposato già prima del presente pontificato la linea che poi sembra essere prevalente da qualche anno a questa parte, “l’accordo sfavorevole” che nella mente di alcuni sembra essere la soluzione migliore per risolvere questa crisi. Ma la recente crisi che vede proprio McCarrick come protagonista, sembra per il momento aver messo in ombra il problema con la Cina".
Cosa dobbiamo commentare? Altro che vita ritirata e di preghiera. Questo era una delle eminenze grigie.
Pubblicato il 18 settembre 2018

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