di Roberto De Albentiis
Di recente ho parlato con una militante LGBT (bontà sua si definisce cattolica, anche se mi ha citato solo Don Gallo e Alberto Maggi, mentre io citavo semplicemente ed esclusivamente il Vangelo, molto più che il Magistero, nello specifico quello di Pio XI) che difendeva quella porcheria di manifestazione blasfema del Pride Village di Perugia, di cui tutti ormai sanno e sul quale ho provato in camera caritatis a farla riflettere invano; capisco pure la voglia di irrisione e irriverenza della “cultura” atea e laica, di cui quella LGBT è solo l’ultima mutazione genetica, per quanto la più indisponente, ma trovo personalmente da cascabraccia il fatto che una persona, almeno nominalmente, cattolica appoggi ciò, ma del resto, purtroppo, ciò è il frutto coerente dell’antropocentrismo e dell’ottimismo e del dialogo ideologico inseritisi nella Chiesa a seguito del Vaticano II: se il mondo non va più ammonito e convertito, ma bisogna dialogare, anzi, bisogna accettare tutto, perché non accettare allora anche il nuovo dogma arcobaleno, anche se blasfemo come in questo caso, o il dogma immigrazionista?
Ciò che mi ha invece molto addolorato era la sua profonda ignoranza della devozione al Sacro Cuore di Gesù (“Ma cos’è questo cuore?” mi aveva scritto), ciò che un tempo era indice sicuro di cattolicità ora è eclissato: lasciamo perdere pure le ripercussioni politiche, con i militi vandeani, carlisti, cristeri e rexisti che avevano il Sacro Cuore come emblema, perché la politica, come ogni ambito umano, anche se nobile, è finita e limitata, ma fino a cinquanta-sessant’anni fa, e anche qui torniamo purtroppo al Vaticano II, era prassi normale per un fedele o una famiglia cattolici affidarsi al Sacro Cuore di Gesù, tanto che, pur anche in una certa ignoranza o superficialità, si era cattolici se si teneva una sacra immagine del Cuore Divino in casa o se si facevano i primi nove venerdì del mese; e oggi? Quanti sanno dei nove venerdì, delle comunioni riparatrici, delle giaculatorie e delle immagini del Sacro Cuore? Tranne poche persone anziane, ancora memori delle catechesi ricevute in età da catechismo, nella Chiesa di oggi, così “aperta” e “misericordiosa”, non si parla del Sacro Cuore di Gesù e della Grande Promessa. Ma da dove viene la Misericordia di cui si parla tanto (se ne parla, ma non la si applica, almeno per i nemici del nuovo corso ecclesiale), se non dal Cuore aperto di Gesù, da Cui escono sangue ed acqua? E i fedeli che la scoprono, o che si attrezzano per riparare le offese che Egli riceve, come avvenuto di recente a Reggio Emilia, lo fanno il più delle volte da soli e perfino in contrasto con sacerdoti e gerarchi, che parlano a sproposito di “rigidità”, “bigotteria”, “divisione”.
La Grande Promessa che Gesù, nelle Sue apparizioni all’umile visitandina Santa Margherita Maria Alacoque, ha fatto a tutti gli uomini, è un vero e proprio nuovo e restaurato Vangelo, è un compendio dell’amore e della misericordia di Dio, che non si sacrifica una sola volta sulla Croce, ma continua a farlo sugli Altari, nei Tabernacoli, nei Confessionali; il Sacro Cuore di Gesù apparve in un’epoca di freddezza causata dal calvinismo e dal giansenismo, in cui regnavano l’eccessivo timore e il più grande scrupolo, ma che cosa si deve dire oggi, invece, dove regnano in maniera opposta e peggiore il lassismo e la faciloneria più grandi? Si dice che Gesù è amore, sì, certamente, ma l’amore cristiano, forte e sacrificale, proprio nulla ha a che fare con l’amore mondano e arcobaleno: l’amore di Gesù è quello che Lo porta sulla Croce, a morire in Espiazione e in Riscatto per noi, e che fa dire “Chi mi ama, osserva i Miei Comandamenti” e “Chi ascolta voi, ascolta Me” e, soprattutto, “Senza di Me, non potete fare nulla, chi non raccoglie con Me, disperde!”.
Cari sacerdoti, cari vescovi, se tra i fedeli nessuno o quasi conosce più il Sacro Cuore, è anche colpa vostra: al netto dei buoni esempi tra di voi, che ci sono, quanti di voi predicano sul Sacro Cuore, diffondono ed intronizzano la Sua immagine, parlano della Promessa (da integrarsi con il messaggio della Divina Misericordia rivelato a Santa Faustina Kowalska), celebrano con solennità la festa del Sacro Cuore e santificano il mese di giugno? Avete voluto bandire le devozioni, che sono vera e propria teologia per i più semplici, che erano la forza in tempi di ignoranza e soprattutto martirio, e adesso vedete i risultati: fedeli abbandonati non solo a loro stessi e ai loro peccati, ma ai venti del secolo, alle parole d’ordine del mondo e dei media, e che soprattutto non conoscono più niente della retta dottrina e dei grandi mezzi di salvezza che sono la devozione al Sacro Cuore e alla Divina Misericordia. Abbiamo Gesù, un Dio dal Cuore Sacro, Divino, Misericordioso, Eucaristico e Regale, e abbiamo permesso una così grande indifferenza nei Suoi confronti, tanto che molti ignorano questa devozione; davvero, con San Francesco d’Assisi, possiamo dire che “l’Amore non è amato!”. Ma lo ribadisco, voi chierici avete una grande responsabilità, non vorrei francamente essere al vostro posto, e la vostra ignavia, il vostro dialoghismo, anche davanti a gravi fatti come quello di Perugia, saranno forse lodati dal mondo ma non saranno certo dei meriti nei confronti del Sacro Cuore, anzi! Perché se è vero che Questo è “Quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla”, è altrettanto vero che Gesù non resterà per sempre inerte, e che dopo la Misericordia viene la Giustizia, e allora i giochi saranno fatti.
Siamo nell’Ottava del Sacro Cuore, e ormai al termine del mese di giugno, dedicato proprio a Lui: noi laici cerchiamo di crescere in questa devozione e di diffonderla come possiamo, ma voi chierici, per favore, predicatela, fatela tornare cattolica, universale, in tutta la Chiesa, non fate più che, tra fedeli, ci sia ignoranza e soprattutto incomunicabilità al riguardo di questa bella devozione, di questa vera e propria polizza per la vita eterna… che il Sacro Cuore vi guidi e vi benedica, che ci guidi e ci benedica tutti in quest’epoca di cui Padre Pio, grande apostolo e innamorato del Sacro Cuore, diceva che tutto era tenebra!
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