
Per presentare il santo di oggi ho usato l’espressione “capolavoro di Dio”, e ciò per un duplice motivo: ogni santo è, in effetti, un capolavoro di Dio, e lui certo lo fu; la seconda ragione è che, estremamente popolare in Spagna e poi nelle Americhe, fu enormemente raffigurato da numerosi pittori, anche famosi, come il Murillo, un onore toccato a pochi santi.
San Diego d’Alcalà era nato
in Spagna, a San Nicolas del Puerto, minuscolo comune andaluso, nel 1400 circa,
in una Spagna ancora non perfettamente unificata; nonostante sia, come detto,
uno dei santi più popolari nella penisola iberica e nel continente americano (e
da lui prendono nomi città, fiumi e baie, stati federati di varie nazioni), della
sua famiglia e dei suoi primi anni non si sa praticamente nulla.
Iniziata la vita eremitica
nei pressi del suo paese natale, decise di abbandonarla quando la gente,
attratta dalla sua fama di santità, cominciò ad andare da lui sempre più
frequentemente, e allora decise di lasciare tutto e di trasferirsi nel
territorio di Cordova dove, ad Arizafe, fu accolto nel locale convento
francescano; umile frate laico, non sarà mai sacerdote, e volentieri si dedicò
ai più disparati e anche umili lavori nei vari conventi dove era mandato,
acquistando in ognuno di essi una crescente fama di santità.
Promosso predicatore, venne
inviato nelle Canarie, ma, a causa delle irritazioni delle autorità locali per
la sua predicazione, tornò in Spagna; nella primavera del 1450, anno giubilare,
lasciò il suo Paese natale per raggiungere l’Italia, dove, a Roma, assistette
alla canonizzazione di quel grandissimo figlio di San Francesco che fu San
Bernardino da Siena.
Questo umile fraticello
colpì molto i romani per la sua pietà e la sua devozione, ma, nell’estate dello
stesso anno, li colpì ancor di più per la sua santità eroica: scoppiata
un’epidemia di peste, non fuggì da Roma, ma rimase nella Città Eterna per dare
una mano assistendo i romani e i confratelli malati e alleviando le loro
sofferenze; tornato successivamente in Spagna, fu inviato in vari conventi
dell’ordine francescano, dove servì sempre con umiltà, e dove infine morì, ad
Alcalà de Henares nel 1463.
Di San Diego non conosciamo,
come detto, molti particolari della sua vita; non conosciamo nemmeno scritti o
detti particolari; conosciamo solo due miracoli (quello della moltiplicazione
del pane per i poveri e quello degli angeli scesi nella cucina del convento per
aiutarlo), e solo negli ultimi anni di vita; eppure è uno dei santi spagnoli
più popolari (il re Filippo II aveva una grande devozione nei suoi confronti),
e, nel Messale tridentino, la sua memoria era obbligatoria, messa accanto a
quella di santi di peso e molto più famosi.
Ma perché, qual era il suo
segreto? Certamente la sua grande carità, ma, più ancora, la sua grande umiltà:
passò la sua vita nell’umiltà e nel nascondimento (tanto che le sue biografie
sono assai scarne), eppure proprio nell’umiltà e nel nascondimento diventò
grande e acquisì fama di santità. Del resto, era uno dei figli di San Francesco
d’Assisi, e sappiamo bene che il Serafico Patriarca brillava per la sua enorme
umiltà (si considerava un verme della terra, eppure gli fu fatto, da Nostro
Signore, il regalo delle Sante Stimmate, e in visione i suoi compagni seppero
che il trono lasciato vuoto da Lucifero dopo la sua ribellione spettava di
diritto a lui), e così non poteva che essere per un francescano; ancora, sempre
in una visione, Dio mostrò come la pianta dell’Ordine Francescano (che alla Chiesa
ha dato un’enorme, forse la più grande, schiera di santi e beati) sarebbe stata
florida e rigogliosa fino alla fine dei tempi, e San Diego fu un frutto florido
e rigoglioso di tale albero.
La festa di San Diego
d’Alcalà si celebra, nel calendario moderno e in quello francescano (moderno e
tradizionale) il 12 novembre; nel calendario tradizionale si celebra, invece,
il 13 novembre, mentre nel calendario delle Americhe si celebra il 7 novembre. Il
27 maggio si celebra, invece, la sua Traslazione delle Reliquie, mentre il 10
luglio si celebra la sua Canonizzazione.
Con il suo esempio e la sua
intercessione possa questo piccolo e grande santo, umile figlio di San
Francesco, esserci da modello e pregare per noi, per impetrarci le virtù della
carità eroica e della santa umiltà!
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