Abbiamo
avuto tra le mani un brano del libro “Nella
tua tenda per sempre. Storia delle Clarisse. Un’avventura di ottocento anni”
(Porziuncola, Assisi 2005), scritto da M.C. Roussey e M.P. Gounon (vedere qui).
Vi si narra la storia di Caritas Pirkheimer, abbadessa del convento delle Clarisse
di Norimberga al tempo della Rivoluzione Protestante, che si abbatté come un
tornado sulla città e sull’intera Cristianità. Anzi, l'ideologia protestante nacque all’interno della Cristianità e si diffuse sempre più sino a spezzare l’unità cattolica occidentale, arrecando una
gravissima ferita alla Chiesa, che però, essendo di natura divina, continua a sopravvivere. La Rivoluzione Protestante (che
non fu una riforma, come dicono i libri di scuola!) sta a dimostrare che il
pericolo più subdolo e dannoso è quello che viene dall’interno, e ciò invita a
stare sempre allerta di fronte alle minacce che possono sorgere a causa di
motivazioni anche buone o quantomeno condivisibili.
Tornando a noi, tra il 1524 e il 1528, in una Norimberga ormai datasi totalmente ai
seguaci di Lutero, solo il monastero retto da madre Caristas Pirkheimer
resistette saldo nella fede cattolica. Attorno era tutto un tradimento e un
abbandono. Sacerdoti, religiosi e religiose, ammaliati dal protestantesimo,
lasciarono l’abito, tornarono nel mondo e preferirono sposarsi, rinnegando
tutto ciò in cui avevano creduto fino ad allora, e accusando la Chiesa di Roma
di superstizione. Il Santo Sacrificio della Messa venne proibito. Al su posto
si iniziò a celebrare la Cena del Signore, stravolgendo radicalmente il sacro
rito di sempre. I genitori che erano soliti mandare le loro figlie a studiare
nei conventi di suore optarono per tirarle fuori da quelle case, ritenute
prigioni in cui veniva praticato il lavaggio del cervello. Si iniziò ad avere
in gran disprezzo la vita consacrata, vista come improduttiva, inutile e
castrante. Insomma, tutto fu stravolto. Le autorità politiche della città,
passate al luteranesimo, imposero la
“vera” religione a tutti. In nome della libertà di coscienza e della salvezza
dal totalitarismo papista, fu proibito l’essere cattolici.
Ma
le Clarisse di madre Caritas resistettero intrepide. Private dei sacramenti e
costrette a sopportare le prediche di sacerdoti divenuti eretici, non mollarono
e custodirono la fede: grande esempio di donne forti, libere e decise, molto più preparate di tanti uomini che invece
avevano ceduto all’errore. Le Clarisse di Norimberga vantavano infatti una
preparazione teologica e culturale davvero invidiabile, una formazione che
permise loro di rispondere senza dubbi e tentennamenti a tutte le folli accuse
che i cosiddetti riformatori lanciavano contro il Cattolicesimo e la Chiesa di
Roma. Madre Caristas Pirkheimer seppe sempre affrontare degnamente i dibattiti
teologici cui era sottoposta. Difese la retta interpretazione della Sacra
Scrittura, il dogma della transustanziazione, la giusta relazione tra fede ed
opere, l’importanza della verginità consacrata e della vita religiosa
contemplativa, il vero senso del matrimonio, il culto dei Santi, e così via. "I predicatori di Strasburgo - sosteneva l'abbadessa - non considerano il Cristo che un uomo, simile a tutti gli altri uomini. Se noi li ascoltassimo saremmo certamente sulla cattiva strada". E di fronte allo sbandamento di allora, ella preferì attenersi a quanto affermato da s. Vincenzo di Lerino, ovvero si attenne alla Tradizione: "preferiamo restare dove siamo e Dio accordi la sua grazia a noi povere creature". A difesa della vita consacrata, madre Caritas affermò di seguire l'esempio dei primi cristiani, "che possedevano tutte le cose in comune, condividevano tra loro ogni nutrimento e che dimoravano tutto il giorno nel tempio e lodavano Dio". In conclusione, madre Pirkheimer decise di restare nella Chiesa: "niente ci separerà da essa. Noi soffriremo ciò che piacerà a Dio di mandarci; è meglio soffrire a causa del male che consentire a fare del male".
Le minacce si facevano sempre più forti contro queste suore indifese, che però facevano paura. Tutti i vecchi amici del convento si allontanarono; chi era solito frequentarle iniziò a stare alla larga dalle mura della clausura, per timore che potessero incorrere in qualche terribile punizione da parte delle autorità. Si tentò in tutti i modi di far cedere queste intrepide suore, con le buone e con le cattive, con le lusinghe e con gli inganni, con la dolcezza e con la violenza, ma le degne figlie di Santa Chiara furono tutte eroicamente irremovibili. Anche quando una di loro tradì e lasciò l’abito, le altre non scesero a compromessi e, anzi, rafforzarono l’unità e la compattezza, che costituirono la loro forza. Nonostante ormai dominasse un generale rilassamento dei costumi, le Clarisse di Norimberga mantennero la loro austerità, le loro penitenze e la loro preghiera incessante. Alle imposizioni protestanti, esse scelsero la libertà della loro coscienza rettamente formata. Di fronte a queste donne, lo stesso Melantone dovette piegarsi.
Le minacce si facevano sempre più forti contro queste suore indifese, che però facevano paura. Tutti i vecchi amici del convento si allontanarono; chi era solito frequentarle iniziò a stare alla larga dalle mura della clausura, per timore che potessero incorrere in qualche terribile punizione da parte delle autorità. Si tentò in tutti i modi di far cedere queste intrepide suore, con le buone e con le cattive, con le lusinghe e con gli inganni, con la dolcezza e con la violenza, ma le degne figlie di Santa Chiara furono tutte eroicamente irremovibili. Anche quando una di loro tradì e lasciò l’abito, le altre non scesero a compromessi e, anzi, rafforzarono l’unità e la compattezza, che costituirono la loro forza. Nonostante ormai dominasse un generale rilassamento dei costumi, le Clarisse di Norimberga mantennero la loro austerità, le loro penitenze e la loro preghiera incessante. Alle imposizioni protestanti, esse scelsero la libertà della loro coscienza rettamente formata. Di fronte a queste donne, lo stesso Melantone dovette piegarsi.
Queste
suore del XVI secolo sono l’esempio che le donne possono avere un ruolo
decisivo nella Chiesa anche da claustrali e senza sacerdozio femminile o
incarichi particolari. Le ridicole ed eretiche femministe cattoliche di oggi
farebbero bene a tacere e imparare da Caritas Pirkheimer e dalle sue
consorelle, anziché sbraitare sui giornali diocesani, parrocchiali o vaticani
di diritti che non hanno e non potranno mai avere. La resistenza delle Clarisse
di Norimberga ha reso possibile il mantenimento del loro monastero e il ritorno
ai sacramenti. La loro sfida ai protestanti si concluse quindi con una
vittoria.
A
questo punto il lettore che ha avuto pazienza di leggere fin qui si chiederà il
perché di questo articolo dedicato a un argomento così lontano nel tempo e così
marginale. Ebbene, forse si sarà capito che l'ideologia protestante oggi si
chiama neomodernismo ed è ben presente, ahimé, nella Chiesa attuale e usa gli stessi metodi dei cosiddetti riformatori. Non accade forse anche ai giorni nostri ad esempio che, in nome della libertà, si impedisca ai fedeli legati alla liturgia gregoriana di assistere e partecipare alla Santa Messa nella forma straordinaria? Questo è un diritto riconosciuto dalla Chiesa che viene conculcato! Anche oggi, inoltre, ci sono religiose costrette a resistere ad attacchi vergognosi ed eretici
delle autorità: le Suore Francescane dell’Immacolata. Come giudicherà la
storia, tra alcuni anni, la lotta di queste religiose per la libertà di culto e la
fedeltà verso il loro carisma che non si impone a nessuno, ma viene proposto come
vera riforma della vita francescana? Forse saranno proprio le Suore Francescane dell'Immacolata le eroine delle future generazioni, che le ricorderanno con
ammirazione, mentre coloro che oggi predicano il femminismo e il modernismo
spinto saranno inesorabilmente dimenticate.
Pubblicato il 18 agosto 2014
e Francesco I chi è?Lutero o Melantone? Ruggero Romani
RispondiEliminaL'imprudenza di molte infelici espressioni del Papa, la libertà e la faciltà con cui agisce spesso in modo "originale", nonché la teatralità dei raduni in Piazza San Pietro, dove intervengono, fra l'altro, persone che abitualmente non mettono piede in Chiesa, lasciano trasparire quantomeno un bel po' di presunzione. E poi perché insiste col non parlare dei Cristiani perseguitati? E' davvero così cieco? Teme il peggio? Ma se non si fa nulla, il peggio certamente arriverà. Basterà aspettare
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