Con questo articolo inizia la sua collaborazione con noi Eleon Borlini che, a dispetto del suo nome (maschile, nda), nasce nelle valli bergamasche alle pendici di quella che i geologi
chiamano “Formazione di Gorno”. A diciannove anni comincia a convivere con le
zanzare milanesi, con cui divide l’appartamento tuttora, dopo gli studi in ingegneria
fisica e nanotecnologie. Appassionato di teologia,
vicino alla spiritualità monfortana e impegnato nella politica locale, cerca di
far convivere il tutto col lavoro nell’ambito della microelettronica.
Il 4 luglio sono state resi noti
i risultati di uno dei più moderni e costosi esperimenti della storia, che ha
impegnato nel corso degli ultimi mesi gli scienziati del Large Hadron Collider
del CERN di Ginevra. La comunità fisica internazionale era da decenni a caccia
di una particella sfuggente, fondamentale per l’edificio stesso della fisica
moderna, il Modello Standard: il bosone di Higgs. Ma perché questo tassello
dell’arazzo del Cosmo è così importante? Il punto sta nell’incredibile (finora
essenzialmente teorica) simmetria che caratterizza il nostro Universo, che
questa particella è in grado di dimostrare…
Chi non ha ancora rimosso del
tutto gli insegnamenti liceali in fatto di equazioni di Maxwell, si ricorderà che esse descrivono il campo elettromagnetico, relazionandolo alle sue
sorgenti, ovvero la carica elettrica per il campo elettrico e la corrente
(cariche in movimento) per il campo magnetico. La forza elettromagnetica è una
delle quattro interazioni fondamentali che muovono il nostro Universo, è
mediata dal fotone ed ha un raggio d'azione infinito a causa della massa nulla
di quest’ultimo. Questa forza, che permette il funzionamento di tutti i nostri
elettrodomestici e più ancora in modo fondamentale consente l'intera chimica, gode
di una legge di conservazione importantissima: la conservazione della carica.
Secondo un teorema molto generale di inizio secolo scorso dovuto a Emmy Noether
[1], una quantità conservata è legata ad una simmetria posseduta dal sistema
per il quale si conserva quella quantità. Per indagare la simmetria del campo
elettromagnetico è necessario fare uso dell'importante concetto di potenziale:
le equazioni infatti ci dicono che è possibile variare localmente il potenziale
(scalare) elettrico mantenendo inalterata la forza agente su una particella in
movimento. Ciò è sostanzialmente possibile perchè nel contempo varia anche
un'altra quantità, il potenziale (vettoriale) magnetico, in modo tale che la
fisica percepita dalla particella non cambia. Questo è il caso più semplice
della cosiddetta "simmetria di gauge", così fondamentale nella fisica
moderna [2]. E' questo fondamentale concetto di simmetria che storicamente fu
alla base delle grandi rivoluzioni del secolo scorso nella comprensione della
fisica dell'Universo e, quindi, in un certo senso, della Mente di Dio.

Sistemato l’elettromagnetismo, restano da
collegare al concetto di simmetria le restanti tre forze note che governano
l’Universo: la forza nucleare debole, che permette il decadimento radioattivo,
la forza nucleare forte, che tra gli altri effetti mantiene uniti i nuclei
degli atomi e la sfuggente gravità. La cornice teorica che racchiude lo scibile
fisico moderno esclusa la forza di gravità è chiamata Modello Standard [3]. Ma
partire da una simmetria per dedurre una conservazione è più complicato per
forze diverse dall'elettromagnetismo. La forza debole, infatti, ha tre
particelle mediatrici, e non solo una. Inoltre, è una forza a corto raggio, e
quindi il suo campo dev’essere generato e “trasportato” da particelle massive.
E' possibile applicare a questa situazione il concetto simmetria di gauge? La
teoria debole, infatti, sarebbe "simmetrica" se le particelle che la
mediano fossero senza massa, come il fotone. Come conciliare questo con le
osservazioni sperimentali, che mostrano la forza debole agire esclusivamente
alle piccole scale atomiche? Si può, a patto di introdurre un campo
scalare, ossia un entità permeante lo spazio, definita da un semplice numero (o
da una funzione scalare) in ogni punto dello spazio stesso, che conduca i
bosoni vettori della teoria debole ad acquisire una massa. Si immagini perciò
lo spazio tassellato in ogni suo punto da un potenziale descritto da una
funzione a forma di "fondo di bottiglia", una collinetta circondata da
un fossato circolare. Si immagini che, ad alte energie, le particelle si
trovino in cima a questa collinetta, ma che con il passare del tempo esse
cadano nella buca lungo un qualsiasi versante della collinetta. Prima, la
simmetria era rotazionale a 360° (lungo l’asse mediano della collinetta), ora
non più. Tale meccanismo che abbassa la simmetria del sistema, comune in fisica
(es. magnetizzazione) viene denominato "rottura di simmetria" [4].
Così probabilmente accadde ai primordi dell'Universo: le particelle erano senza
massa ed avevano sufficientemente energia (temperature elevatissime) per essere
in cima alla collina, e la forza elettromagnetica e debole erano in pratica la
medesima forza (un'unica particella, un insieme di fotone e dei tre bosoni vettori,
mediava tale forza). Ma quando la temperatura scese, con l'espandersi
dell'Universo, la simmetria si ruppe, dando origine da una forza a due distinte
forze [5]. Questo campo che dona la massa ha un'altra proprietà importante: le
equazioni che lo governano ci dicono che esso è la sorgente di se stesso. Le
particelle che lo caratterizzano ci sono perché c'è il campo, e il campo c'è
perché ci sono le particelle. E questo campo è ormai diffusamente noto con il
nome di "campo di Higgs". La sua particella mediatrice, il bosone di
Higgs appunto, è incredibilmente massiva, 126 Gigaelettrovolt (GeV) in unità
energetiche, ovvero 126 volte la massa del protone. Un'energia prossima a
quella del volo di una zanzara, ma concentrata in un punto estremamente
piccolo, meno del diametro di un nucleo atomico. Ed è proprio per accelerare le
particelle per raggiungere tale massa/energia che si sono resi necessari i 27
Km del sincrotrone LHC di Ginevra. Ma il Cosmo possiede simmetrie di livello
ancora superiore. Infatti, ad energie ancora più elevate, e più prossime a
ritroso all'inizio del mondo fisico, il Big Bang, si può stimare l'unificazione
della forza elettrodebole con la forza nucleare forte. E per
differenziarsi, le due forze si appoggiarono ancora al meccanismo di Higgs [3].
Questo campo che permea
l’Universo è fondamentale anche per la materia (composta essenzialmente da
particelle denominate fermioni, come elettrone, protone e neutrone, lasciamo
per ora perdere materia ed energia oscura), oltre che per le forze di interazione
(i bosoni, come il fotone): il suo valore di aspettazione (o valor medio) in
tutto lo spazio è infatti positivo, e tale valore non-zero del vuoto influenza
tutte le equazioni del moto e delle forze che muovono il Cosmo. Interagendo
quasi “viscosamente” con questo campo asimmetrico [6], i fermioni assumono
quindi massa, ancora grazie al meccanismo della "rottura di
simmetria" delle soluzioni delle equazioni che ne governano l'evoluzione
(tecnicamente si parla di rottura della simmetria “chirale” o “di parità”). Il
campo di Higgs, quindi, dona massa alle particelle di materia di cui siamo
costituiti.

[1] E. Noether, Invariante Variationsprobleme. Göttingen 1918, pp. 235-257. Traduzione di M.A. Tavel in Transport Theory and Statistical Mechanics (1971), pp. 183-207
[4] http://crm.sns.it/media/publication/167/simm02.pdf
[5] http://www.asimmetrie.it/modules/smartsection/item.php?itemid=84
[6] http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Tecnologie/2012/07/bosone-infografica%201.pdf
[7] http://video.repubblica.it/dossier/bosone-di-higgs/hack-il-bosone-e-dio/99942/98321
Pubblicato il 20 luglio 2012
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