29 novembre 2024

Red Week



di Fabrizio Cannone


L’associazione «Aiuto alla Chiesa che soffre» (Acs) è stata fondata nel 1947 da un sacerdote olandese, Werenfried van Straaten, chiamato «padre Lardo», con lo scopo di aiutare – spiritualmente, ma anche materialmente – i cristiani in difficoltà, in primis i cattolici tedeschi all’indomani della seconda guerra mondiale.

Diffusasi su tutti i continenti, l’opera continua la sua benefica azione di solidarietà e anche quest’anno, dal 17 al 24 novembre, ha organizzato una settimana «di consapevolezza, informazione e preghiera per i cristiani perseguitati».

L’iniziativa, chiamata Red Week, si tiene «in più di 20 paesi del mondo» ed evidentemente prende il nome dal colore rosso, che ricorda il sangue innocente dei martiri: con quel colore evocativo sono stati illuminati «più di mille edifici» prestigiosi, come cattedrali, palazzi e basiliche. Tra i monumenti illuminati quest’anno il «Parlamento di Westminster a Londra», la «Basilica del Sacro Cuore a Parigi» e la «Sagrada Familia» di Barcellona, mentre in Italia, il Colosseo e la Fontana di Trevi.

Tra Europa, America e Australia ci sono stati oltre «300 eventi» di sensibilizzazione, anche perché l’importante iniziativa dell’Acs da vari anni non si limita alla denuncia delle persecuzioni e delle ingiustizie ai danni dei discepoli del Vangelo, ma si è trasformata «in un movimento internazionale» di risveglio spirituale, culturale e politico, attraverso «veglie di preghiera, testimonianze, conferenze e mostre».

Le città italiane che hanno aderito sono oltre 30: da Roma a Milano, da Ancona a Palermo, da Genova a Rimini. Per esempio nel capoluogo lombardo, a piazza della Scala, il 20 novembre è stato recitato un santo Rosario pubblico, dedicato ai martiri e presieduto da mons. Carlo Azzimonti, con l’accensione di ceri rossi.

Sempre durante le manifestazioni del Red week, i volontari dell’Acs hanno presentato il nuovo rapporto sull’anticristianesimo e la cristianofobia nel mondo, intitolato acutamente «Perseguitati e dimenticati». La ricerca, che si avvale di una documentazione scientifica di prima mano, fa stato della situazione «delle comunità cristiane nei Paesi dove manca la libertà religiosa» e dove i battezzati, cattolici e non, «vivono sotto minaccia».

Si tratta di 18 paesi, piccoli medi e grandi, con cui spesso e volentieri i governi occidentali hanno strettissimi rapporti, facendo finta di non sapere nulla della crudele persecuzione che subisce la «minoranza più discriminata» e meno tutelata del pianeta: dalla Cina all’India, dal Nicaragua alla Corea del Nord, dal Pakistan alla Nigeria.

Secondo l’ultimo report dell’Acs, che ha analizzato la quasi totalità delle nazioni del globo, il «diritto fondamentale alla libertà di pensiero, coscienza e religione» è sistematicamente violato «in un Paese su tre» (31%), ovvero in «61 nazioni su 196».

Una bella novità di quest’anno è il lancio del documentario «Eroi della fede» che raccoglie varie «testimonianze del martirio dei cristiani di oggi», un docufilm «di 26 minuti» che racconta ciò che troppo spesso viene censurato dai media, sensibili solo a certi tipi di discriminazioni, e non ad altri.

Nel documentario e nelle altre conferenze in programma, si parla di tante persecuzioni attualissime, come quella in Burkina Faso, in cui «i cristiani sono divenuti il bersaglio prediletto dei terroristi» i quali detengono ormai quasi «40% del territorio». Si pensi poi al martirio infinito dei cristiani armeni, «cacciati come cani» dalla regione dell’Artshakh», per colpa del vicino «Azerbaïdjan nel 2022» o ai cristiani del Pakistan, considerati sempre più «cittadini di serie B» a cui i terroristi bruciano le chiese, nell’indifferenza del potere.

Sarebbero almeno 360 milioni i cristiani che ogni giorno «rischiano la vita» per la loro coraggiosa «fedeltà al Vangelo» senza che l’Onu e le altre organizzazioni umanitarie facciano granché per mettere fine a questo ennesimo «genocidio silenzioso» che ha spinto papa Francesco ad istituire per il Giubileo del 2025 la «Commissione dei Nuovi Martiri e Testimoni della fede».

In definitiva, questa Red week coi suoi «monumenti rosso sangue» è l’occasione propizia per fare il punto sull’odio anticristiano nel mondo. Cruento e bestiale nei regimi autoritari, ma non raramente sottile e ipocrita, in tanti paesi d’Europa e d’Occidente che mentre fanno finta di non sapere quale sia la minoranza più perseguitata al mondo, straparlano con vanto di sé come «democrazie» e «Stati di diritto».

 

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