24 novembre 2022

Mercoledì rosso per i cristiani perseguitati

di Fabrizio Cannone

Alcuni giorni fa, nell’indifferenza dei media, migliaia di edifici del mondo si sono colorati di rosso per ricordare la violenza anti-cristiana in atto, grazie all’iniziativa della benemerita associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs).

L’associazione è stata fondata nel 1947 dal premostratense olandese Werenfried van Straaten (1913-2003), noto come “padre Lardo”, con la missione di aiutare i cristiani e i sacerdoti perseguitati, a prescindere dall’ideologia dei persecutori.

Dopo l’assistenza dati ai tedeschi sfollati dopo la guerra, per decenni l’Acs si è occupata dei milioni di cristiani che rischiavano ogni giorno la vita sotto il tallone infame del comunismo, dall’Unione sovietica sino a Cuba, alla Corea e alla Cina.

Così il 16 novembre, per l’Acs, è stato il “Mercoledì rosso”: l’illuminazione di colore rosso vivo dei monumenti e palazzi storici delle città, ricorda ai media più spensierati il tributo di sangue che la comunità cristiana continua a pagare, in mezzo mondo, per la propria fede e per le opere di bene che promuove nei 5 continenti.

Il direttore generale dell’associazione umanitaria Thomas Heine-Geldern afferma infatti che “In 50 Paesi più di 200 milioni di cristiani sono oppressi, perseguitati o addirittura uccisi a causa della loro fede”. E 50 paesi sui 200 stati del mondo non è una bazzecola.

Tra i paesi in cui la repressione è “aumentata intensamente” figurano Burkina Faso, Niger, Nigeria e Mali. Ma anche la Corea del Nord e gli immensi spazi dell’India e della Cina, che da sole costituiscono poco meno di 3 miliardi di esseri umani.

Il “Mercoledì rosso” serve a capire, secondo Heine-Geldern, che non è scontato, in vaste porzioni del globo, che “chiunque possa avere una Bibbia o che si possa andare a messa la domenica”.

Il sito dell’Acs afferma che tra gli edifici prestigiosi che negli ultimi anni sono stati illuminati di rosso “ci sono il Colosseo, la Basilica del Sacro Cuore a Parigi, la Fontana di Trevi a Roma, la statua del Cristo Redentore sul Corcovado a Rio de Janeiro” e moltissimi altri.

Quest’anno la parte del leone l’ha fatta l’Austria con l’illuminazione del “Parlamento nell’Hofburg di Vienna, la Karlskirche e la Cattedrale di Santo Stefano”.

E l’Occidente (ex) cristiano in rapporto alla cristianofobia di Stato come si colloca? A questo proposito non è banale la riflessione del presidente Heine-Geldner. Il quale nota che se da noi non c’è in generale una repressione violenta dei cristiani, “preoccupa la confusione sul concetto di diritti umani”. Ad esempio, nelle delicate questioni bioetiche, quando cioè “il diritto umano di praticare la religione è limitato dal diritto umano all’autodeterminazione”.

Attenzione quindi alle varie leggi Zan sempre dietro l’angolo (e ben sostenute dall’Ue), e alla proclamazione e perfino costituzionalizzazione dei presunti diritti di aborto e di eutanasia. Forieri, tra l’altro, di intolleranza anticristiana e di una compressione della libertà religiosa dei credenti.

 

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