18 settembre 2022

Chi votare 2022/3. Discernere collegio per collegio

di Daniele Laganà

Se dovessi indicare il partito che in assoluto sia più conforme alla dottrina sociale della Chiesa, con ogni probabilità la mia scelta ricadrebbe su Democrazia e Sussidiarietà, la formazione politica di recente costituzione guidata da Andrea Brenna e sorta da una scissione dal Popolo della Famiglia, in dissenso con la linea libertaria adottata da Mario Adinolfi relativamente alla gestione della pandemia.

Nelle scorse amministrative Democrazia e Sussidiarietà si è presentata da sola o in coalizione con il centrodestra riscuotendo un buon risultato, se si considera la giovanissima età di tale realtà politica, e in corrispondenza delle attuali elezioni politiche ha siglato un accordo con Forza Italia, la quale ospita alcuni suoi candidati all’interno delle proprie liste, dopo un iniziale tentativo non andato in porto di prendere parte a Noi Moderati, anch’essa inserita nell’alveo della coalizione di centrodestra.

Invece il Popolo della Famiglia ha scelto di presentarsi nella lista Alternativa per l’Italia insieme ad Exit, formazione guidata da Simone Di Stefano, noto per essere stato a capo di CasaPound, ma oltre al mutamento non indifferente dall’identità originaria del PdF, occorre rilevare come la lista non sia riuscita a presentarsi in un significativo numero di circoscrizioni elettorali, compresa quella in cui vota il sottoscritto, nonché i risultati ottenuti nelle scorse tornate elettorali rendono assai irrealistica l’ipotesi del raggiungimento della soglia di sbarramento, pertanto l’insieme di queste motivazioni mi portano a non prenderla in considerazione come possibile scelta.

Al netto di quanto appena scritto in merito ad Alternativa per l’Italia, analizzando nel complesso gli orizzonti ideali delle coalizioni e delle principali liste che si presentano a questo appuntamento elettorale, occorre rilevare come solamente il centrodestra sembra proporre una prospettiva assiologica non apertamente ostile alla dottrina sociale della Chiesa, mentre tanto il centrosinistra quanto il terzo polo e il Movimento 5 Stelle si fanno espliciti promotori della deriva antropologica, sostenendo senza remore una moltitudine di provvedimenti e iniziative che incrementerebbero ulteriormente la distanza tra l’ordinamento italiano e la legge morale naturale.

Relativamente al centrodestra, invece, è necessario sottolineare come alla chiara contrarietà ai progetti portati avanti dai propri avversari nella direzione di un’involuzione antropologica della legislazione non si aggiunga il coraggio necessario per porre rimedio le gravi ferite inferte al bene del nostro popolo dal nostro Parlamento: infatti, non solo le quattro liste di centrodestra, pur riconoscendo il valore della vita dal concepimento alla morte naturale, hanno escluso in maniera categorica l’abrogazione o quanto meno la modifica della 194 (all’interno del centrodestra, solo Democrazia e Sussidiarietà ha espresso il proprio netto sostegno all’abrogazione di tale legge), ma si è arrivati all’assurdità che Fratelli d’Italia, sedicente paladina della coerenza politica, dopo aver giustamente votato contro al ddl Cirinnà in Parlamento, ora scriva a chiare lettere nel proprio programma che ha intenzione di mantenere le unioni civili.

Nonostante apprezzi e sostenga Democrazia e Sussidiarietà per il suo impegno e il suo coraggio e speri di cuore che possa divenire presto un partito protagonista nella nostra arena politica, ciò non si traduce in un voto automatico a Forza Italia, bensì il criterio che intendo adottare è valutare attentamente quali siano i candidati delle singole liste del centrodestra all’interno del proprio collegio plurinominale e scegliere la lista i cui candidati eleggibili (cioè i primi candidati che non siano anche schierati in collegi uninominali “sicuri”) siano più affidabili nell’attuazione della dottrina sociale della Chiesa, eventualmente votando due liste diverse tra Camera e Senato.




 

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