15 ottobre 2020

Se la vicenda Pell ridà coraggio alla Chiesa


Il cardinale Pell è tornato in Vaticano ed è stato ricevuto dal Papa. Il porporato è stato assolto da tutte le accuse di pedofilia, che gli erano state rovesciate addosso nell'ambito di una macchinazione dai contorni ancora tutti da scoprire. Ha combattuto, per ristabilire la verità e per non perdere la propria dignità di uomo di Chiesa. 

Da questa vicenda possiamo trarre alcuni insegnamenti importanti. L'approccio degli ultimi vent'anni riguardo gli abusi sessuali nella Chiesa è stato errato sotto molti aspetti, soprattutto nel momento in cui di fronte a palesi persecuzioni contro sacerdoti innocenti, nulla è stato fatto per difenderli, in ossequio al "metodo Spotlight", che prevede come vere tutte le accuse a sacerdoti fino a prova contraria.   Nel frattempo alcuni personaggi realmente abusatori sono stati protetti, salvo poi scusarsi nel momento in cui la verità veniva a galla. Il danno quindi è stato doppio. La Chiesa oggi deve prendere la decisione di invertire la rotta e iniziare a difendere effettivamente i propri uomini nei tribunali, laddove le accuse sono incongruenti, senza mandarli allo sbaraglio. Laddove invece esiste una ragionevole certezza che le accuse siano vere, deve calare una mannaia impietosa.

Il cardinale Pell già prima di essere indagato fece una battaglia al riguardo, per difendere in tribunale i sacerdoti accusati, svelando la strumentalità di molte accuse, volte solo a chiedere risarcimenti.
Per questo ha pagato, ma è stato poi riabilitato, così come dovrà essere riabilitata tutta la Chiesa da questi anni di scandali.



 

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