11 luglio 2019

San Benedetto, Vincent Lambert e la morte dell'Europa

di Roberto de Albentiis
Prendendo spunto da una festa già celebrata da secoli nell’Ordine Benedettino, soprattutto nei monasteri francesi, Papa Paolo VI, nel 1964, inserì nel Messale romano la festa del Patrocinio di San Benedetto, contestualmente alla sua proclamazione a Patrono d’Europa; col tempo, nel calendario e rito riformati, essa divenne l’unica festa di San Benedetto, mentre nel corrispettivo tradizionale le feste erano due, a marzo e appunto a luglio.

Purtroppo quello che doveva segnare un rilancio del monachesimo e dell’identità cristiana europea, pur con i migliori voti e auspici, non ha dato i suoi frutti: l’Ordine Benedettino (o meglio, la sua componente maggioritaria, perché le abbazie tradizionali, come ad esempio quella di Le Barroux, stanno benissimo) si è trovato ad affrontare una grossa crisi; basti pensare alla figura di Rembert Weakland, uno dei membri della c.d. mafia gay e accanito riformatore iconoclasta, che era benedettino, oppure alla figura dell’ex abate di Montecassino Pietro Vittorelli, esclaustrato dopo torbide vicende di escort, droga e riciclaggio di denaro, o, infine, al fatto che del suo antico territorio la stessa Montecassino possiede ormai quello corrispondente all’Abbazia, mentre il resto è stato assegnato alla vicina diocesi di Sora.

Non parliamo nemmeno invece dell’Europa cristiana, che si ritrova ad essere un fantasma di sé stessa; uno dei continenti in cui il cristianesimo si è strutturato e da cui è partito, dopo Gerusalemme, a conquistare e civilizzare il mondo in nome di Cristo, è ridotto ad una cloaca di ateismo, laicismo e dirittumanismo. Basti pensare all’emblematica immagine della Basilica di San Benedetto a Norcia dopo il terremoto del 2016: mentre la facciata, pur pericolante, era ancora in piedi, dietro di essa tutti i muri e gli interni erano crollati, lasciando solo il vuoto. Segno, questo, tanto di una Chiesa quanto di un’Europa di cui forse sono rimaste le vestigia esterne, ma le cui vestigia interne sono irrimediabilmente crollate; di una Chiesa e di un’Europa delle quali la fede e il monachesimo erano il lievito, un lievito che era seccato ben prima del Vaticano II, che ha pur dato un colpo fatale. Perché un’Europa, ma soprattutto una Chiesa senza monaci, sono destinati ad inaridirsi; qual è il ruolo del monachesimo nella Chiesa di oggi? Dove sono i monaci e le monache, dov’è il loro particolare ed esclusivo carisma orante? Perché senza preghiera nulla potevano fare i monaci benedettini che civilizzarono l’Europa e salvarono le vestigia del mondo classico.

E per singolare coincidenza proprio oggi, 11 luglio 2019, è morto il malato francese Vincent Lambert, dopo un processo di eutanasia imposta dallo Stato francese e da alte corti francesi ed europee; non è solo la morte del povero Vincent Lambert, ma in generale dei malati e dei disabili, non più amati, curati, accuditi, nell’Europa cristiana (e pure in quella comunista, che pur era atea e materialista), ma uccisi, in nome del “diritto”, dei “diritti umani”, del “best interest”, nell’Europa liberale, democratica, dei diritti, nel “miglior mondo possibile” che ci ha garantito “80 anni di pace” (eterna?). Ma è soprattutto la morte dell’Europa, dell’Europa cristiana come la conoscevamo; non che tale atto sia il primo, ma, simbolicamente e significativamente, conferma tale morte, una morte prima spirituale che morale e materiale.

E in tale Europa non potrà aver posto nessun concetto di umanità e di carità, in generale tale Europa non potrà più essere se non ritornerà cristiana, cristiana integralmente, prima ancora nella mentalità e nella società che nelle leggi, che sono solo l’ultima conseguenza di ciò; e il sovranismo, pur rappresentando una reazione e un ritorno al buon senso dopo decenni (se non secoli) di liberalismo, non è una soluzione piena e integrale, poiché essa è solo nel cristianesimo. Ma anche il cristianesimo, come ridotto oggi, a mero livello sociale, orizzontale, umanistico e antropocentrico, quale alternativa può rappresentare? In una Chiesa in cui non sono più presenti (e da molto, da ben prima del Vaticano II, che ha rappresentato il culmine di tale processo) l’ascetismo e il monachesimo, in cui non è presente la sua parte orientale (e ci si ricordi che San Basilio, uno degli iniziatori del monachesimo bizantino e cappadoce, è l’unico e più citato Padre da parte di San Benedetto nella sua Regola), cosa potrà esserci ancora di buono?



 

0 commenti :

Posta un commento