04 gennaio 2019

Carlo d'Asburgo e i santi Imperatori

di Franco Ressa
Anche tra gli imperatori c’è qualche santo. Il primo e più famoso è Costantino, colui che all’inizio del IV secolo diede finalmente la libertà di culto ai cristiani e fece finire la lunga e sanguinosa epoca delle persecuzioni e dei martirii nell’impero romano. Tuttavia è anche il più controverso, poiché la sua canonizzazione è stata riconosciuta solo dalla chiesa greco ortodossa. La chiesa cattolica non gli riconosce l’aureola di santo, a ragione poiché come uomo di potere troppo spesso fece eliminare i suoi colleghi imperiali, e pure un suo figlio e la propria stessa moglie, accusati di tramare contro di lui.

Altro imperatore santo è Enrico II di Baviera, al potere tra il 1002 e il 1024. La sua vita fu devota ed esemplare, rifiutò persino di divorziare dalla moglie Cunegonda, santa pur essa, rispettandola anche se non poteva dargli eredi. Ciò malgrado si trovò coinvolto in guerre, come quella contro il re d’Italia Arduino d’Ivrea.
Da allora, per quasi novecento anni nessuno degli imperatori del Sacro Romano Impero, poi diventato impero di Austria e Ungheria, avrà la gloria degli altari, a riacquistarla sarà proprio l’ultimo tra essi.

Carlo di Asburgo nasce nel 1887, è uno dei tanti parenti del grande sovrano Francesco Giuseppe, che malgrado la perdita del predominio sull’Italia a causa del Risorgimento, riesce a consolidare il dominio imperiale nell’Europa centro orientale. Ma il suicidio del cugino Rodolfo figlio di Francesco Giuseppe (1889), seguiti dalla morte dello nonno Carlo Ludovico (1896) e dall’assassinio dello zio Francesco Ferdinando (1914) Lo fanno diventare erede al trono.
Carlo è stato un ragazzo diligente, studioso, serio e molto religioso, nel 1911 ha sposato una principessa italiana, Zita di Borbone, figlia dell’ultimo duca di Parma. Non è stato un matrimonio combinato, ma un vero innamoramento, e tra i due ci sarà sempre grande intesa e collaborazione. Nasceranno ben otto figli e i due saranno genitori affettuosi e premurosi. Subito dopo le nozze Carlo e Zita sono a Roma, e il Papa Pio X, futuro santo, comprende l’indole dei novelli sposi e li definisce un dono della provvidenza di Dio per tutta la nazione dell’Austria-Ungheria.

Dopo l’attentato costato la vita a Francesco Ferdinando, dall’agosto 1914 l’Europa è in guerra. Carlo dimostra buone qualità come militare e comandante, ma aborrisce le atrocità, e si infuria quando viene informato dell’uso dei gas asfissianti, giustamente un crimine contro l’umanità.
Il 21 novembre 1916 all’età di 86 anni muore il prozio Francesco Giuseppe. Carlo eredita un trono ed una corona quanto mai traballanti. L’esercito austro ungarico ha perduto centinaia di migliaia di uomini, solo l’alleanza con la Germania evita una sua totale sconfitta. Le numerose etnie dell’impero si agitano, chiedono autonomia e minacciano la secessione. Il giovane imperatore capisce che l’unica possibilità di salvezza è portare il suo paese fuori da quella devastante guerra mondiale, come cattolico può contare sull’appoggio del Papa Benedetto XV, che lancia appelli per la fine dell’”inutile strage”, ma le iniziative non hanno successo. L’Austria-Ungheria sopravvive con l’aiuto tedesco, e i militaristi germanici sono convinti di poter vincere, seppure a costo di milioni di vittime ed immense distruzioni.

Alla fine del 1917 la situazione sembra sbloccarsi. L’Italia è battuta a Caporetto e la rivoluzione d’ottobre mette la Russia fuori causa come nemico, ma in pochi giorni gli italiani possono riorganizzarsi e difendersi sul Piave e sul monte Grappa, e Carlo vede Lenin e il comunismo russo come un pericolo ancor maggiore per l’Europa orientale. Infine, la battaglia di Vittorio Veneto alla fine di ottobre 1918 mette definitivamente in rotta l’esercito, l’impero si sbriciola, e pure l’Austria e Vienna dichiarano la repubblica.

Per la famiglia Asburgo inizia così l’esilio, in Svizzera, poi in Ungheria, infine nell’isola portoghese di Madera in mezzo all’oceano Atlantico. Non abita più in un palazzo ma in una modesta casetta, eppure Carlo e Zita non si abbattono, sanno che la loro disgrazia porta il vantaggio della fine della guerra e delle stragi, e per il resto si affidano alla divina provvidenza. 
Il clima marittimo non giova alla salute degli ex monarchi montanari, nel marzo 1922 Carlo prende una polmonite, che in pochi giorni lo porta alla tomba. Lo assistono la moglie ed i figli, le sue ultime parole sono: “Desidero vediate come muore un cattolico”.
Così finì l’ultimo imperatore, che portava lo stesso nome del primo: Carlo Magno. Quest’ultimo nel medioevo era ritenuto santo, ma non formalmente. la Chiesa invece ha dichiarato beato Carlo d’Asburgo il 3 ottobre 2004, e Papa Giovanni Paolo II così lo elogia: “Rappresenta un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica”.
Anche Zita, vissuta fino al 1989 è oggi “serva di Dio”, così la loro ricorrenza è stata unificata, non il giorno della morte, ma il 21 ottobre data del loro matrimonio.

   

1 commento :

  1. come tutti sanno Costantino il Grande non è un santo, né in senso canonico né in quello personale...

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