Di umili origini (nacque il 3 febbraio 1753 in una famiglia di poveri mugnai, a Bathelémont, in Lorena), il generale Jean Nicolas Stofflet compì una rapida e lauta carriera militare nell'esercito svizzero, prima, e in quello francese, successivamente. Profondamente devoto alla Chiesa Cattolica e ai valori della monarchia, nel 1789, quando scoppiò la Rivoluzione, si unì ai ribelli vandeani. Prese parte alle più importanti battaglie e riportò notevoli vittorie sui reggimenti repubblicani. Venne nominato Generale Maggiore, premiando le sue abilità militari, ma il suo carattere freddo e autoritario gli impedirono di ottenere un ampio consenso fra lo stato maggiore vandeano e i suoi uomini. Era sì un fine stratega, ma la sua ambizione lo condussero a scontrarsi con gli altri graduati (in particolare con il generale François de Charette). Non tollerava contraddizioni e tendeva a non rispettare i piani di guerra e i trattati con il nemico. Fu così che, disattendendo ad una tregua che l'esercito vandeano aveva firmato con i repubblicani (Trattato di Saint-Florent-le-Vieil, 2 maggio 1795), riprese le ostilità. Sobillato dai consiglieri del conte di Provenza, il futuro re Luigi XVIII di Borbone, che lo promossero Maresciallo di Campo dell'esercito cattolico, sfidò a campo aperto il nemico, ma venne arrestato e condannato a morte da un tribunale militare. Fu fucilato ad Angers, una cittadina della Loira, il 22 febbraio 1796. Pubblicato il 27 maggio 2018
La vandeana. Stofflet
di Alfredo Incollingo
Di umili origini (nacque il 3 febbraio 1753 in una famiglia di poveri mugnai, a Bathelémont, in Lorena), il generale Jean Nicolas Stofflet compì una rapida e lauta carriera militare nell'esercito svizzero, prima, e in quello francese, successivamente. Profondamente devoto alla Chiesa Cattolica e ai valori della monarchia, nel 1789, quando scoppiò la Rivoluzione, si unì ai ribelli vandeani. Prese parte alle più importanti battaglie e riportò notevoli vittorie sui reggimenti repubblicani. Venne nominato Generale Maggiore, premiando le sue abilità militari, ma il suo carattere freddo e autoritario gli impedirono di ottenere un ampio consenso fra lo stato maggiore vandeano e i suoi uomini. Era sì un fine stratega, ma la sua ambizione lo condussero a scontrarsi con gli altri graduati (in particolare con il generale François de Charette). Non tollerava contraddizioni e tendeva a non rispettare i piani di guerra e i trattati con il nemico. Fu così che, disattendendo ad una tregua che l'esercito vandeano aveva firmato con i repubblicani (Trattato di Saint-Florent-le-Vieil, 2 maggio 1795), riprese le ostilità. Sobillato dai consiglieri del conte di Provenza, il futuro re Luigi XVIII di Borbone, che lo promossero Maresciallo di Campo dell'esercito cattolico, sfidò a campo aperto il nemico, ma venne arrestato e condannato a morte da un tribunale militare. Fu fucilato ad Angers, una cittadina della Loira, il 22 febbraio 1796. Pubblicato il 27 maggio 2018
Di umili origini (nacque il 3 febbraio 1753 in una famiglia di poveri mugnai, a Bathelémont, in Lorena), il generale Jean Nicolas Stofflet compì una rapida e lauta carriera militare nell'esercito svizzero, prima, e in quello francese, successivamente. Profondamente devoto alla Chiesa Cattolica e ai valori della monarchia, nel 1789, quando scoppiò la Rivoluzione, si unì ai ribelli vandeani. Prese parte alle più importanti battaglie e riportò notevoli vittorie sui reggimenti repubblicani. Venne nominato Generale Maggiore, premiando le sue abilità militari, ma il suo carattere freddo e autoritario gli impedirono di ottenere un ampio consenso fra lo stato maggiore vandeano e i suoi uomini. Era sì un fine stratega, ma la sua ambizione lo condussero a scontrarsi con gli altri graduati (in particolare con il generale François de Charette). Non tollerava contraddizioni e tendeva a non rispettare i piani di guerra e i trattati con il nemico. Fu così che, disattendendo ad una tregua che l'esercito vandeano aveva firmato con i repubblicani (Trattato di Saint-Florent-le-Vieil, 2 maggio 1795), riprese le ostilità. Sobillato dai consiglieri del conte di Provenza, il futuro re Luigi XVIII di Borbone, che lo promossero Maresciallo di Campo dell'esercito cattolico, sfidò a campo aperto il nemico, ma venne arrestato e condannato a morte da un tribunale militare. Fu fucilato ad Angers, una cittadina della Loira, il 22 febbraio 1796. Pubblicato il 27 maggio 2018
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