Mentre, dopo la morte del Maestro , i suoi discepoli erano dispersi, come Tommaso e i due incamminati sulla via di Emmaus, o se ne stavano rintanati come ratti in qualche sagrestia, avvenne l’imponderabile. Una forza sovrumana, per la prima volta nella storia dell’antropologia umana, ruppe il meccanismo di menzogna Satanico.
Il Nazareno era morto , nulla di più facile che dipingerlo come un uomo rivoluzionario, un precursore che aveva portato scompiglio nella società e che per questa sua indubbia colpa era stato ucciso. Un grande maestro, senza dubbio, forse il più grande, meritevole di entrare nell’Olimpo a fianco di Zeus e Apollo, Eracle ed Asclepio.
Il Demonio era indubbiamente rassicurato dall’aver elegantemente chiuso quella imbarazzante parentesi di Dio in terra con il solito trucco: facendolo cioè, ironia della sorte, ammazzare proprio da coloro che Egli era venuto ad ammaestrare. Lucifero aveva visto con soddisfazione scuotersi le fondamenta stesse della terra al seguito del più grande atto blasfemo della storia, aveva provocato l’uccisione dell’Innocente, di Dio, non l’ennesimo innocente della lista, che andava solo ad ingrassare le presenze agli inferi.
Il Diavolo, dicevamo , dopo aver contemplato con soddisfazione l’oscura fine di quell’orrido esperimento che aveva messo in dubbio il suo stesso dominio, [45] venne bruscamente risvegliato dalla notizia che il giorno di sabato provenne dal Regno Eterno: “Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea.” [46]
Improvvisamente intuì ciò che Paolo scrisse successivamente nella lettera ai Colossesi: “Egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.” [47]
Satana comprese con rabbia il vero trionfo : romano, militare, della Domenica di Pasqua. Beffato e sconfitto veniva trascinato per le strade del mondo, per le strade della Storia. La menzogna propagandata da principati e potenze finalmente veniva disvelata di fronte agli occhi di tutti: il Demonio, nudo, mostrato come una scimmia alla berlina dei suoi sudditi. Tutto ciò che aveva faticosamente costruito nel passato era svelato nella sua menzogna, tutto ciò che avrebbe potuto architettare nel futuro, descritto nell’intimo del suo perverso meccanismo.
La vittima immolata è innocente! Qualunque vittima sia mai stata o sarà mai immolata di fronte al desiderio degli uomini è stata e sarà sempre innocente! Nella vittima immolata, Dio.
Nessuna falsa mitologia avrebbe potuto trionfare poiché, con l’aiuto di Dio, la notizia doveva essere destinata ad essere scritta e tramandata; a poco sarebbero valsi i goffi tentativi di corrompere col denaro le guardie per addossare una nuova menzogna sui discepoli: lo sporco segreto di Satana veniva ora gridato dai tetti e Lucifero, pura intelligenza, comprese nella sua ira che la notizia, come una freccia, avrebbe presto fatto il giro del mondo. [48]
Di lì a poco , il tempo per le donne di raggiungere Pietro e Giovanni e di radunare tutti i discepoli, accadde proprio ciò che Satana aveva intuito:
“Il terzo giorno dopo la Passione , tuttavia, i discepoli dispersi si riuniscono di nuovo attorno a Gesù, che essi vedono come resuscitato. Avviene in extremis qualcosa che nei miti non avviene mai: fa la sua comparsa una minoranza contestataria, che risolutamente insorge contro l’unanimità persecutoria, la quale in tal modo non è più che una maggioranza, sempre schiacciante dal punto di vista numerico, ma ormai incapace, come sappiamo, di imporre a tutti la sua ‘rappresentazione’ di ciò che è successo.” [49]
Come in un racconto di Flannery O’Connor , la Grazia opera, misteriosamente, nel territorio del Diavolo; entra prepotentemente nella storia operando la conversione di coloro che cercano Dio. [50] Gesù Cristo ha compiuto il miracolo:
per la prima volta, la Storia la scrivono i vinti. [51]
Pensate allo scorno del Demonio che aveva inconsapevolmente provveduto a preparare la sua stessa disfatta, aveva firmato la sua stessa condanna inchiodando alla croce la prova delle sue menzogne, era stato battuto al suo stesso gioco.
Se avesse potuto intuire prima la beffa cui andava incontro, non avrebbe mai lasciato crocifiggere quel Galileo. [52]
0 commenti :
Posta un commento