di Alfredo Incollingo
Era una storia dall'esito prevedibile purtroppo e alla fine ce l'hanno fatta: il piccolo Charlie Gard non ha diritto di vivere né i suoi genitori possono tentare alcune cure sperimentali negli Stati Uniti. Insomma, è un “rifiuto della società” che deve essere al più presto eliminato. La giustizia inglese aveva decretato la sospensione delle cure che la sanità britannica già somministrava a Charlie per tenerlo in vita. I medici avevano espresso un parere negativo sulla sopravvivenza del piccolo e con (finto) rammarico avevano sentenziato la sua morte. I genitori, Yates e Cris Gard, non si sono mai arresi: hanno raccolto i fondi necessari per pagare le cure negli Stati Uniti e si sono appellati alla “Corte Europea dei Diritti dell'Uomo”, sperando di aver ragione. Invece no, il 26 giugno l'Europa ha dato ragione alla pseudogiustizia e agli pseudomedici inglesi. Secondo i giudici il trattamento, se protratto, “continuerebbe a causare a Charlie un danno significativo.” Quindi “stop”, è lecito staccare le spine delle strumentazioni mediche. E' stata organizzata una raccolta firme indirizzata alla premier Theresa May per bloccare l'eutanasia del piccolo Gard. Non ci sono molte parole per commentare un fatto del genere: c'è solo da provare imbarazzo per questa Europa che decreta con tanta facilità la morte di un bambino, anche se sofferente, impedendo che si tentino cure sperimentali (che potrebbero risultare efficaci). Sembra che dietro tutto ciò ci sia un disegno apposito che vuole negare a tutti i costi la vita e relativizzare la dignità umana. E' incredibile inoltre che lo Stato ignori il dolore e la volontà di due giovani genitori che vogliono a tutti i costi salvare il loro primo bambino. Mentre l'Europa spinge ad accogliere “nuovi” europei, manda a morte i suoi figli. E' ignobile anche il silenzio della Chiesa Cattolica, che tace su questo gravissimo attentato alla vita umana. Perfino i papaboys si sono accorti di questo silenzio e ha giustamente fatto notare come le autorità, il mondo dello spettacolo e i porporati hanno mantenuto il riserbo su questo caso. Se fosse stato un cane o un omosessuale, le parole d'indignazione sarebbero state molte. Invece no, nessuno ha risposto agli appelli dei Gard e dei tanti che li sostengono. Il tacito assenso all'eutanasia di Charlie c'è: è la vergogna che manca.
Pubblicato il 28 giugno 2017
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