
Che l’ignoranza dei
“mentalmente aperti” fosse pari alla loro spocchia è cosa risaputa, e di cui
più non ci stupiamo. Non ci sorprende più di tanto, allora, imbatterci in pagine
che nel mare magnum della Rete
propongono la buffa teoria secondo cui i personaggi del presepe sarebbero stati
tutti arabi, africani o rifugiati. Tutti: Maria, Giuseppe, il Bambinello, i
pastori e forse anche gli angeli.
Che diamine ci facessero
degli arabi nel presepe non si riesce proprio a capirlo. Nel I secolo arabi
sicuramente non ce n’erano, e non solo nel presepe, ma in tutta la Giudea. Se è
vero, infatti, che oggi la Palestina è abitata anche da popolazioni di lingua araba,
la situazione non era affatto questa duemila anni fa, al tempo della nascita di
Cristo, quando tutta la regione era abitata da giudei, samaritani e galilei, a
diverso titolo riconducibili tutti all’ebraismo. Ebrei, dunque, non arabi. Provate
a dare dell’ebreo a un arabo. Gli arabi verranno molto tempo dopo: in seguito
alla distruzione del Tempio (70 d.C.) e all’occupazione romana di Gerusalemme (divenuta
colonia romana sotto l’imperatore Adriano, nel II secolo) gli ebrei si
dispersero in altre zone e la regione fu occupata dai romani. L’Impero romano,
divenuto cristiano al tempo di Costantino (IV secolo) tenne l’odierna Palestina
pressoché ininterrottamente fino all’invasione araba del VII secolo. Dunque, ci
pare di capire, parecchio tempo dopo la Natività.
In qualche modo riusciamo a
spiegare la genesi dell’errore per cui ci sarebbero stati arabi nel presepe.
Non si capisce, invece, da dove siano saltati fuori gli africani. E va bene che
questa è gente che scambia gli immigrati neri dell’Africa subsahariana per
siriani, ma prendere per africani degli ebrei è davvero troppo! Ma forse i
nostri amici hanno una qualche reminiscenza della tradizione per cui uno dei
Magi sarebbe stato nero. Opinione citata a sproposito, visto che gli altri due,
secondo la stessa tradizione, sarebbero stati rispettivamente un bianco e un
orientale, a significare che Cristo si è fatto carne per essere adorato dagli
uomini di tutta la terra. Gesù fu adorato da tre re provenienti da tutto il
mondo; oggi, il laicismo esonera i re e l’auto-razzismo occidentale impedisce
di dire che sia venuto anche per i bianchi: il Bambinello rinunci ai Re Magi e
si accontenti di tre richiedenti asilo africani.
Veniamo, infine, ai
rifugiati, dolce oggetto di tutte le attenzioni dei mentalmente aperti. I
rifugiati nel presepe chi sarebbero? Maria, Giuseppe e il Bambinello? Ci duole
spezzarvi il cuoricino, ma non erano affatto rifugiati: si trovavano a
Betlemme, infatti, non perché scappavano da qualche guerra o persecuzione, ma perché
secondo le disposizioni del censimento voluto da Augusto ciascuno doveva essere
registrato nella città da cui proveniva la propria famiglia, e la famiglia di
Giuseppe era appunto di Betlemme. Ci tratteniamo dal citare i passi del Vangelo
che comprovano queste notizie, perché sono cose che sanno anche i bambini
dell’elementare.
Dunque, arabi, africani e
rifugiati, lungi dall’avere l’esclusiva all’interno della grotta di Betlemme,
nel presepe non c’erano proprio. Ma forse chi scrive una cosa simile segue
l’usanza napoletana di inserire nel presepe anche figure contemporanee della
politica, dello sport e dello spettacolo, e allora magari possiamo trovare
anche arabi, africani e rifugiati. Ma allora tanto varrebbe dire che ci fossero
anche argentini, visto che nei presepi di questo tipo i napoletani non mancano
mai di inserire Maradona. A questo punto, però, si potrebbe sostenere che nel
presepe ci fosse chiunque: da Valentino Rossi a Ruby Rubacuori, da Barack Obama
al Califfo, o si potrebbe anche far sedere Erode con i signori di Planned
Parenthood. Quest’ultima non sarebbe poi un’idea così stramba.
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