di Marco Mancini
Davanti al terremoto dell’Emilia,
uno potrebbe semplicemente rivolgere un pensiero e una preghiera alle
popolazioni colpite dal sisma, oppure, come l'amico Marco Piazza, dedicarsi
alla teodicea. Invece no. Tocca occuparsi delle solite, misere polemiche. Quando c’è da sparare sulla Chiesa, si sa,
tornano comode pure le disgrazie.
In principio fu la disputa,
rilanciata dal c.d. “popolo del Web” (versione aggiornata dell’uomo-massa di
cui aveva parlato Ortega y Gasset), sulla beneficenza a favore delle vittime del terremoto. “Il Papa si limita ad assicurare
le sue preghiere, mentre il Dalai Lama ha donato 50000 euro!”, hanno
strillato scandalizzati gli anticlericali feisbucchiani, per la verità in un
italiano più zoppicante (di cui potete avere un saggio qui).
Poi è seguita la pretesa, anche
questa lanciata a gran voce, di annullare
non solo la parata militare del 2 giugno, ma soprattutto la visita
del Papa a Milano. E’ scandaloso – continuano a lamentare i laicisti –
che vengano spesi tre milioni di euro per il VII Incontro mondiale delle
famiglie, quando questa cifra potrebbe essere utilizzata per il soccorso alle
popolazioni terremotate. Anche Giuda, del resto, si era lamentato per il fatto
che Maria avesse cosparso di unguento i piedi di Gesù, anziché venderlo per
donare il ricavato ai poveri: “questo
egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome
teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro”, chiosa
acutamente Giovanni (Gv 12, 6).
Di fronte a tutto questo il
sottoscritto è colpito da un senso di sconforto. Diventa quasi umiliante
cercare di ripristinare un po’ di verità. Far presente, ad esempio, che Benedetto XVI ha donato
100000 euro ai terremotati attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum” [aggiornamento: sono diventati 600000] e che un ulteriore milione è stato appena stanziato dalla CEI [aggiornamento: i milioni sono diventati tre].
Ricordare che buona parte dei soldi richiesti per l’organizzazione dell’evento
di Milano è stata già spesa e che, in ogni caso, la visita del Papa produrrà un
ritorno economico stimato
sopra i 50 milioni di euro, che certo non nuocerà, in tempi di crisi, ad
albergatori e commercianti milanesi. Che, soprattutto, non dovrebbe spettare al Vaticano, sempre etichettato come “Stato
estero” quando si tratta di respingerne le presunte ingerenze, la ricostruzione
di territori italiani colpiti da una catastrofe naturale. Si tratta di argomenti
scontati, addirittura banali, ma che si prova imbarazzo a tirare in ballo,
tanta è la bassezza del livello al quale si pretende di farci scivolare.
C’è qualcosa di miserabile e di
meschino in questo voler fare i conti in tasca alla Chiesa, scagliandosi contro un uomo di 85 anni, che nella
sua vita si è concesso al massimo due settimane di villeggiatura al fresco di
un seminario trentino. Cosa ancora più
grottesca, a fare la morale al Papa sono i figli devoti della
società dei consumi, i “selvaggi con telefonino” magistralmente descritti da Maurizio
Blondet. Personaggi troppo indaffarati a godersi la vita per potersi
preoccupare di darle un senso, ma che pretendono poi di atteggiarsi a
benefattori universali e paladini dei derelitti solo per aver pubblicato su Facebook o su Twitter uno di
questi desolanti link. Gente che, abituata a condurre un’esistenza puramente
zoologica, non riesce a sollevare lo sguardo al di sopra dei propri bisogni materiali
(mangiare, bere, fare sesso, consumare) e per questo manifesta tutto
l’astio possibile nei confronti di chi tenta di porsi, pur con tutte le
debolezze umane, su un piano più elevato. Per questo si prova disagio nel
doversi abbassare fino a questo punto: è
meglio, forse, abbandonarli alla loro contabilità e alle loro
squallide polemicucce, al loro strumentalizzare i morti e la disperazione di
un’intera terra per fare un po' di triste propaganda. Meglio lasciarli rotolare nella melma fangosa di cui pare che
si circondino con una certa voluttà.
“Non affannatevi dunque dicendo: che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 31-33). Le
preghiere del Papa, dunque, valgono infinitamente di più dei soldi donati dal
Dalai Lama o chi per lui: almeno noi cattolici faremmo bene a non dimenticarlo.
Peraltro i soliti noti negano anche l'evidenza dei fatti: quando la notizia dei 50 milioni di euro di guadagno ha cominciato a girare, gli anticlericali hanno fatto girare una foto dove si dice "55 milioni per farlo girare [il Papa], quante bocche si sarebbero sfamate?", come se i 55 milioni andassero nelle casse del Papa e non in quelle dei commercianti italiani. Gli anticlericali sono maestri nel negare l'evidenza.
RispondiEliminaGrazie Marco per questo articolo.
RispondiElimina"Le preghiere del Papa, dunque, valgono infinitamente di più dei soldi donati dal Dalai Lama o chi per lui"
RispondiEliminasì vabbè e poi le marmotte incartano la cioccolata.
se dovesse accadere una disgrazia anche dove abito io, chiedo al s. padre di tenersi le sue preghiere e di inviarmi generi di conforto (cibo, vestiti, medicine etc.)
sui soldi stanziati dalla cei, sono sicuro che verranno spesi per la realizzazione di pratici edifici di culto, che (come già accaduto in umbria, in abruzzo etc) saranno terminati belli solidi mentre la gente ancora abita nelle tende.
Ecco un altro bell'esempio di uomo-massa... per giunta fiero di esserlo.
RispondiEliminaCaro Anonimo, se tu non sei cattolico posso capire che delle preghiere del Papa ti importi poco o nulla. Ma perché pretendi che sia il Vaticano a pagarti la ricostruzione?
@Marco Mancini
RispondiEliminadove nel mio messaggio ho chiesto al vaticano di pagarmi la ricostruzione? Io ho domandato solo generi di conforto (autocitazione "cibo, vestiti, medicine etc.)
sai quelle cazzate tipo "ero affamato e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito.." una parte del Vangelo che forse hai saltato mentre cercavi le citazioni da inserire nel tuo post
prima di criticare magari facciamo tutti quanti il nostro dovere di solidarietà...
RispondiElimina@Ilaria Pisa
RispondiEliminatu conosci se sto facendo solidarietà? e quanta ne sto facendo?
Siccome ho già detto che non voglio abbassarmi a certi livelli, evito di replicare. Però sta cosa dei generi di conforto mi fa troppo ridere... i terremotati dell'Emilia hanno bisogno di generi di conforto???
RispondiElimina@Marco Mancini
RispondiEliminanon posso che scusarmi e confessare di aver bisogni primari (o "zoologici") come mangiare, vestirmi, curarmi etc. e di dedicarmi ai bisogni secondari come la spirituralità, leggere un libro, scrivere minchiate sui blog etc. soltanto dopo aver soddisfatto i primi.
Che ci posso fare? evidentemente non sono fatto di Puro Spirito come te e il s. padre (in quest'ordine).
sulla seconda parte del tuo intervento se mi fossi salvato scappando da casa e riuscendo a portare con me soltanto i vestiti che avevo indosso, un paio di mutande di ricambio mi farebbero comodo (o conforto)...
...o almeno più comodo (o conforto) di un padrennostro detto da "uomo di 85 anni, che nella sua vita si è concesso al massimo due settimane di villeggiatura al fresco di un seminario trentino".
ps. dai dì la verità: la frase sull'uomo di 85 anni che non va mai in vacanza l'hai messa pe' facci fa' du' risate!
no figurati se hanno bisogno di generi di conforto.. hanno bisogno di preghiere e delle tue parole in difesa della Chiesa
RispondiEliminaIntendo dire che di generi di conforto in casi come questi ne arrivano anche troppi, grazie anche alla solidarietà di tanti, in primo luogo la Caritas (cioè la tanto vituperata CEI). Anche il Papa ha dato il suo contributo, come scritto nell'articolo, e lo apprezziamo: quindi, che diamine vuoi? Il punto è che non si capisce perché, ogni volta che succede qualcosa, si va a battere cassa dal Papa, puntando il ditino accusatore, piuttosto che pretendere i servizi da chi deve erogarli. Il Papa è il Vescovo di Roma e non il capo della Croce Rossa, gli atti di carità della Santa Sede sono i benvenuti ma non sono il suo primo dovere istituzionale, ti è chiaro questo? Io non vengo a casa tua a fare la contabilità di come e quanto hai donato: faccio il mio e non vado a fare la morale agli altri.
RispondiEliminaQuale parte di:"ar presente, ad esempio, che Benedetto XVI ha donato 100000 euro ai terremotati attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum” e che un ulteriore milione è stato appena stanziato dalla CEI."
RispondiEliminaTralasciando ovviamente tutte le associazioni cattoliche che QUOTIDIANAMENTE si occupano di queste cose.
certo marco, il tuo discorso fila perfettamente. pero' a questo punto sorge spontaneo un quesito: perchè si "accaniscono" tutti contro la Chiesa? perchè non accade mai che qualcuno -anche per sbaglio- attacchi quei "terribili" buddhisti facendo notare loro che stare rinchiusi nei monasteri del tibet a pregare non porterà generi di conforto a nessuno? i principi di carità e sostegno umanitario non dovrebbero essere fattori di intersezione nelle varie culture religiose? perchè proprio alla Chiesa si rinfaccia una incoerenza e nessuno si pone mai il problema di quanto l'oro dell'enorme statua di Buddha possa alleviare le necessità e i bisogni di migliaia di persone? è strano certo che qualcuno abbia sempre da ridire su una Istituzione (concedimelo) che comunque silenziosamente tanto fa per la comunità e tanto si impegna a prendersi cura delle anime della gente. infatti credo che "chi attacca" (fuori luogo invero a mio parere, perchè di tutto si avrebbe bisogno purchè di sterili polemiche), non miri alla chiesa, bensì alla Chiesa. la prima a nulla nuoce, e tanto apporta di positivo alla società,come la piccola gente con le piccole azioni, ovunque. la seconda è tutta un'altra storia. credo nessuno chieda al dalai lama dei soldi perchè nessuno lo "vede" nel quotidiano delle nostre vite. nessuno lo vede nei tg per esempio,e nessuno si preoccupa di dar voce al "messaggio della domenica" dell'imam. tantomeno vengono loro a invischiarsi nei torbidi affari di politica del nostro paese, non si schierano per fazioni politiche, non interferiscono nella res pubblica del NOSTRO paese. la gente non attacca la nostra religione, la gente attacca la TUA Chiesa, che rimembra alla domenica di esser parte della storia e delle radici di questa terra, che si erge a giudice morale e,si schiera,con giudizio super partes accreditando la propria dottrina a garante della propria scelta, POLITICA;mentre il resto della settimana, i giorni in cui la gente LAVORA e trema come in questi giorni trema la terra, rivendica la propria INDIPENDENZA come STATO AUTONOMO, la cui "CARItA" è tutto un surplus. perdonami, ma quella carita' sono QUOTE che sarebbero da esigere, se smettesse ipocritamente di nascondere le sue fattezze da PARTITO quale è.
RispondiEliminaquanto a te: di certo non necessita di piccoli paladini che la difendano
quanto a me: non sono lo stesso anonimo col quale ti sei dilettato finora
ANONIMO.2
@Anonimo 1: non lo metto in dubbio, ma se anche la Chiesa contribuisce, allora dov'è il problema? perché dobbiamo sempre fare le bucce?
RispondiElimina@Marco Mancini
RispondiEliminacome sai, la chiesa giustifica contributi statali ed esenzioni fiscali varie con il fatto che fornisce alla popolazione servizi (in particolare assistenza ai più deboli) che non vengono elargiti dallo stato.
Naturalmente ciò dà a me ed a qualunque cittadino italiano assennato il diritto di pretandere dal capo di tale istituzione ben più di un padrennostro in caso di terremoto.
@Maxwell
non cercare di girare la frittata. La mia critica verte sostenzialmente sulla frase "Le preghiere del Papa, dunque, valgono infinitamente di più dei soldi donati dal Dalai Lama o chi per lui"
Sulla parte che citi tu, mi permetto di farti notare che il milione di euro stanziato dalla CEI è poco più di un millesimo (un millesimo!) dei contributi (statali) derivanti dall'8x1000.
Solo a titolo di cronaca, la Cei ha donato altri due milioni. Quindi, il totale (per ora) è di 3.100.000 euro.
RispondiEliminaDomenica 10 giugno in tutte le chiese ci sarà una colletta per contribuire con altre donazioni.
Anonimo, vai a domandare all'UAAR quanto ha dato ai terremotati.
Magari manderanno qualche libro di Odifreddi.
@Giorgio P.
RispondiEliminachi ha mai citato l'uaar!?
hai per caso sbagliato blog?
ignobile mancini, la tua è propaganda ed ideologia pura tal quale a quella di coloro che offendi. TU insieme a tanti altri sei e rappresenti la rovina dello Stato italiano.
RispondiEliminaquando saranno resi noti i veri segreti del vaticano chissà quanti cattolici rimarranno
RispondiEliminal'ignoranza e l'arroganza di certi commenti è spaventosa. proprio per questo non merita risposta.
RispondiEliminacontinuate a non voler vedere la Verità, e alla fine vedremo quale sarà la vostra sorte.
Mai viste tante stupidaggini scritte tutte insieme da una persona, cioè ANONIMO. Meglio neanche perderci tempo a rispondergli.
RispondiEliminaGinoa, mi sa che non frequenti Facebook o altri blog. Ti assicuro che è assolutamente possibile scrivere stupidaggini ben più numerose e roboanti di quelle scritte da Anonimo, personaggio che, sarcastico e un po' bullo, rientra nella media di un normale utente internettiano affetto da compulsività verso chi non condivide le sue opinioni.
RispondiEliminaComunque un po' di tempo a discutere si potrebbe dedicare a tutti, solo che bisogna comprendere bene con chi stiamo parlando. Su Facebook ho letto un commento del tipo "ma i soldi del Papa sono nostri cioè dell'8 per mille, il Dalai Lama ci ha messo i suoi": come se quei 50.000 li avesse ottenuti zappando la terra. Giusto per capire cosa c'è nella testa di alcuni.
Storicamente parlando l'8x1000 non è altro che il rimborso (per'altro irrisorio se non ridicolo) di tutto quello che lo stato italiano ha usurpato (ovviamente con la forza, le armi e la corruzione) allo Stato Pontificio dopo l'annessione del medesimo al regno sabaudo.
RispondiEliminaStiamo parlando di un territorio vastissimo che va dall'Emilia Romagna (fino a Ferrara e al delta del Po) fino a lambire la Campania con chiese, monasteri, monumenti, ..., un patrimonio territoriale ed immobiliare immenso e pazzesco.
Tutto ebbe inizio già dalla prima invasione di napoleone (che si fregò anche parecchie opere d'arte che oggi tutto il mondo ammira al Louvre, Gioconda esclusa...) e l'opera continuò sotto la spinta rivoluzionaria di garibaldi, cavour & C. che per "fare l'Italia e gli italiani" pensarono bene di sterminare gran parte di quelli che volevano rimanere italiani ma sotto il Potere del Romano Pontefice: «I liberali di Cavour concepiscono l’unità come allargamento dello Stato piemontese e del patrimonio della dinastia, non come movimento nazionale dal basso, ma come conquista regia» firmato Antonio Gramsci.
Solo più tardi con Mussolini il Regno d'Italia riconobbe l'usurpazione ai danni della Chiesa e quindi furono stipulati i patti lateranensi che in prima istanza erano stati addirittura rifiutati dalla Chiesa perchè troppo sfavorevoli e invece fatti passare come privilegi "donati" alla Chiesa dal regime per guadagnarsi le simpatie dell'elettorato cattolico.
Ma la Storia è molto più complessa ed articolata di come ce l'hanno inculcata fra i banchi delle scuole (di stampo anticattolico) e quindi oggi è più facile far credere che il dalai lama sia più buono e generoso di BXVI perchè tutti (ma soprattutto gli ingenui cattolici) abbiamo (oltre che le fette di salame sugli occhi) in mente l'idea che dall'oriente siano tutti "buoni e puri" mentre non si sa che il buddismo è una religione che è storicamente violenta e che si è macchiata di genocidi orribili. Ma questa è un'altra storia, l'importante è dare addosso alla Chiesa!
Consoliamoci con i corsi di "pilates" che si organizzano nelle parrocchie (grazie anche ai fondi dell'8x1000!)
Giacomo