prima puntata qui
Da una ricerca condotta da Andrea Del Duca di Orta San Giulio, pubblicata sul sito il Lago dei misteri, la Passio Acaunensium martyrum (Passione dei martiri di Acauno) fu scritta da Eucherio vescovo di Lione (380 - 449/50). Egli racconta di aver udito questa storia da Isaac, vescovo di Ginevra, il quale a sua volta l’aveva udita da Teodoro, di Octodurum (oggi Martigny nel canton Vallese). Quest’ultimo è un personaggio noto per aver partecipato al Concilio di Aquileia nel 381 e per aver firmato una lettera al Papa Silicio nel 393. Pertanto egli fu vescovo di Octodurum almeno dal 381 al 393 d.C. Non solo Eucherio non cita altre fonti prima di Teodoro, ma asserisce che i corpi dei martiri tebei furono rinvenuti al tempo del vescovo Teodoro. Da questo si deduce che fu proprio il vescovo Teodoro a scoprire le reliquie e a diffondere la notizia del loro martirio. Ai tempi della Tetrarchia (284 -305), epoca in cui i fatti secondo la tradizione dovrebbero essersi svolti, non si ha alcuna notizia di una legione arruolata a Tebe in Egitto. È invece probabile che la legione Tebea facesse parte dell’esercito dell’ imperatore Teodosio, e fosse stanziata in Italia proprio dal 388 vale a dire negli stessi anni in cui il vescovo di Octodurum diffondeva la notizia del martirio di San Maurizio e dei suoi. Quale fu allora il suo vero ruolo storico ?
In Gallia, nell’anno 392 l’imperatore Valentinano II, che regnava come collega di Teodosio, morì in circostanze oscure, probabilmente assassinato in una congiura di palazzo. Il generale Arbogaste, che era un barbaro di etnia franca, proclamò imperatore il capo della cancelleria imperiale, Eugenio. Nel 393 l’usurpatore occupò l’Italia e giunse a Roma. Qui, pur essendo cristiano, concesse nuovamente libertà di culto ai pagani, riaprendo molti templi che erano stati chiusi per ordine di Teodosio, suscitando la furibonda reazione dei vescovi cattolici, in primis il milanese Ambrogio.
La cosa interessante è che i Thebaei che erano di stanza in Italia in quegli anni erano stati assegnati al comando di Valentiniano II, pertanto si trovarono sottoposti all’autorità dell’usurpatore Eugenio e nella prospettiva di dover combattere contro Teodosio. Obbedire all’usurpatore o schierarsi dalla parte del loro vecchio imperatore? E con quali conseguenze?
In questa situazione la diffusione della notizia del ritrovamento delle reliquie dei santi martiri, avvenuta il 22 settembre (forse proprio dell’anno 393?) e delle circostanze della loro morte, avrebbe un chiaro significato. Il Vescovo Teodoro, non potendo prendere direttamente posizione contro la politica filopagana di Eugenio, avrebbe indicato la strada ai disorientati soldati Thebei e al loro comandante. Un vero soldato cristiano non doveva, per nessuna ragione, compiere azioni contro i propri confratelli, ma non per questo doveva necessariamente prendere le armi per insorgere contro il potere imperiale. Un colpo al cerchio ed uno alla botte? Piuttosto l’invito ad un fermo atteggiamento rigido morale unito ad una cauta prudenza nella pratica, in attesa degli eventi.
Occasione che non tardò a venire. La politica anticristiana di Eugenio determinò la reazione di Teodosio. Il 5 e 6 settembre del 394 si venne a battaglia sul fiume Frigido, oggi il Vipacco presso Gorizia. Teodosio e il suo esercito furono intrappolati in una gola, senza possibilità di uscirne vivi. Inaspettatamente le truppe assedianti avanzarono una proposta: non solo avrebbero liberato l’imperatore e i suoi uomini senza combattere, ma si sarebbero schierati al suo fianco a patto di ricevere una promozione. Teodosio accettò e vinse la battaglia, Arbogaste si uccise per non cadere prigioniero, mentre Eugenio fu catturato e mandato a morte.
Il nome delle unità che passarono dalla parte di Teodosio non è stato tramandato, né sappiamo se l'Imperatore abbia mantenuto la promessa. Di certo sappiamo che dopo questi eventi i Thebaei furono promossi, per non specificati meriti nei confronti dell’imperatore, al rango di truppe palatine, il che comportava un consistente aumento di status e di salario. Per suggellare la vittoria cristiana al di là delle motivazioni politiche e opportuniste, il vescovo Teodoro diffonderà il mito della legione Tebea martire per il Cristianesimo.
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