Che cos’è la leggenda? Un elemento della storia che viene creduto attraverso la tradizione orale o scritta che l’ha tramandata, mentre il mito è un elemento della religione che viene creduto per atto di fede. A volte le vite e le imprese dei santi hanno superato il confine tra la storia vera e il puro simbolo di fede, e da leggenda sono diventate mito.
Uno di questi casi è il martirio della legione Tebea.
Secondo la leggenda, nell’anno 286 una legione proveniente da Tebe in Egitto valicò le Alpi per reprimere la ribellione dei Galli detti Bagaudi. Giunta nella valle del fiume Rodano, l’attuale cantone svizzero del Vallese, ricevette da Massimiano, uno dei vice imperatori di Diocleziano, l’ordine di sopprimere i cristiani abitanti nel luogo. Ma i legionari erano tutti cristiani e rifiutarono, per questo motivo la formazione militare venne in gran parte distrutta e i militari uccisi. I superstiti fuggirono nell’Italia settentrionale dove continuarono a predicare il cristianesimo e incontrarono ciascuno a sua volta il martirio.
Capo dei legionari cristiani era un ufficiale chiamato Maurizio. Secondo la Passione dei martiri di Agauno, che narra la storia della legione Tebea, Maurizio rispose così al vice imperatore:
«Siamo tuoi soldati ma anche servi di Dio, cosa che noi riconosciamo francamente. A te dobbiamo il servizio militare, a lui l'integrità e la salute, da te abbiamo percepito il salario, da lui il principio della vita. Metteremo le nostre mani contro qualunque nemico, ma non le macchieremo col sangue degli innocenti. Noi facciamo professione di fede in Dio Padre Creatore di tutte le cose e crediamo che suo Figlio Gesù Cristo sia Dio. Ecco deponiamo le armi, preferiamo morire innocenti che uccidere e vivere colpevoli, non neghiamo di essere cristiani perciò non possiamo perseguitare i cristiani».
Le cifre delle vittime sono discordanti, vanno da un minimo di quattro: Maurizio, Esuperio, Candido, Vittore, la cui ricorrenza è il 22 settembre, a 6600, la quantità di soldati dell’intera legione.
Il più conosciuto e diffuso di questi legionari martiri è certamente san Maurizio, che oggi è considerato innanzitutto quale patrono della dinastia dei Savoia, dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, e di quello del Toson d’Oro di Spagna e Austria. Inoltre sotto il patronato del santo sono posti i soldati, in particolare gli Alpini italiani le Guardie Svizzere del Vaticano e gli Alpini francesi, i Chasseurs des Alpes.
Le chiese in onore di San Maurizio sono situate specialmente in Valle d’Aosta, Piemonte, Francia, Germania e Svizzera. In quest’ultima nazione gli fu intitolata la città di Sankt-Moritz nel cantone dei Grigioni, famoso centro di villeggiatura montana e sport invernali. Portano il nome di Maurizio otto città inglesi, cinquantadue in Francia tra cui la più celebre è Bourg-Saint-Maurice in Savoia. In Piemonte ci sono San Maurizio Canavese in provincia di Torino, San Maurizio di Opaglio sul lago d’Orta, dove il santo e la sua legione sarebbero transitati, San Maurizio di Roasio (prov. di Vercelli) e San Maurizio di Ghiffa presso Verbania. Vi sono ancora San Maurizio di Reggio Emilia, San Maurizio dei Monti presso il santuario della Madonna di Montallegro a Rapallo in Liguria, e in questa stessa regione Porto Maurizio, che fa parte della città di Imperia.
Il luogo tradizionale del martirio della legione Tebea, Saint Maurice sul Rodano nel canton Vallese, per secoli fu il santuario nazionale del regno dei Burgundi, i barbari che fondarono un regno in Francia e diedero il nome alla Borgogna. Saint Maurice anticamente era conosciuta come Agaunum; con l’avvento di casa Savoia, che conquistò per un certo periodo il Vallese occidentale, fu al centro della devozione dei popoli governati dalla dinastia sabauda.
Questo particolare legame tra San Maurizio ed il nobile casato culminò nel 1434 con la fondazione da parte del duca Amedeo VIII, che fu anche l’ultimo antipapa, di un ordine cavalleresco a lui dedicato.
Nel 1572 Emanuele Filiberto lo trasformò poi nell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, analogo all’ordine dei cavalieri di Malta. Il primo comandante fu Andrea Provana di Leinì, che l’anno prima aveva combattuto con tre navi battenti bandiera piemontese nella battaglia di Lepanto. L’ordine di San Maurizio e Lazzaro tuttora è riconosciuto dalla Repubblica Italiana come ente che gestisce l’ospedale Umberto I°di Torino, il centro per la cura dei tumori di Candiolo, e possiede la palazzina di caccia di Stupinigi col suo vasto podere, più le antiche abbazie piemontesi di Sant’Antonio di Ranverso e Staffarda. Il duca Emanuele Filiberto fece inoltre traslare da Saint-Maurice a Torino parte delle reliquie del capitano della Legione Tebea, la sua spada, la croce e l’anello. Oggi queste reliquie ed oggetti riposano ancora nella cappella della Sindone al duomo di Torino, ed in epoca preconciliare la teca contenente le reliquie del soldato veniva esposta alla venerazione dei fedeli ogni 15 gennaio, anniversario della traslazione.
Si fa notare l’uso preconciliare perché secondo le regole attuali della Chiesa sulle ricorrenze ed i santi, i martiri della legione Tebea sono stati declassati, insomma da mito sono diventati poco meno che leggenda. Ma cosa ha ispirato sia la leggenda che il mito ? Il discorso è lungo, sarà meglio approfondirlo con successivi articoli.
(continua)
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