Abbiamo ormai superato il mese dall’elezione di Leone XIV ed è ora di raccogliere alcune idee suscitate da questo primissimo mese di pontificato.
Un aspetto è sicuramente eclatante ed è … la totale assenza di alcunché di eclatante. Dopo dodici anni di montagne russe emotive, il primo papa statunitense interpreta il proprio ruolo all’insegna di una forza tranquilla e rassicurante che fa sentire molti cattolici finalmente a casa.
Significativo appare, sotto questo punto di vista, il discorso alla Curia Romana del 25 maggio, in cui ha affermato: “I Papi passano, la Curia rimane. Questo vale in ogni Chiesa particolare, per le Curie vescovili. E vale anche per la Curia del Vescovo di Roma”. Un messaggio chiarissimo, che non è sfuggito al Fatto Quotidiano, che ha titolato Prevost si sgancia da Bergoglio per tenersi buona la Curia. Per dodici anni Il Fatto Quotidiano è stato il capofila di una narrazione che presentava la Curia Romana come una malvagia struttura di potere e corruzione che il supereroe buono Bergoglio era venuto a combattere, e va detto che le azioni di quest’ultimo erano state tali da fare apparire la versione di un Papa in lotta con la Curia come veritiere. Peccato che la Curia esista per dare supporto al Papa e che, del resto, un’ organizzazione radicata in tutto il pianeta come la Chiesa Cattolica non possa essere governata senza una simile struttura. E che lo smantellamento della Curia per cui tifava la stampa progressista in realtà nascondesse dietro di sé lo smantellamento della Chiesa. Insomma, papa Prevost ha lanciato un messaggio chiaro che in realtà possiamo tradurre così: “I papi passano, la Chiesa resta”. E c’è da credere che i progressisti si siano irritati.
Chiarissimi messaggi sono leggibili anche nella graduale ricomposizione della normale fisionomia papale: il ritorno della mozzetta e della stola è stato il primo, immediato chiarimento. Dopo la strana “intronizzazione senza trono”, quest’ultimo è ricomparso a partire dalla presa di possesso delle basiliche romane, così come, a partire dalla Messa di Pentecoste, il crocifisso sull’altare, anche se di lato, quasi a lasciare intendere un silenzioso braccio di ferro con i cerimonieri notoriamente modernisti. Lo stesso valga per l’uso liturgico della ferula: il nuovo papa ha, finora alternato il pastorale di Benedetto XVI, realizzato sulla falsariga dei tradizionali pastorali papali, a quello di Scorzelli, moderno e non amato dai puristi, ma ormai a sua volta simbolo, se non tradizionale, quantomeno storico del papato, ed è abbastanza chiaro che non vedremo più i bizzarri bastoni usati dal suo predecessore.
Fuori dai simboli, significativo è il fatto che il nuovo papa abbia liquidato tutte le messe in scena pauperiste e ostentanti umiltà fasulla, smettendola una buona volta di viaggiare in utilitaria, rimanendo nel proprio appartamento al Sant’Uffizio in attesa della ristrutturazione dell’appartamento papale apostolico, in cui andrà normalmente ad abitare, e abbia fatto visita a Castel Gandolfo, dove tutti sperano nel suo ritorno.
Tutto questo solo ad una visione superficiale potrebbe sembrare secondario. L’esistenza di simboli, cerimoniali, consuetudini, certo gradualmente consolidatisi nei secoli, ma a cui tutti i papi via via si attengono, ha il preciso significato di testimoniare che la Chiesa non è al servizio del Papa ma il Papa è al servizio della Chiesa, e compito del Papa non è affermare tramite la Chiesa la propria personalità, le proprie preferenze e le proprie opinioni, ma al contrario rinunciare alla propria individualità per farsi servo. Guarda caso, già nella sua prima messa in Cappella Sistina, il giorno dopo l’elezione, il nuovo Papa ha lanciato quello che sembra quasi uno slogan: “Sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”, precisando che si tratta di “un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità”.
C’era un papa che pensava di rimanere in barba alla Chiesa. E’ morto.
La Chiesa invece rimane e ora c’è una papa che sa che rimarrà anche dopo di lui. Sia lodato Gesù Cristo!
Pubblicato il 10 giugno 2025
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