
Mag, Jo, Beth ed Emy sono le
protagoniste di una storia che per forza, semplicità, genuinità e bellezza
appare ai nostri occhi attualissima; non solo per lo stile dell'Alcott in grado
di prendere il lettore per il cuore, ma anche per i sentimenti, che senza
eccessi e senza sfociare nello sdolcinato fanno in modo che si possa
ritrovare tra le pagine del romanzo un pezzettino di noi stessi.
Piccole donne, senza dubbio, segna il rito d’iniziazione alla
lettura, in particolare, delle giovani lettrici in erba. E’ uno di quei libri che
compaiono per primi nella libreria personale di chi decide di compiere il
meraviglioso ed avventuroso viaggio per i sentieri della letteratura. Ed il
risultato è quello di restarne affascinati per il resto della vita. Quando la
letteratura suscita questo amore sconfinato per i suoi personaggi, per la
trama, per i messaggi di fondo su cui poi si costruisce il castello
dell’immaginazione, vuol dire che si è letto un buon libro.
Piccole donne è anche più di questo. Il più classico dei classici. Ritengo che si possa definire il romanzo del focolare perché unisce generazioni di giovani ed adulti. E’ uno di quei racconti che viene tramandato di madre in figlia (è accaduto anche nella mia famiglia) ma anche in figlio, perché abbattendo il cliché del “romanzetto per femminucce romanticone”, Piccole donne è una lettura che dà non solo una chiave di comprensione del mondo femminile (assolutamente attuale e pregnante rispetto a quello che è l’universo in rosa), ma anche una prospettiva particolareggiata agli uomini sull'importanza della famiglia e di tutti quei valori fondamentali come l’amore e l’amicizia.
Piccole donne è anche più di questo. Il più classico dei classici. Ritengo che si possa definire il romanzo del focolare perché unisce generazioni di giovani ed adulti. E’ uno di quei racconti che viene tramandato di madre in figlia (è accaduto anche nella mia famiglia) ma anche in figlio, perché abbattendo il cliché del “romanzetto per femminucce romanticone”, Piccole donne è una lettura che dà non solo una chiave di comprensione del mondo femminile (assolutamente attuale e pregnante rispetto a quello che è l’universo in rosa), ma anche una prospettiva particolareggiata agli uomini sull'importanza della famiglia e di tutti quei valori fondamentali come l’amore e l’amicizia.
Il duro Joey legge "Piccole donne" e si commuove (dalla sitcom "Friends")
La trama del romanzo è ben nota
anche grazie alle numerose trasposizioni cinematografiche. Si tratta delle
avventure vissute da una famiglia di modestissime condizioni economiche che,
senza far girare il fulcro della vita intorno al denaro, si spende per il prossimo e fonda la sua esistenza
sull'amore e l’unità della famiglia. I caratteri delle quattro protagoniste rappresentano
sfaccettature (talvolta descritte con più intensità, ma senza forzature) del
carattere delle donne: Meg con i suoi modi eleganti ed aggraziati, incarna il
simbolo della bellezza femminile; Emy, invece, l’ingenuità mista ad una vanità
infantile, mentre Beth la dolcezza e lo spirito di servizio verso il prossimo; infine, Jo è il prototipo della donna dal carattere forte, determinato e
agguerrito, ma che non perde di dolcezza verso le persone che ama, anzi sarebbe
disposta a dare la vita per esse e lo dimostra tagliando e vendendo i suoi
bellissimi capelli per aiutare la sua famiglia in un momento di difficoltà. Tra
le sorelle è sicuramente quella che all'epoca deve aver suscitato maggiori
perplessità e che col tempo è stata fatta anche oggetto di strumentalizzazioni
femministe. Ma Jo, con quella sua indole libera, non aveva certo in mente l’idea
di scardinare qualsiasi distinzione tra uomo e donna. Il suo essere impavida è
di altra natura: voleva dimostrare la sua indipendenza intellettuale, senza
rinunciare al suo essere donna, tanto che non rinnega neppure la chiamata al
matrimonio e alla maternità.
L’esempio di Jo conferma con semplicità che la bellezza di essere donna risiede nell'accettare la propria femminilità e nel farla rifiorire non solo con la maternità, ma nell'arricchirla con la cultura, e l’impegno lavorativo. Accadeva in tempi non sospetti e non inquinati da un relativismo dilagante né da un appiattimento nichilista che mira ad annullare anche le differenze congenite, quelle naturali, per un ideologico “siamo tutti uguali”. Perciò non c’è nulla di scabroso nella donna che sia aperta alla prospettiva generatrice ed a quella lavorativa. Diffidiamo da modelli altrettanto ideologici che vedono nella donna un oggetto ad uso e consumo (e riciclo), oppure un soggetto finalmente autonomo che ha combattuto per un'emancipazione dai frutti dolorosi.
Noi, donne del nuovo millennio, possiamo proporre un modello che tenga presente tutti i nostri talenti e che metta a disposizione della società il suo genio. Siamo chiamate ad un compito più arduo di quel che si creda: sganciarci dagli orrori del passato, per dare nuova luce al nostro presente. E possiamo farlo solo se sapremo accettare il nostro essere nel mondo (e non per il mondo), portando la nostra gioia di vivere come la più forte delle testimonianze. Esser donna è bello.
Pubblicato il 10 marzo 2013
L’esempio di Jo conferma con semplicità che la bellezza di essere donna risiede nell'accettare la propria femminilità e nel farla rifiorire non solo con la maternità, ma nell'arricchirla con la cultura, e l’impegno lavorativo. Accadeva in tempi non sospetti e non inquinati da un relativismo dilagante né da un appiattimento nichilista che mira ad annullare anche le differenze congenite, quelle naturali, per un ideologico “siamo tutti uguali”. Perciò non c’è nulla di scabroso nella donna che sia aperta alla prospettiva generatrice ed a quella lavorativa. Diffidiamo da modelli altrettanto ideologici che vedono nella donna un oggetto ad uso e consumo (e riciclo), oppure un soggetto finalmente autonomo che ha combattuto per un'emancipazione dai frutti dolorosi.
Noi, donne del nuovo millennio, possiamo proporre un modello che tenga presente tutti i nostri talenti e che metta a disposizione della società il suo genio. Siamo chiamate ad un compito più arduo di quel che si creda: sganciarci dagli orrori del passato, per dare nuova luce al nostro presente. E possiamo farlo solo se sapremo accettare il nostro essere nel mondo (e non per il mondo), portando la nostra gioia di vivere come la più forte delle testimonianze. Esser donna è bello.
"E’ uno di quei libri che compaiono per primi nella libreria personale di chi decide di compiere il meraviglioso ed avventuroso viaggio per i sentieri della letteratura" ma chi apprezza il libro poi scrive così per tutta la vita?
RispondiEliminaLuca Di Mauro