07 marzo 2024

Difendere la fede oggi? E’ possibile. Un docente di religione ci spiega come


di Fabrizio Cannone

Patriarcato? Femminicidio? Stupri e violenze sulle donne? Pedofilia? Crisi ecologica e climatica? Povertà nel mondo? Razzismo e antisemitismo? Problemi legati all’immigrazione e all’integrazione degli stranieri? In ogni caso e ad ogni momento del giorno il cristianesimo è tirato in ballo ed è indicato da Tv e giornali come la causa di tutti i mali d’Occidente. 

Ancora si ha il pudore di non dire che è la religione come tale ad essere colpevole, ma si allude chiaramente ad essa quando si dice che “è colpa della Bibbia” se esiste il maschilismo, “è colpa della Chiesa” se l’Italia è indietro, è “colpa dei cattolici” se non abbiamo i progressi sociali dell’eutanasia, della droga libera o del matrimonio gay.

Questa mentalità negazionista che azzera la grandezza del fatto cristiano e della civiltà artistica-culturale-etica che esso ha portato ovunque, e proprio a partire dall’Europa e dall’Italia, è stata combattuta per decenni dai papi, specie Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. I quali gridavano che senza radici una civiltà si consuma, diviene arida e muore, o al limite viene sostituita da una nuova (in)civiltà: quella degli emiri e delle donne in burqa, o quella del dio denaro, della trans-identità e della “educazione” sessuale sin dall’asilo.

Un giornalista-youtuber, che è anche docente di religione a Roma, Alessandro Franchi non si è lasciato intimorire dalla “dittatura del relativismo” (Ratzinger), né dalla “apostasia silenziosa” dei credenti (Wojtyla). Ha preso il toro per le corna e ha sfornato un “Manuale di apologetica cristiana razionale”, intitolato Difendi la tua fede (Tau, 2023).

Due costatazioni lo hanno spinto alla redazione del saggio, destinato a tutti coloro che dubitano dello scetticismo eretto a dogma, ma non dubitano del Vangelo. Da un lato l’attacco, ogni giorno più micidiale, e pieno di conseguenze politiche, al cristianesimo e alla fede, alla Chiesa di Roma e alla morale tradizionale. Visti, da molti intellettuali progressisti, come tumori planetari o come favole sciocche per bambini ritardati. Dall’altro una certezza indubitabile, maturata in anni di studi e di ricerche, unite all’esperienza in classe: “Mai come in questo momento storico la fede cristiana è supportata da argomenti filosofici, evidenze scientifiche e prove documentali”.

Scrive Franchi che “Vivere nel dubbio di essere il prodotto causale di un tiro a dadi della cieca materia, venuti dal nulla e destinati al nulla, non è vita, è follia”. E faccio notare che qui la teologia si lega all’attualità e alla gestione della cosa pubblica. Infatti è proprio su questa visione nichilista (siamo nulla che presto tornerà al nulla) che si fondano le drammatiche involuzioni politiche occidentali. Esempio: se tutto finisce e sto male, perché non drogarmi o suicidarmi?

Se la famiglia tradizionale è irrisa e la natalità è sfavorita, se la vita umana è minacciata agli estremi della sua esistenza, se il mondo va al contrario (Gen. Vannacci dixit) e qualunque principio di pubblica moralità è dichiarato bigottismo e “ritorno al medioevo”, ciò avviene proprio in nome del relativismo etico assoluto, dell’assenza di norme universali e del rifiuto dell’eredità cristiana.

Dio infatti, come hanno capito personalità eminenti e diversissime tra loro (da Aristotele a Cartesio, da Vico a Kant, da Manzoni a Gandhi) è il primo dei valori da difendere. Ed è la base su cui poggia qualunque etica da viversi in società. 

“Senza Dio, tutto è permesso” scriveva Fëdor Dostoevskij e lo sanno così bene i fautori del progressismo e dell’edonismo - del “suicidio assistito della civiltà” - che fanno di tutto per screditare il Vangelo. Sopprimere i suoi simboli, cancellarne le feste, infangarne la storia presso le nuove generazioni, dichiarare Gesù Cristo un estraneo, se non un nemico degli uomini liberi e fluidi che saremmo diventati.

Ma storia, filosofia, ed autentica ricerca scientifica dicono altro. E oggi, come dimostra in modo accessibile e pratico Alessandro Franchi, riscoprire il pensiero religioso e le sue implicazioni etiche e politiche, è fare opera di salute pubblica e di vera ecologia sociale.


 

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