04 ottobre 2022

Pregare per Giorgia e per la Patria


di Paolo Maria Filipazzi

Il 25 settembre 2022 sarà ricordato come una data storica. La netta vittoria alle elezioni politiche della coalizione di centrodestra, con Fratelli d’Italia primo partito, è infatti carica di più di una valenza.

Innanzitutto, grazie a questo risultato, finisce la fase tecnocratica: finalmente l’Italia tornerà ad avere un governo poggiante sulla vittoria elettorale della coalizione che lo sostiene.

In secondo luogo, dopo undici anni tornerà al governo il centrodestra.

In terzo luogo, il fatto che questo governo sia a trazione Fratelli d’Italia, è carico di significati.

Innanzitutto, va levato il cappello di fronte ad una forza politica che, nata dieci anni fa, è stata per lungo tempo trattata da fuoco di paglia ed ora si trova in tasca una scommessa stravinta.

Tanto più che la scommessa non riguardava solo Fratelli d’Italia, ma l’intero tradizione politica della Destra italiana, la cui bandiera, in quel dicembre 2012, sembrava definitivamente caduta e che oggi sventola vittoriosa, riscattando l’impegno e il sacrificio, anche di sangue, di generazioni di militanti.

Infine, compiendo il lungo processo di definizione di sé della Destra nel dopoguerra, Fratelli d’Italia è la prima forza politica nella storia italiana a definirsi conservatrice, assumendo la sfida di andare a esercitare un ruolo che, nello Stivale, è sempre mancato.

Significativo è il dato che il motto con cui il partito ha voluto riassumere i propri ideali, “Dio, Patria e Famiglia”, abbia suscitato tante rabbiose prese di posizione, accusato di essere uno slogan “fascista”. A queste accuse si è replicato dicendo che già ne parlava Mazzini. In realtà, però, questo trinomio non è neppure farina del sacco di Mazzini, dato che richiama a valori che esistono da quando esiste l’uomo (oltreché ad una Persona che l’uomo lo ha creato, ovviamente…) e il fatto che sia stato oggetto di polemiche da solo testimonia di quanto cruciale sia stata la battaglia che si è svolta e di come, per una volta, abbia vinto la parte giusta.

Avere al governo un partito che mette Dio sulla cima della propria scala di valori non può che confortare, così come la certezza che, Giorgia Meloni governante, la marcia delle leggi laiciste si interromperà. 

Qualcuno obietterà che, però, nel programma di Fratelli d’Italia non si parla, per esempio, di abolizione della legge 194. Al che, però, si può rispondere che, realisticamente, una simile proposta, fatta in un contesto accidentato come quello in cui ci troviamo, sarebbe pressoché impossibile da realizzare e, del resto, basta leggere le dichiarazioni rilasciate, non più tardi dello scorso 29 settembre, dal cardinal Ruini per capire che, se nemmeno lui chiede più l’abolizione della legge sull’aborto o di quella sulle unioni civili, non è che si possa pretendere che lo facciano i politici… Su questo campo, purtroppo, è ancora tutta da giocare la partita culturale che, sola, potrà determinare le condizioni perché anche la politica svolti davvero su quelli che noi vecchi nostalgici ancora chiamiamo “principi non negoziabili”. Si tratta di una partita ancor più drammaticamente ardua in quanto, a sua volta, dipende da una battaglia intraecclesiale che, come sappiamo, vede al momento i buoni al minimo storico. Insomma, dato come sono messe le cose, dobbiamo essere grati di quello che abbiamo.

Resta il fatto che fra le fila di Fratelli d’Italia, entrano in Parlamento numerosi esponenti pro life, fra cui Maria Rachele Ruiu, attivista storica di Pro Vita e Famiglia (la cui carta dei valori è stata sottoscritta da Fratelli d’Italia) e basta guardare alle numerose iniziative messe in campo da amministratori del partito in tutta Italia per rendersi conto di come la chimera che vuole Fratelli d’Italia su posizioni analoghe a quelle dell’altro campo sia del tutto infondata.

Ora, passate le giornate di luna di miele, al governo ancora in pectore si prospetta sicuramente un percorso difficile, con gli avversari che sperano di chiudere in pochi mesi quella che molti sperano essere solo una parentesi per tornare alla girandola dei governicchi tecnici e di compromesso. Giorgia Meloni ha di fronte opposizioni politiche, finanza internazionale, burocrazia di Bruxelles e pure alleati la cui affidabilità è ancora tutta da dimostrare. Se fallisse, però, sarebbe davvero il fallimento dell’ultima chiamata.

Vai Giorgia, sei tutti noi! E pregheremo per te e per la Patria.


 

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