11 agosto 2019

Templari. I guerrieri di Cristo e la letteratura/2

Di Franco Ressa
Come detto in un precedente articolo, i cavalieri dell’ordine religioso-cavalleresco Teutonico, sono screditati a causa di un film sovietico nei quali appaiono come precursori della Germania nazista che invade la Russia.
Anche stavolta c’è una manipolazione arbitraria della verità storica. L’ordine dei cavalieri Teutonici nasce a seguito della terza crociata; l’esercito imperiale che si dirige verso la Terrasanta si sfascia dopo la morte accidentale del suo capo Federico Barbarossa, i nobili tedeschi non  dimenticano che i Templari hanno dato appoggio ai Comuni del nord Italia contro l’imperatore, sconfitto nella battaglia di Legnano (1176). Ancor oggi diverse città lombarde, piemontesi, liguri, venete ed emiliane hanno come stemma la croce rossa in campo bianco, vessillo Templare. Gli aristocratici germanici non vorrebbero confluire nell’Ordine più anziano, e ne organizzano uno nuovo, con la croce nera anziché rossa sul vessillo, la nuova compagine di frati-cavalieri viene approvata Papa nel 1191.

Dopo i primi anni in Palestina, il nuovo Ordine viene richiesto dal re d’Ungheria. La Transilvania è sotto attacco dei nomadi turchi Cumani e va difesa. Dopo alcuni anni i nomadi si cristianizzano e stabiliscono su territori ungheresi, così i cavalieri Teutoni sono chiamati a nord dai principi polacchi che affidano loro la conquista delle rive meridionali del mar Baltico. I Teutoni iniziano con la Prus-sia, territorio delle foci del fiume Vistola, abitati da bellicose popolazioni pagane. Queste vengono neutralizzate e qui viene fondata la capitale dell’Ordine, Marienburg presso Danzica, il più grande castello mai costruito nel medioevo, intitolato alla Vergine Maria, protettrice dell’Ordine. Passo do-po passo, i cavalieri sottomettono gli attuali territori di Lettonia ed Estonia, alcuni storici rimprove-rano un comportamento da genocidi, ma nell’epoca non è una cosa insolita, iniziata secoli prima in Germania dall’imperatore Carlomagno che sterminò e convertì a forza i Sassoni.

I Teutoni chiamano i contadini tedeschi ancora servi della gleba, concedono loro la libertà  ed il compito di bonificare e civilizzare le terre selvatiche. La colonizzazione riesce molto bene, e nel XIV secolo l’Ordine Teutonico domina un migliaio di chilometri lungo le coste del Baltico. Questo mare è infestato dai pirati svedesi e danesi, ultimi epigoni dei Vichinghi. Seguendo l’esempio dei cavalieri Giovanniti, che a Rodi hanno stabilito la base navale di contrasto contro i pirati saraceni nel Mediterraneo, i Teutonici costruiscono la loro flotta e cancellano la pirateria sia dal Baltico che dal mare del Nord. Il risultato è una vera rinascita della Germania del nord, con la fondazione e svi-luppo di molte repubbliche marinare, prima tra tutte quella di Lubecca, dove si stabilisce la sede di una potente lega commerciale e militare, le città Anseatiche.

Nello stesso tempo la nobiltà tedesca fornisce il supporto finanziario alle iniziative dei cavalieri; il loro patrimonio terriero arriva a possedere trecento commende, la maggior parte in Germania, ma ve ne sono anche in Francia, Boemia, Austria e Italia. A Venezia la sede dei Teutonici era nella chiesa della Trinità, ora santa Maria della Salute.
La potenza dei Teutonici e la colonizzazione tedesca sono una minaccia per le vicine popolazioni slave, che reagiscono. I russi del principato di Novgorod bloccano l’avanzata teutonica nel 1242 con la battaglia del lago Peipus (quella del film di Einsestein), e nel 1410 il re di Polonia e Lituania Ladislao sconfigge l’Ordine a Tannenberg. I Teutonici perdono i loro possedimenti eccetto la Prus-sia, ma nel 1525 il Gran Maestro dell’Ordine, Alberto di Hohenzollern, aderisce alla riforma prote-stante di Lutero, e si autoproclama duca di Prussia, i beni dei Teutonici vengono secolarizzati e da allora il titolo di cavaliere è puramente onorifico. Comincia qui una nuova storia, quella della Prussia che avrà il suo più grande condottiero nel re Federico II (1740-1786) e unificherà la Germania nel 1870 con la nascita dell’impero Tedesco.

La storia dei cavalieri Teutonici non è dunque tutta in negativo, e ancora bisogna ricordare una grande loro impresa. Nel 1241 il conquistatore mongolo Gengis Khan è morto quattordici anni pri-ma, ha sottomesso tutta l’Asia centrale, ma i suoi nipoti continuano le invincibili invasioni. A oriente Kubilai sottometterà tutta la Cina, e avrà Marco Polo come suo dignitario. A occidente Batu ha invaso la Russia che ora si riconosce sua vassalla, eppure non basta. Due orde puntano verso il cuore dell’Europa. La prima batte gli ungheresi sul fiume Sajo, e le sue avanguardie arrivano sulle coste adriatiche della Croazia. La seconda avanza nella Polonia, saccheggia Cracovia e si dirige verso la Germania.
Un’armata di principi polacchi e boemi affronta gli invasori, lo scontro avviene presso Liegnitz, i mongoli adottano una tattica usuale, sui loro veloci cavalli fingono di ritirarsi battuti, attirano così il nemico in una trappola, lo circondano e lo distruggono con fitti tiri di frecce senza impegnarsi in uno scontro diretto.
I polacchi e boemi hanno fatto questa fine. Rimangono i cavalieri Teutonici, rinforzati da 500 Tem-plari. Abituati alla guerra in oriente i cavalieri non si lasciano intrappolare, si riparano dalle frecce dietro i loro grandi scudi, e intanto contrastano gli arcieri nemici con il tiro delle loro balestre, un’arma nuova efficiente anche a distanza. Alla fine della giornata pochi sono i cavalieri che scam-pano, i mongoli sono padroni del campo, ma l’inatteso ostacolo ha causato loro molte più perdite del previsto, e i capi preferiscono non continuare l’avanzata. Ancora più, è giunta notizia della morte del gran khan Ogodai successore di Gengis Khan, le due orde di Batu quindi si ritirano e ritornano in Mongolia per disputare la sua successione. Come al solito scoppia una guerra civile alla fine della quale ha la meglio Kubilai, il più forte ora come imperatore della Cina. Questo gran khan non ha più mire sull’Europa, le invasioni cessano.

Ai frati-cavalieri dobbiamo quindi la salvezza dell’Europa dal “pericolo giallo”, ed alcuni elementi farebbero pensare che l’invasione e sconfitta di Gog di Magog principe di Ros e di Tubal, nemico del popolo di Dio, predetta nella Bibbia dal profeta Ezechiele e e da san Giovanni nell’Apocalisse, potrebbe riferirsi proprio alla tentata invasione mongolica del mondo cristiano nel XIII secolo.

 

 

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