03 agosto 2019

Quanta misericordia! L'istituto GPII senza GPII (ribellione degli studenti)

L'attuale pontificato costituisce sostanzialmente un tentativo di di cancellare l'insegnamento magisteriale della Chiesa, discendente da Humanae Vitae, Familiaris Consortio, Evangelium Vitae e documenti simili. La vittima principale è chiaramente Giovanni Paolo II, che è stato santificato puramente per motivi di marketing. Il suo insegnamento invece è stato buttato alle ortiche.
L'ultima picconata deriva dalle decisioni prese all'Istituto Giovanni Paolo II.
Al riguardo, vi invitiamo ad approfondire sulla Nuova Bussola, che ha dedicato un dossier alla questione.
Per riassumere: sono stati cambiati gli statuti dell'Istituto e i professori troppo cattolici sono stati estromessi dall'insegnamento. Inoltre anche i piani di studi sono stati rivoluzionati, comprimendo drammaticamente la teologia morale.
D'altronde, a quanto pare il nuovo Vangelo è Amoris Laetitia, che in effetti di teologia morale ne esprime molto poca e quindi non c'è da studiare granché.

Fatto sta, qui veniamo allo scopo del post, gli studenti ed ex studenti dell'Istituto non ci stanno e hanno aperto un sito. https://www.appellostudentigp2.com/ che recita:
Lo scopo di questo blog è, prima di tutto, diffondere e rendere pubblica la lettera inviata il 25 luglio (datata 24 luglio) al preside dell'Istituto, Mons. Pierangelo Sequeri, visto che il "Comunicato Stampa" pubblicato sul sito ufficiale dell'Istituto lunedì 29 luglio non solo non risponde alle nostre fondate domande e paure, ma ignora completamente le richieste che facciamo esplicitamente e che cercano di salvaguardare i nostri diritti come studenti: la continuità dei nostri studi per quelli che siamo entrati con il vecchio Ordinamento.

La lettera, presente sempre sul sito, spiega molto bene la situazione. Citiamo il paragrafo riguardo il siluramento improvviso dei professori, con metodi a quanto pare misericordiosi:
Licenziamenti dei nostri professori

Per quanto riguarda il licenziamento inaspettato di due dei nostri professori dell'Istituto, mons. Livio Melina e padre José Noriega, ci preoccupano e ci allarmano diverse cose:

Il modo improvviso e incomprensibile per noi in cui sono stati licenziati , senza reali ragioni, due professori che sono di gran prestigio non solo all'intero dell'Istituto, ma che rappresentano un punto di riferimento internazionale, come dimostrato dalla loro lunga carriera accademica. Nel caso in particolare del prof. Melina, ciò significa non riconoscere alcun suo merito dopo trentadue anni di insegnamento, ventotto come professore stabile e anni come Preside del nostro Istituto che sotto la sua guida ha visto una espansione in tutto il mondo.

Il fatto che con il licenziamento si indebolisca uno dei pilastri formativi dell'Istituto, come lo sono la morale fondamentale e la teologia morale speciale.

Il fatto che due mesi prima dell'inizio del nuovo anno accademico, 2019/20, con un piano di studio reso noto dall’Istituto stesso a giugno scorso e al quale molti studenti si sono già registrati, ci viene notificato l'immediato licenziamento di mons. Melina e il prof. Noriega, considerando che ciascuno di loro offriva ogni anno un corso obbligatorio, uno opzionale e due seminari di studio, oltre a dirigere tante tesi tuttora in corso. Inoltre, il prof. Noriega dirige con grande successo e riconoscimento la rivista istituzionale Anthropotes e i progetti editoriali dell’Istituto.

4. Non aver considerato la grande stima di cui godono entrambi professori tra gli studenti, come evidenziato nelle schede di valutazione docente e il numero di studenti che ogni anno li scelgono come relatori della loro tesi.

Cari studenti ed ex studenti, voi ritenete incomprensibile questo comportamento, noi invece lo capiamo benissimo. Ciò che voi indicate come grandi meriti culturali e accademici, sono in realtà, agli occhi dell'attuale board ecclesiastico, gravissime colpe. Quei due professori sono addirittura cattolici! Non sta bene, proprio no.

Ordunque, per sostenere questa petizione, recativi qui.

Per la cronaca, si segnala che su Avvenire hanno cercato di difendere la situazione, qui. Il testo è audace, soprattutto dove si dice:
La Chiesa universale ha partecipato, sostenuto e approvato quella «svolta» maturata sub Petro e cum Petro e che è sfociata in due Relazioni finali (Sinodo straordinario 2014, Sinodo ordinario 2015) il cui testo per l’87% si ritrova in Amoris laetitia.
In realtà basta leggere le relazioni e i resoconti dei famosi sinodi, per notare che la Chiesa universale, nella persona dei vescovi che la rappresentavano, non ha sostenuto un bel tubo e che, al massimo l'assemblea era allegramente spaccata in due, tanto che si vociferò di lanci di documenti, urla insulti e quant'altro.


 

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