Ogni estimatore dei racconti di Guareschi può affermare che la caratteristica che distingue le storie di don Camillo e Peppone da tutte le altre è l’intesa che i due nemici-amici hanno nei momenti di pericolo. Don Camillo e Peppone si combattono sul piano politico, ma sono alleati sul piano umano. Di fronte ad emergenze, di fronte ai lutti, di fronte alle difficoltà della guerra, don Camillo e Peppone diventano insolitamente alleati. È anche questa sincera umanità dei due protagonisti che fa apprezzare i racconti di Guareschi a distanza di tanto tempo.
Don Camillo e Peppone, personaggi di fantasia, sembrano più umani di tanti protagonisti dell’oggi, incapaci di comprendere quando sia il caso di cessare il (triste) dibattito politico per fare fronte comune. Lo si vede ogni giorno leggendo come viene trattata la vicenda di Bibbiano, di gravità estrema, per la quale ogni aggettivo è incapace di rendere l’orrore. Ebbene, sarebbe logico aspettarsi che tutta la politica italiana fosse concorde nel fare fronte comune, perché qui si tratta di decine (centinaia? Migliaia? Negli anni, oltre a Bibbiano, quante sono state le famiglie rovinate dai servizi sociali corrotti in tutta Italia?) di famiglie spezzate, alle quali sono stati sottratti i bambini senza alcun motivo apparente, se non quello dei soldi e dell’ideologia. Un caso che, per complessità, vastità e gravità costituisce a ben vedere il più nauseabondo scandalo mai avvenuto in Italia da molti anni a questa parte. Episodi che, per la loro barbarie motivata in buona parte da una ideologia malata, gridano vendetta e di fronte ai quali il minimo sarebbe stato un fronte comune tra i don Camillo ed i Peppone di oggi. Quantomeno, per la nausea che ogni persona normale dovrebbe provare dopo aver letto queste notizie.
Invece, al posto della nausea e del fronte comune, assistiamo ad un teatrino penoso e surreale, nel quale molti Pepponi di oggi, con cieca ostinazione, continuano a minimizzare, a gridare al complotto e a puntare il dito contro chi è genuinamente scandalizzato. A sinistra parlano di macchina elettorale messa in moto a loro danno, e da quanto si apprende dai giornali sembra che le loro principali attenzioni siano volte a spedire querele. Insomma, nel vasto universo della sinistra italiana sembra tutto un fiorire di giustificazioni e di giudizi gratuiti, che vanno, a vario livello, dalla presa in giro di quanti hanno partecipato alla fiaccolata di solidarietà a Bibbiano fino alla bella trovata di qualche mente superiore, che nemmeno di fronte all’inferno dei bambini riesce a non dare del fascista a chi chiede verità. Altre superlative intelligenze hanno cercato di spostare l’attenzione sui fondi russi alla Lega, vicenda che sembra la brutta copia nostrana del banale film a stelle e strisce già poco apprezzato dagli americani. E tutti a sorprendersi se il filmaccio non è piaciuto e se gli italiani non hanno smesso di chiedere verità sullo scandalo della Val d’Enza. Giustamente. Perché di fronte a quanto avvenuto (ed avviene?) sul tema affidi, non potrebbe esserci altra reazione: chiedere verità. Di fronte alla necessità di tutelare i nostri figli dovremmo essere tutti d’accordo. È qualcosa che va oltre il colore politico.
Peppone lo sapeva. La tessera di partito non gli toglieva il buon senso, quel sano buon senso che lo portava a chiedere verità lui per primo, anche andando contro agli interessi immediati del suo partito. Sì, nel mondo di Guareschi si combatteva e le battaglie politiche erano vive e passionali, ma alla fine i clericali e i sinistri si trovavano d’accordo e marciavano insieme per il bene di tutti. Se Peppone vedesse l’ignobile isterismo suscitato da Bibbiano! Sarebbe sceso in piazza lui stesso a chiedere verità. Invece, le reazioni scomposte di una certa sinistra, quella stessa sinistra che ripete ossessivamente il mantra del “restare umani”, fanno pensare che la sua umanità si sia persa per strada. E dire che basterebbe fare pochi chilometri, recandosi in quel di Brescello per rinfrescarsi la memoria su una politica fatta di buon senso. C’è già troppo orrore nella vicenda di Bibbiano e di Moncalieri per dover inorridire anche degli starnazzi di una politica ridotta ad una surreale commedia.
Pubblicato il 26 luglio 2019
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