di Alfredo Incollingo
San Cirillo d'Alessandria è il mandante dell'assassinio della filosofa e della matematica pagana Ipazia? Il film “Agorà” del 2009 lo immortale come un uomo superbo e persecutore, ma la storiografia non ha espresso un giudizio certo sulle sue presunte responsabilità nella morte di Ipazia. Eppure oggi il suo nome sembra indissolubilmente legato a questo antico “fatto di sangue”. San Cirllo è certamente una delle più grandi personalità dei primi secoli della Chiesa Cattolica, che ha giocato un ruolo fondamentale nella definizione delle verità di fede basilari. E' stata un'autorità in campo teologico e un vescovo che ha guidato con fermezza la comunità cristiana alessandrina. Nel 412 venne eletto vescovo di Alessandria alla morte dello zio Teofilo, che prima di lui aveva ricoperto quel ruolo. Diversi anni prima, nel 403, aveva accompagnato lo zio al concilio di Encina, distinguendosi per essere un uomo fermo e colto. Fu il più acceso oppositore delle tesi cristologiche di Nestorio, che negava la maternità divina di Maria e di conseguenza l'unione ipostatica delle due nature di Cristo. San Cirillo ebbe un'intensa corrispondenza epistolare con il teologo, rispondendo alle sue argomentazioni e invitandolo a correggere i suoi errori dottrinali. Fu lui infatti a coniare l'espressione “Maria Madre di Dio”, contrapposto al nestoriano “Maria Madre di Cristo”, che metteva in luce la sola natura umana di Gesù. “Siccome la Vergine generò secondo la carne Dio unito personalmente alla carne, diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto personalmente la natura umana, accettò di essere generato dal suo seno secondo la carne.” Nestorio rifiutò di negare le sue tesi e San Cirillo si appellò a papa Celestino V per risolvere le divergenze teologiche. Il pontefice convocò a Roma un concilio che condannò le dottrine nestoriane e con una lettera impose al teologo di correggere le sue asserzioni. Nel frattempo San Cirillo, ad Alessandria, nel 430, tenne un sinodo che redasse dodici anatemi, ovvero una lista di errori teologici di Nestorio. Di fronte all'ostinazione del teologo, l'imperatore Teodosio II convocò nel 431 il concilio di Efeso che, dopo un lungo confronto tra nestoriani e cattolici, condannò le tesi nestoriane e proclamò il dogma del “Theotokos”. San Cirillo è, dopo Sant'Atanasio, il più importante Padre della Chiesa alessandrina, proclamato Dottore della Chiesa il 28 luglio 1882 da papa Leone XIII con il titolo di “Doctor Incarnationis”, per aver difeso la maternità divina di Maria.
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