L’altro ieri erano tutti Charlie, oggi invece si sono svegliati tutti indignati. Ma Charlie Hebdo faceva letteralmente schifo prima dell’attentato, come fa schifo ora. C’est la laicitè: non importa che la vignetta sia offensiva, blasfema, o che non faccia ridere per niente. Charlie ha tutto il diritto di dire la sua, perché la libertà d’espressione è un “valore” fondante della “nostra” illuminata società Occidentale.
Molti hanno cercato perfino di difendere l’ultima trovata del giornale “satirico” e hanno provato a spiegarci il senso della vignetta incriminata. “Non ce l’hanno con i morti, ma accusano la criminalità organizzata per aver speculato nella costruzione delle abitazioni a discapito della sicurezza dei cittadini” – hanno detto. Bene, a maggior ragione il “messaggio” di Charlie Hebdo non ha senso e si dimostra tutta l’ignoranza di questi paladini della libertà: a parte che nei luoghi colpiti dal recente terremoto la Mafia non c’entra assolutamente niente, ma accusare gli architetti e gli ingegneri che tre o quattro secoli fa hanno costruito i borghi di Amatrice, di Accumoli e di Pescara del Tronto di aver speculato sulla costruzione delle abitazioni e di non aver rispettato le normative antisismiche, è davvero assurdo!
Tutta l’assurdità del “messaggio” di Charlie si può riassumere nel commento di un amico che mi ha fatto particolarmente sorridere: “La Basilica d'Assisi è crollata perché Gregorio IX l'aveva appaltata ad un noto mafioso umbro.” Insomma, basta poco per strappare un’innocente risata, cosa che Charlie Hebdo non riesce a fare. La vignetta del noto giornale francese, invece, semplicemente offende tutto il popolo italiano, deriso con la solita retorica del “pasta, pizza, mafia e mandolino”, una retorica che essendo riferita a tutto un popolo, offende anche la memoria dei morti, i quali sono macchiati della stessa colpa dei vivi. E’ un qualcosa di una superficialità e di una banalità impressionanti, che manifesta tutta l’ignoranza di chi ha disegnato quelle cose. Ma grazie alla sacrosanta libertà d’espressione, anche Charlie ha il diritto di disegnare vignette e diffondere messaggi che non vogliono significare nulla, che non fanno ridere e che provocano soltanto disgusto.
D’altronde, come possono piacerci le arti e la satira di questo libero e laico mondo contemporaneo? Una società che non ha un passato né un futuro, che non ha un inizio e non ha una fine, che non ha l’Alfa né l’Omega, non può avere dentro di sé il senso del buono e del bello. Viviamo in un mondo banale e degenerato e Charlie Hebdo ne è l’esempio perfetto.
Un tempo si diceva “scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”. Ma questo mondo non ha più santi, quindi non è più tenuto a rispettarli. Se Charlie Hebdo ci ha già abituati con le sue vignette blasfeme sul Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, perché dovrebbe rispettare l’anima dei morti? Loro all’anima non credono nemmeno! Per loro i morti sono soltanto dei cadaveri, materia inerte e polvere, come la Santissima Trinità è soltanto un concetto inventato dalla superstizione medievale!
Quali (dis)valori rispetta questo mondo? Libertè, fraterintè, egalitè. Questi sono i principi assoluti che vanno rispettati anche dopo la morte. Guai allora se qualcuno prega e invita a pregare per la salvezza delle anime dei morti. Si lede la loro libertà! E se non erano credenti? Con quale diritto pregate per loro?
Poi, tanto si sa, pregare non serve a nulla. Bisogna fare qualcosa di concreto per aiutare le persone. Non serve a nulla che, dopo essersi svegliati sentendo il terremoto, presi dalla paura che possa capitare nuovamente la tragedia di vent’anni fa, corri ad accendere la televisione per vedere dove è stato l’epicentro del sisma, ad ascoltare le notizie che arrivano confuse una dopo l’altra e che istintivamente ti metti a pregare, per i morti e per i vivi.
Peggio ancora se la preghiera dura tutta la giornata seguente e si fa sempre più intensa quando a mano a mano le notizie si fanno più certe e definite. E ancora dopo, quando senti che c’è bisogno di donazioni di sangue, ma al momento non puoi andare ad offrire il tuo, così chiedi a Gesù di mandare il suo…Necessiti davvero di uno psicologo, tu che segui ancora queste inutili credenze medievali. Sono meglio i cani che i cristiani!
No, noi non siamo mai stati e non saremo mai Charlie. Al diavolo la libertà d’espressione, al diavolo la laicità! Noi crediamo in qualcos’altro, o meglio in Qualcun altro. Abbiamo altri valori. Nous sommes Catholiques! Pubblicato il 04 settembre 2016
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