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28 settembre 2018

Il puntatore. Le ragioni della fermezza

di Aurelio Porfiri
Molti anni fa ho avuto la fortuna di essere studente di un padre passionista che insegnava il pensiero tomista a chiunque avesse voglia di imparare. Lo conobbi che era già verso gli 80, mentre io viaggiavo per i 30. Padre Enrico Zoffoli (1915-1996) al tempo era già molto conosciuto per le sue forti posizioni, posizioni che riguardavano alcune deviazioni nella vita della Chiesa. Egli si dedicava instancabilmente alla difesa della dottrina cattolica con i suoi libri, i suoi articoli, il suo insegnamento, divenendo così membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e meritandosi la stima, su cui posso testimoniare di persona, di nomi come Antonio Piolanti, Dario Composta, Luigi Bogliolo, Brunero Gherardini, Raimondo Spiazzi, Antonio Livi, la crema della scuola teologica romana con Cornelio Fabro, con cui fu anche in contatto.

Veniva accusato di essere intransigente. In una sua lettera ho trovato questo passaggio: "Restar "fermi" nelle proprie convinzioni non significa essere "intransigenti", ma solo coerenti, leali, forti, come lo sono stati tutti gli eroi e i martiri d'ogni fede, religiosa o politica...". Ecco, questa fermezza era caratteristica del suo carattere, mite ma forte, direi indomito.

Nato a Marino, per impulso della madre conobbe una conversione negli anni dell’adolescenza che lo portò, su esempio di uno zio, a cercare la pace della sua anima entrando nei padri passionisti, figli di san Paolo della Croce. Visse per molta parte della sua vita presso il convento della Scala Santa, non senza difficoltà per via delle opposizioni che derivavano dalle sue pubblicazioni e delle sue posizioni coraggiose in difesa della fede e anche per le sue (non velate) critiche verso certi sviluppi interni al tempo del Concilio. Ancora oggi la sua biografia in 3 volumi (e svariate migliaia di pagine) di san Paolo della Croce risalente agli anni ‘60 è considerata come un riferimento per gli studiosi del santo.

Me lo ricordo quando ci spiegava san Tommaso d’Aquino, come il suo sguardo si illuminava quasi sopraffatto dalla bellezza e dalla profondità di quel pensiero. Fu scrittore infaticabile, decine e decine di volumi, tomi ponderosi sulla teologia e sulla filosofia e testi più accessibili su temi che erano in auge al tempo e lo sono ancora oggi: la comunione sulla mano, Chiesa e uomini di Chiesa, l’esistenza di Dio, la confessione, il purgatorio...oggi di tutta questa opera è disponibile quasi nulla. Ho ristampato io recentemente un volumetto con il titolo Abbà. Alla scoperta del Padre, un saggio di elevazione teologica e spirituale.

Suonai l’organo al suo funerale alla Scala Santa. Aveva espresso il desiderio che in quella occasione fosse cantata O Bella mia Speranza, la canzoncina in onore di Maria SS.ma uscita dalla penna di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Amava molto quella canzoncina.

Oggi, purtroppo, pochissimi lo ricordano eppure è stato un eroe della fede, per cui ha lottato per una vita intera. Se la sua presenza terrena per il momento sembra svanita dalla mente degli uomini, certamente non lo sarà dalla mente di Dio.




 

26 settembre 2018

Libri. La sintesi tomistica

Un libro di Réginald Garrigou-Lagrange

di Samuele Pinna
Nel febbraio 2017 è stato ristampata da Fede & Cultura la quinta edizione de La sintesi tomistica di Réginald Garrigou-Lagrange, «illustre domenicano del primo Novecento», come lo descrive giustamente, nella Presentazione della Nuova Edizione, Antonio Livi. Padre Garrigou-Lagrange è stato un filosofo e teologo domenicano, fra le menti speculative più brillanti del XX secolo. Il suo nome è legato principalmente a quello della Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino di Roma (Angelicum), dove fu impegnato per circa cinquant’anni nell’insegnamento. Non si può, tuttavia, tacere il suo preminente ruolo nei Circoli tomistici costituiti da Jacques e Raïssa Maritain, che radunavano insigne personalità dell’epoca, e l’amicizia di pensatori del calibro di Charles Journet, Étienne Gilson, Ambroise Gardeil.
Questo libro è la riproposizione di un capolavoro del Novecento, ora in traduzione integrale, completamente rinnovato e impreziosito da due nuove Appendici, grazie al lavoro assai ben curato di Marco Bracchi.
La sintesi tomistica è una delle opere più mature e riassuntive della ricerca di Padre Garrigou-Lagrange, una visione del mondo filosofico e teologico, mediante l’interpretazione dell’insegnamento di san Tommaso d’Aquino e dei suoi successori. Un ottimo approccio al pensiero dell’Angelico, che può introdurre alla sua dottrina sia filosofica sia teologica.
Si legge nella quarta di copertina: «La realtà tutta è vista alla luce delle dottrine centrali della Trinità, della Creazione e dell’Incarnazione del Figlio in Gesù Cristo, in cui l’umanità è accolta nell’intimità della vita interiore del Dio Uno e Trino. I trattati teologici principali si presentano come una lente attraverso la quale osservare la salvezza, i Sacramenti, la Madre del Redentore e la vita spirituale in cui viene ripristinata l’immagine divina nell’anima umana».
Il volume, poi, come già accennato, «si fregia in apertura di un accurato e competente saggio introduttivo a firma del filosofo mons. Antonio Livi».
Un valido strumento per contemplare quella verità su Dio e, quindi, sull’uomo, da riconsegnare in un’autentica testimonianza cristiana, dove la ricchezza della sacra doctrina si percepisce come ausilio indispensabile per vivere coerentemente il proprio essere discepoli di Cristo.