Da molti anni si registra da parte di molti buoni cattolici una fuga dalla discussione pubblica. Questa fuga esprime un sentimento di impotenza nei confronti di un sistema sempre intento a dispiegare le proprie forze, chiudendo tutti gli spazi del pensiero e imponendo un immaginario di massa unificato.
La sconfitta di Donald Trump negli Stati Uniti ci impone un doveroso risveglio, dopo quattro anni in cui sembrava che il Presidente stesse in qualche modo arginando l'ondata progressista che si propone di ribaltare definitivamente gli usi e i costumi dell'Occidente. Biden in pochi giorni smonterà pezzo per pezzo ciò che Trump ha provato a fare nei suoi, apparentemente, pazzi anni di mandato.
Il nuovo presidente porterà avanti tutte le guerre di "esportazione della democrazia" che il predecessore ha abbandonato e, sotto il malefico influsso della sua vice, concluderà il processo di definizione delle leggi abortiste e omosessualiste più spinte.
A poco servirà un Senato a maggioranza repubblicana, il GOP è già per metà connivente con i liberal. La Corte Suprema anch'essa cosa potrà fare? Tenere duro, con la consapevolezza che ormai il sistema statunitense abbia gettato completamente la maschera.
Non si tratta della democrazia più grande del mondo, ma della truffa più grande del mondo. Le elezioni sono state completamente stravolte e rubate, apertamente, sotto gli occhi di tutti. Ci metteranno poco a neutralizzare anche i giudici non condiscendenti.
Che dire? La battaglia va avanti più di prima, consapevoli che adesso c'è un riferimento in meno e che abbiamo di fronte un leviatano sempre più sfrontato e potente.
Pubblicato il 09 novembre 2020
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