È più pericoloso di quanto sembri
di Marco Sambruna
Si vocifera ormai da tempo del cosiddetto "partito cattolico" sponsorizzato e fortemente voluto dalla CEI. Qualora una simile operazione si concretizzasse credo sia altamente sconsigliabile non solo per un cattolico, ma anche per un conservatore votare quello che possiamo definire molto più come il partito della CEI che come il partito cattolico.
Ciò per due ragioni. In primo luogo occorre considerare bene la posizione di una parte significativa dei vescovi italiani su questioni di capitale importanza circa le questioni fino non molto tempo fa considerate come non negoziabili dalla morale cattolica.
Sui temi relativi alla bioetica abbiamo assistito a delle NON prese di posizione francamente sconcertanti. Ad esempio riguardo l'aborto sul quale si ha la sensazione di una posizione così sfumata, debole e vaga da parte della CEI da assomigliare spaventosamente a una resa e nemmeno troppo onorevole. Ci sono, è vero, delle singole personalità vescovili che di tanto in tanto recuperano l'argomento, ma quando c'è da scendere in campo con decisione per sostenere le organizzazioni pro life, come in occasione dei referendum pro o contro l'aborto in Irlanda e Argentina, siamo stati spesso assordati dai fragorosi silenzi della CEI che non è mai apparsa veramente determinata a condurre una battaglia che evidentemente non considera più di primaria importanza.
Idem riguardo le questioni relative all'eutanasia applicata senza troppi riguardi all'ospedale inglese Alder Hey nei confronti di neonati o in occasione dell'accompagnamento in Svizzera di persone che hanno scelto per l'interruzione volontaria delle funzioni vitali. Qualcuno ricorda una chiara, netta, compatta presa di posizione della CEI in queste occasioni? Credo si possa dire in tutta franchezza che non la ricordiamo.
E poi c'è un secondo aspetto che il cattolico deve valutare e che sconsiglia ulteriormente di votare per il futuribile partito della CEI.
Non è un mistero per nessuno come la CEI a fronte delle posizioni low cost sulle questioni di bioetica sia invece animata da sacri furori non appena si accostano altri problemi di natura sociale: riguardo la gestione dei flussi migratori o il giudizio sul sovranismo politico il consesso dei vescovi italiani ad esempio ha brandito lo spadone dei "diritti umani" schierandosi spesso per l'accoglienza indiscriminata perché occorre "fermare l'emorragia di umanità" o per fare in modo che "il securismo non prevalga sulla solidarietà". Riguardo l'agenda politica conosciamo bene anche il giudizio della CEI sul sovranismo: in sostanza una ideologia perniciosa che vorrebbe costruire muri anziché ponti dimenticando peraltro che proprio un salutare muro fisico e simbolico, quello di Berlino, ci ha evitato la dittatura comunista.
In definitiva si ha il forte dubbio che la CEI abbia deciso di profilarsi sul piano religioso e sul piano politico secondo un progetto: sul piano religioso vorrebbe facilitare in seno alla chiesa la transizione del cattolicesimo da religione soprannaturale a religione naturale o meglio civile i cui articoli di fede non differiscano troppo dal concertone mass mediatico che ci narra il mondo secondo categorie fortemente secolarizzate.
Sul piano politico il partito della CEI ha lo scopo di rispondere a una strategia ben precisa: attirare voti provenienti soprattutto dal primo partito italiano, quello degli indecisi che rappresenta circa il 40% del totale degli aventi diritto al voto, con l’obiettivo non di conseguire un grande risultato elettorale che i vescovi italiani - tutt'altro che sprovveduti - sanno non ci sarà mai quanto piuttosto di raccogliere un 3-4% dei consensi solo apparentemente insignificante. Una percentuale minima infatti può essere decisiva per determinare la vittoria di uno schieramento politico piuttosto che dell'altro in qualsiasi sistema elettorale presenti una quota proporzionale.
Del resto i voti non si contano, si pesano: anche con una percentuale modesta di consensi il partito della CEI può acquistare un potere enorme perché può consegnare il suo piccolo ma fondamentalissimo patrimonio di voti o seggi eventualmente conquistati a uno dei poli contendenti. Dovendo scegliere se consegnarli a un polo sovranista o a uno progressista in base a ciò che abbiamo osservato in questi ultimi anni possiamo essere abbastanza certi che li consegnerà allo schieramento progressista forse determinandone la vittoria. Alcuni di noi forse ricorderanno il movimento politico dell’UDEUR di Clemente Mastella essere stato decisivo nella formazione di un governo vacillante con appena un 2% circa di consensi. Dunque non bisogna farsi ingannare dagli eventuali sondaggi che assegneranno al partito della CEI una frazione minuscola di voti e sottovalutarne così il pericolo: anche pochi punti percentuali o pochi seggi possono essere sufficiente a reinsediare un governo di matrice laicista.
Del resto una semplice constatazione deve indurre a una opportuna prudenza riguardo il partito della CEI: perché proprio ora i vescovi italiani avvertono l'esigenza di un partito cattolico e non prima durante la legislatura PD? Perché intervenire nella contesa politica ora quando c'è un governo che sia pure con dei limiti salvaguardia l'identità culturale italiana fra cui quella cattolica e non prima quando quell'identità è stata seriamente compromessa?
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