09 dicembre 2018

Giù le mani "dal" Manzoni, cantore cristiano per eccellenza!

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un pezzo critico su Alessandro Manzoni. Di solito è noto che noi diamo spazio ad opinioni fra loro molto diverse, senza impegnare tutti i collaboratori nell'obbligatoria condivisione di un parere. Ciò generalmente placa molte polemiche. Eppure il Manzoni è stato difeso con veemenza da molti lettori (il che  dimostra una vitalità intellettuale grandiosa, in un mondo in cui si discute solo di pornografia e cibo, abbiamo lettori di qualità insomma). Anche alcuni collaboratori si sono impegnati nella difesa dell'orgoglio manzoniano. Eccone uno, in stile Summa tomista.  

di Samuele Pinna
Quando uno scrive certe cose poi deve essere coerente con se stesso anche se, alla fin fine, ci perde qualcosa. Pochi giorni fa ho sostenuto che dinnanzi a un errore, seppur dato sotto forma di libera opinione, non si può tacere, ma si ha il dovere di intervenire. Anche andando incontro a qualche imbarazzo. Anche quando c’è di mezzo un’amicizia. Il modo in cui vorrei replicare, però, non è quello a cui siamo abituati, cioè a dibattiti maleducati e scomposti. Al contrario, desidero affermare le mie ragioni secondo quella che era la disputa medievale, che non aveva di mira la sconfitta dell’avversario, ma la verità. La quaestio aveva una struttura.
Dapprima si dà un tema (una sorta di titolo), per esempio: “Se la sacra dottrina sia scienza”.
Poi c’è il Sed Contra, ossia ciò che sembra smentire il titolo: “Sembra che la sacra dottrina non sia scienza”.
Di seguito, il Respondeo dicendum in cui si arriva alla soluzione. Infine, le risposte alle obiezioni del Sed Contra. Tenterò, allora, di impostare la mia quaestio a riguardo del Manzoni, dopo aver letto un articolo pubblicato su questo sito da un mio caro amico.

Il tema:
Se è vero che Alessandro Manzoni sia il migliore e più famoso scrittore cattolico italiano in prosa .

Sembra che Alessandro Manzoni non sia il migliore e più famoso scrittore cattolico italiano in prosa.
1. Il fatto di essere un libro studiato obbligatoriamente a scuola non lo fa apprezzare.
2. Il suo comportamento da cristiano non è stato esemplare, perché non si è occupato degli avvenimenti della sua epoca come avrebbe dovuto e, per esempio, quando Cavour alla sua entrata nel parlamento italiano “si alzò in piedi e chiese l’applauso per la maggior gloria letteraria della giovane nazione Italia, piuttosto che voler apparire, Manzoni batté le mani pure lui, facendo ritornare l’ovazione a Cavour”.
3. Non prese pubblica posizione verso il Risorgimento massonico e, pur aiutandolo, “mai si scomodò di farsi vedere in quelle scuole” di Rosmini che aveva sovvenzionato.
4. Il suo romanzo non è male, ma non è neppure granché, nonostante sia una buona rievocazione storica.
5. Il Cattolicesimo nei Promessi Sposi c’è, ma è di carta.

Respondeo dicendum : è difficile comprendere giudizi gratuiti e senza fondamento, che possono essere mossi solo da coloro che sono riconosciuti (e non per forza condivisi) come giganti della letteratura. Per intenderci: può muovere una critica al Manzoni un Bacchelli così come può criticare la musica di Mozart un Verdi (cosa che questi esimi personaggi non si sono sognati di fare nei confronti dei loro esimi colleghi).
Alessandro Manzoni è il migliore (che poi migliore vuol dire niente) scrittore cattolico italiano in prosa sia da un punto di vista letterario, per l’uso che ha fatto della lingua italiana, sia da un punto di vista storico, per come l’ha utilizzata nel suo romanzo, sia per i valori umani e di derivazione cristiana che ha saputo far emergere dalle sue composizioni.
Sicuramente, proprio perché studiato nelle scuole è il più famoso insieme a Dante.

Soluzione delle difficoltà :
1. Il fatto di essere studiato nelle scuole superiori è una grazia! Mi chiedo cos’altro possiamo offrire ai nostri giovani? Il problema non è cosa è obbligatorio o meno, il problema è com’è insegnato. Altrimenti dopo le scuole superiori nessuno si iscriverebbe al corso universitario di matematica, perché studiandola obbligatoriamente la dovrebbe detestare, così come la geografia, la fisica, le lingue straniere, la storia… il problema non è la materia, semmai come la si insegna! Io, personalmente, ringrazio la mia professoressa di italiano che sui banchi di scuola mi ha fatto innamorare di Dante e di Manzoni, oltre ad altri, a tal punto che a riguardo dei Promessi Sposi apriva il libro a caso e leggendomi una frase mi chiedeva di ricostruire la trama, i personaggi e i luoghi. Grazie a quella brava insegnate ho scoperto il mondo meraviglioso della letteratura che ti forma per la vita e che non si basa sul “mi piace” o “non mi piace”, ma su criteri oggettivi per capire la vera opera d’arte rispetto alle sue contraffazioni.

2. Dalla descrizione offerta, il comportamento del Manzoni appare mostrare tutta la sua umiltà, che è una virtù preziosissima cristiana.

3. Così come il punto sopracitato: la carità si fa in silenzio e non per forza bisogna intervenire pubblicamente su tutto o su una determinata cosa (rimando alla mia seconda esercitazione d’arte umoristica).

4. Solo un affermato e grande critico letterario potrebbe avere il coraggio di dire pubblicamente una tal cosa, che, se la dicesse, decadrebbe ipso facto dall’essere un grande critico letterario.

5. In letteratura il messaggio va trovato sulla carta, non altrove, poiché nonostante la predisposizione dell’artista quel che conta è l’arte nella sua fruizione. Tuttavia, a meno che si legga nel segreto dei cuori (prerogativa di Dio), non mi pare ci sia dissonanza tra l’artista (il Manzoni) e l’arte espressa (i Promessi Sposi).

Il metodo medievale è spietato in quanto a logica e costringe a pensare. Ho risposto alle obiezioni in modo sintetico e maldestro, perché mi risultano un po’ assurde, dal mio punto di vista sarebbe come dimostrare che l’acqua è bagnata o che non esiste genitore 1 o 2 ma mamma e papà. E mi sono permesso di rispondere (solo dopo pressanti inviti) perché mi pare che chi scrive ora abbia gli stessi titoli (cioè nessuno) di chi ha scritto prima di lui. Ho solo usato la ragione e il buon senso. Ma non si può concludere così, proprio per l’amicizia che mi lega all’autore del discusso pezzo sul Manzoni.

Lascio una meditazione per tutti e a lui dedicata.
Il Manzoni (e l’articolo che metto davanti al nome non è casuale), per dirne la grandezza, è “usato” anche nella Liturgia ambrosiana e anche nella solennità dell’Immacolata Concezione (dall’inno Ognissanti) nell’Ufficio delle Letture.

Tu sola a Lui festi ritorno
Ornata del primo suo dono;
Te sola più su del perdono
L’Amor che può tutto locò;

Te sola dall’angue nemico
Non tocca né prima né poi;
Dall’angue, che, appena su noi
L’indegna vittoria compiè,

Traendo l’oblique rivolte,
Rigonfio e tremante, tra l’erba,
Sentì sulla testa superba
Il peso del puro tuo piè.

Commenta Inos Biffi, tra i massimi teologi viventi: «La terza parte del canto è tutta riservata a Maria, la quale non ebbe bisogno del perdono, dal momento che non venne toccata mai dal peccato, né originale né attuale: nella bellezza incontaminata della sua grazia, essa rappresenta il capolavoro dell’“Amor che tutto può”. Nelle tre brevi strofe che concludono il canto il poeta mostra di aver colto con acuta precisione il senso del dogma dell’immacolata: Maria non fu purificata dalla colpa, ma è tornata al cielo – ed è il dogma dell’Assunta – adorna della grazia nella quale era stata concepita e che precedette ogni remissione. Come canta la Chiesa: Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in te. Questa innocenza non fu, tuttavia, un merito della Vergine, ma il gratuito dono dell’Amore divino onnipotente: “Tu sola a Lui festi ritorno/ Ornata del primo suo dono;/ Te sola più su del perdono/ L’Amor che può tutto locò”.

Unicamente Maria non fu contagiata dall’insidioso e avverso Serpente:
“Te sola dall’angue nemico/ Non tocca né prima né poi”. Soltanto su noi egli riuscì indecentemente vincitore: “[…] appena su noi/ L’indegna vittoria compiè”. Secondo la profezia della Genesi, il suo
capo orgoglioso fu invece schiacciato dal piede incontaminato della Vergine: “Traendo l’oblique rivolte,/ Rigonfio e tremante, tra l’erba,/ Sentì sulla testa superba/ Il peso del puro tuo piè”.

La descrizione di rara efficacia di quell’“angue nemico” che, turgido e spaventato, sopravviene sinuosamente tra l’erba, richiama il verso virgiliano:latet anguis in herba, e quello dantesco: Occulto come in erba l’angue, e l’altro: Tra l’erba e’ fior venìa la mala striscia,/ volgendo ad ora ad or la testa, e’l dosso/ leccando come bestia che si liscia » (Teologia e poesia, pp. 355-356).

Morale : non tocchiamo, non ne siamo degni, i giganti della letteratura (e di una letteratura d’ispirazione cristiana), ultimi baluardi contro una mentalità mondana, laicista e anticattolica!

 

1 commento :

  1. Tutto ciò è patetico , ma lo è ancora di più per un sito amante della tradizione. Manzoni fu subito stroncato all'apparire del romanzo da fior di intellettuali cattolici (Albertario ecc.). Oggi per fortuna è possibile (forse) una lettura più disincantata , vedi l'ottimo Spranzi

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