29 novembre 2018

Marcel Lefebvre, il missionario stimato dai Papi

Il 29 novembre del 1905 nasceva Marcel Lefebvre. Il vescovo francese è noto principalmente per le vicende successive al Concilio Vaticano II, ma sarebbe molto utile riproporre e studiarne invece la storia missionaria. Lefebvre ha infatti evangelizzato mezza Africa. Raccolse la stima di Pio XII, che gli chiese di partecipare alla scrittura dell'Enciclica Fidei Donum, mentre Giovanni XXIII (con il quale però c'erano stati molti dissensi quando Roncalli era nunzio in Francia) lo inserì nei lavori preparatori del Concilio. Purtroppo tutti oggi propongono di Marcel Lefebvre solo una caricatura, da una parte o dall'altra, ad uso e consumo dei propri obiettivi ideologici, ma c'è molto molto di più. Di seguito un testo tratto dal nostro libro "Fino alla fine del mondo" (acquistabile qui).

Da San Comboni prese forma un'opera enorme di evangelizzazione [dell'Africa] che ha coinvolto la Chiesa fino ai giorni nostri e che proseguirà. Nel secolo successivo si affacciò però una necessità nuova. Oltre ad avere un clero indigeno, serviva una gerarchia indigena. Pio XII si fece latore di questo intento. Fra le persone che ricevettero l'incarico di creare le condizioni di crescita per i nuovi sacerdoti ci fu un missionario di nome Marcel Lefebvre.
Lefebvre, francese, divenne sacerdote nel 1929. Proveniva da una famiglia cattolica, che aveva dato i natali a molti sacerdoti, vescovi e anche ad un cardinale. Don Marcel entrò nel 1932 nella Congregazione dello Spirito Santo e intraprese la via della Missione, in Gabon. Iniziò un'avventura lunga 30 anni.

Inizialmente insegnante, Lefebvre dimostra sin da subito grandi capacità, tanto che dal 1938 è responsabile di molte missioni in tutto il Gabon. Eccellente amministratore, si occupa, oltre che di evangelizzazione, di far evolvere anche tecnologicamente la vita dei missionari, facendo installare impianti per elettricità e per l'acqua corrente. Per capire il valore dell'opera di questo giovane sacerdote, basta osservare i numeri. I cattolici gabonesi triplicano e il Gabon diventa uno dei principali paesi cattolici dell'Africa.
Nel 1947 Lefebvre, a 42 anni, per volontà esplicita di Pio XII, diventa Vescovo e vicario apostolico a Dakar, una diocesi vastissima. Nel 1948 viene nominato delegato apostolico dell'Africa francofona, un territorio sterminato comprendente 18 stati. L'incarico, come i precedenti, viene svolto con grandissimo impegno e anche in questo caso basta osservare i numeri. In un periodo che va dal 1947 al 1962 il numero dei cattolici cresce talmente tanto che vengono erette 21 nuove diocesi, portando il numero da 44 a 65 sul territorio che era stato affidato al missionario francese. Nella sola Dakar il numero dei cattolici raddoppia.

Ancora prima del Concilio Vaticano II la Santa Sede iniziò a non vedere di buon occhio l'opera di monsignor Lefebvre, che era entrato in contrasto con il presidente del Senegal, Senghor. Quest'ultimo era infatti un socialista "credente", locuzione decisamente inaccettabile per un uomo di Chiesa saldamente ancorato alla Dottrina autentica. Molti all'epoca si erano fatti mettere nel sacco da questi personaggi un po' furbacchioni che proponevano sintesi fra socialismo e cattolicesimo, ma questo Arcivescovo francese, formato nel tomismo, non era certo il tipo.

Il contrasto con il presidente non piacque evidentemente al nuovo Papa, Giovanni XXIII, che pur stimava Lefebvre e lo aveva inserito nelle commissioni preparatorie del Concilio, in modo da farlo partecipare a tutte le riunioni.
Noto all'inane grande pubblico per le vicende successive al Concilio Vaticano II, monsignor Lefebvre è stato in realtà uno dei grandi evangelizzatori dell'Africa, di cui ha ridisegnato il volto, durante tre decenni di attività. La sua azione in quelle zone, di cui abbiamo parlato brevemente, lo pone tranquillamente fra i grandi della Chiesa del '900.
Ancora oggi monsignor Lefebvre è un esempio di come la via della Tradizione sia quella più feconda per portare il Vangelo in giro per il mondo, l'unica che dà la forza di superare tutte le difficoltà, le malattie, le violenze e le carestie.
Sarebbe il caso di approfondire la missione africana di Marcel Lefebvre, per porne la figura sotto una giusta luce e per trarre grandi insegnamenti.


 

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