23 novembre 2018

Libri. "Delle cinque piaghe del canto liturgico"

di Ernesto de Castelli
In questi anni tutti i fedeli cattolici si sono accorti che, fra i tanti, c'è un problema che attanaglia la liturgia: il degrado di canto e musica.
A parlare approfonditamente della questione è Aurelio Porfiri, in un libro che, se ampiamente diffuso, potrebbe contribuire a mettere un po' di sale in zucca ai vari auto nominati animatori liturgici e ai liturgisti fantasiosi, a quanto pare appagati nel sentire urla e gemiti in altri tempi inaccettabili.
Il libro si intitola "Delle cinque piaghe del canto liturgico . Trattatello sulle deviazioni della musica nella Chiesa" (Link per l'acquisto) e individua appunto cinque vizi capitali che attanagliano la Catholica in ambito musicale:

-Clericalismo
-Antropocentrismo
-Sentimentalismo
-Dilettantismo (inteso non come assenza di titoli, ma come impreparazione)
-Opposizione alla tradizione

Citiamo in modo sparso e disorganico.

Sul sentimentalismo.
"Mentre il sentimento è autentico, il sentimentalismo è artificiale. Ecco perché alcuni che sono più formati provano fastidio di fronte alle manifestazioni del sentimentalismo mentre quasi gioiscono quando si trovano davanti all'espressione di sentimenti autentici. In campo religioso questo sentimentalismo può essere fatto risalire allo scisma luterano e all'enfasi sul soggettivismo rispetto all'oggettività del dogma".

Sul dilettantismo
[L'autore cita due esperienze personali]."La prima quella di un sacerdote che era interessato ad avere i miei servizi in una bellissima chiesa nella zona più antica di Roma. Si è parlato un poco ma poi alla fine il sacerdote, precisando che non aveva i soldi per pagare, mi ha detto che tanto c'erano i ragazzi con la chitarra; che è come dire ad un medico che i suoi servizi non sono necessari tanto abbiamo lo sciamano (almeno lo sciamano possiede una qualche conoscenza tradizionale). Insomma, non si fa veramente distinzione fra una persona preparata e coloro che non lo sono e non lo possono essere, in quanto il loro interesse è di cantare qualche facsimile della musica commerciale, non la liturgia in se stessa".

Sull'opposizione alla tradizione
[...]non dimentichiamo influenze come quelle di un certo pragmatismo di marca anglosassone, per cui l'elemento di dottrina è meno importante dell'usare quello "che funziona" in quel momento, costruendo però un edificio che non ha una base solida. Non dimentichiamo che il Concilio si è svolto nei tormentati anni '60, quando influenze sociologiche, filosofiche e teologiche volevano abbattere il passato per dare spazio ad un avvenire che avrebbe fatto a meno dei concetti di autorità, di 59 ordine sociale, di pensiero razionale, lucido e chiaro.


Ricordiamo che il maestro Aurelio Porfiri, fra le varie esperienze internazionali, ha diretto negli ultimi anni il coro nella Basilica di San Pietro durante la celebrazione del Pontificale del Pellegrinaggio del Populus Summorum Pontificum.
Alleghiamo un breve video:





 

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