È tempo di vacanze, e nella redazione di Famiglia Cristiana anche il buon gusto deve essere andato in ferie. Solo così si può spiegare l’inappropriata (eufemismo) copertina del settimanale dei Paolini, che arriva a paragonare il ministro degli Interni Matteo Salvini nientemeno che a Satana. Anche la reductio ad Hitlerum, ormai, sembra poca cosa: dopo l’equiparazione del vicepremier italiano al dittatore tedesco fatta da molti giornali, con il titolone “Vade retro Salvini” Famiglia Cristiana contribuisce a scavare ancora di più il baratro nel quale si è cacciato il giornalismo cattolico italiano e, in buona parte, nel quale si è gettata la Chiesa Cattolica. Lo stato dell’arte è ben riassunto dal diretto interessato che, di fronte a questo violento attacco frontale da parte di un settimanale cattolico, ha commentato: «Chi fa quella copertina vada all'Espresso o a la Repubblica, da loro me l'aspetto ma non da Famiglia Cristiana». Ed ha ragione. Perché ci si aspetterebbe un tale livello di astio e di livore principalmente dai quotidiani della sinistra immigrazionista, che ha trovato nei cosiddetti migranti una nuova bandiera ideologica.
Ma un insulto sfacciato e inelegante come questo no, non ce lo si aspettava proprio da un settimanale cattolico. «Niente di personale o ideologico – precisa però il settimanale dei Paolini - si tratta di Vangelo». Ah, grazie tante, allora è tutto normale. Perché è evidentemente evangelico “sbattere il mostro in prima pagina” e denigrare sfacciatamente chi la pensa in modo diverso, tanto più se si tratta del ministro di una nazione; ministro – occorre ricordarlo – votato e giunto al potere per espressione popolare: dunque, giusto per sapere, il “vade retro” si potrebbe estendere anche ai milioni di elettori della Lega, secondo Famiglia Cristiana? Ed è cristiano manipolare il Vangelo per denigrare una persona? Un giornalismo di questo tipo può ancora definirsi cristiano? A prescindere dalle opinioni che ognuno può legittimamente avere sulle politiche di Matteo Salvini, è necessario constatare che la Chiesa Cattolica si sia espressa fin troppo in questi anni a favore dell’immigrazionismo. Accoglienza è diventata una delle parole d’ordine dell’ultimo pontificato, ed è stata recepita fin troppo bene dal giornalismo cattolico.
Il rischio è sotto gli occhi di tutti: il messaggio di Cristo e della Chiesa Cattolica è ormai passato ampiamente in cavalleria, lasciando il posto ad una partigianeria pro-immigrazione che non lascia presagire niente di buono; perché non si può e non si deve appiattire l’azione della Chiesa alla sola protezione degli immigrati. La Chiesa ha essenzialmente compiti spirituali, deve puntare alla salvezza delle anime e, sì, secondariamente può impegnarsi anche nella carità e nella tutela dei più deboli. Perché la Chiesa è nata per l’anima dell’uomo, non per essere una succursale delle onlus. Perché la Chiesa deve fuggire gli scandali e deve dare il buon esempio, al servizio della Verità; mentre un buon numero di vescovi, sacerdoti, associazioni e giornali cattolici sembra preferire la via della provocazione, piegando addirittura il Vangelo al servizio della propria partigianeria. Nemmeno l’Italia fosse retta da una feroce dittatura.
Invece, l’Italia sta cercando di fare chiarezza in un fenomeno ben poco limpido quale è l’immigrazione dall’Africa. Al contrario: è evidente che le Ong stanno cercando in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote al governo italiano, e sappiamo bene che molte di esse ricevono finanziamenti a pioggia da realtà non esattamente vicine alla Chiesa (basti il nome di George Soros). Pare evidente che il maleducato tifo da stadio contro Salvini e la sua politica non soltanto non è cristiano, ma è anche incredibilmente ingenuo (altro eufemismo) perché chi volesse davvero prendere le difese dei migranti dovrebbe cercare di arginare il fenomeno dell’immigrazione (magari ascoltando i numerosi vescovi africani…) e non applaudire le Ong. Appare evidente che in tutto ciò ci sia qualcosa che non quadra. Ma, al di là di indagare i veri motivi dell’interesse quasi ossessivo che la Chiesa contemporanea dedica al problema migratorio, noi ci poniamo delle ultime, serissime domande: quali rischi comporterà l’appiattimento del messaggio cristiano alla sola retorica dell’accoglienza incontrollata? Non è che, alla lunga, l’appropriazione da parte della Chiesa Cattolica di tematiche care alla sinistra, ai faccendieri come Soros e ai poteri mondialisti finirà per annacquare (e infine annullare) il messaggio di Cristo? Noi preghiamo che ciò non accada, ma i segnali che arrivano giorno dopo giorno non sono incoraggianti.
Pubblicato il 26 luglio 2018
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