(Postfazione al libro Charles Journet e la teologia come servizio alla Chiesa del Verbo Incarnato di Samuele Pinna)
Molto volentieri ho accolto nella mia collana “Divinitas Verbi” questo accuratissimo studio sulla concezione che Charles Journet, vero e grande teologo da me sempre apprezzato, ha della “scienza della fede” come indispensabile servizio a tutta la comunità ecclesiale.
Il lavoro di Samuele Pinna mi è parso un valido contributo alla chiarificazione dei problemi attuali della teologia, non tanto perché si ricollega al mio trattato su Vera e falsa teologia e ne adotta le principali tesi epistemologiche, quanto piuttosto perché espone adeguatamente quello che per me è il pregio maggiore della dottrina di Charles Journet, ossia l’aver messo sistematicamente in relazione alla persona divina del Verbo Incarnato il servizio che il teologo può rendere all’edificazione nella fede di tutto il popolo di Dio. Io infatti sono convinto che il collegamento diretto di ogni oggetto di studio teologico con Cristo, Capo della Chiesa che è il suo Corpo Mistico, consente al teologo di mantenere sempre il corretto rapporto epistemico con il dogma, che è la Parola di Cristo, e pertanto anche con il Magistero, che è la Dottrina dei dodici Apostoli ai quali Cristo ha detto: «Chi ascolta voi ascolta me; chi disprezza voi disprezza me» ( Vangelo secondo Luca, 10, 6). Oggi molte proposte teologiche risentono proprio dell’assenza di questo corretto rapporto epistemico con la Parola di Cristo, infallibilmente custodita e interpretata dalla Chiesa di Cristo. E ciò è dovuto al fatto che il presupposto ecclesiologico di tali proposte è radicalmente antidogmatico: la Chiesa non è compresa più come una realtà personale, umano-divina (il mistico Corpo del quale Cristo è il Capo), ma è ridotta a un’invenzione di stampo idealistico nella quale le persone – tanto la Persona divina del Verbo Incarnato quanto le persone umane a Lui unite per effetto della grazia battesimale – finiscono per scomparire, conglobate in una storia collettiva che storicizza anche la fede, intesa ormai come un indefinito progresso della coscienza di sé che la comunità esprime attraverso i teologi che se ne fanno unici rappresentanti.
Di fronte a tale erroneo presupposto ecclesiologico, ritengo della massima importanza, ai fini della definizione di quale sia il metodo adeguato della teologia, riproporre e riconsiderare la dottrina del cardinale Journet sulla fede cattolica e sulla Chiesa, qui splendidamente esposta da Samuele Pinna. Di questa e di altre coerenti concezioni ecclesiologiche io mi sono servito nei miei studi di logica aletica per verificare se una proposta che si presenta come “teologia” è stata elaborata sulla base (ossia con il presupposto metodologico) di un corretto rapporto epistemico con il dogma e con il Magistero. Il dogma e il Magistero sono infatti due termini ecclesiali immediati del rapporto mediato che ogni credente può avere con Cristo Maestro. I due termini sono di per sé essenzialmente correlati tra loro, in quanto dipendono entrambi dal referente essenziale, che è la persona divina del Verbo Incarnato; ciò non toglie che nelle intenzioni del teologo – qualora perda di vista quel referente essenziale – essi possano risultare di fatto scollegati. E allora succede che un teologo che ha iniziato correttamente il suo lavoro, proponendo ipotesi accettabili (perché sono “vera teologia”), finisce poi col sostenere tesi inaccettabili (perché sono “falsa teologia”).
Ora, quanto al rapporto della teologia con il dogma – intenso proprio come Parola di Cristo Maestro, e pertanto come verità indubitabile per chi professa la fede in Cristo – io ho avuto modo di dimostrare che è possibile mantenere nel lavoro teologico il giusto rapporto con il dogma solo se il teologo vede nella dottrina definita dalla Chiesa, non qualcosa di umano, come ad esempio la “coscienza storica del popolo di Dio in cammino” (Hans Küng) oppure la “precompensione atematica del proprio essere nel mondo” (Karl Rahner), ma una rivelazione soprannaturale in senso proprio, ossia una verità divina comunicata al mondo da Cristo, il quale ha detto: «La mia dottrina non è mia ma di Colui che mi ha inviato» (Vangelo secondo Giovanni, 7, 16). Analogamente, quanto al rapporto della teologia con il Magistero, io ho documentato come sia difficile, o addirittura impossibile, mantenere nel lavoro teologico il giusto rapporto con il Magistero quando il teologo non vede negli insegnamenti (sia ordinari che solenni) della Chiesa ciò che essi realmente sono – l’unica interpretazione autentica del dogma, in virtù del carisma della «infallibilitas in docendo» – ma li equipara arbitrariamente alle ipotesi di interpretazione scientifica delle quali è capace la teologia, riducendo così ogni discorso sulla fede e sulla morale a mera opinione di dottori privati.
Un sintomo di questa deleteria confusione epistemologica è l’abuso linguistico che commettono i teologi quando parlano, non solo di “teologia di Agostino o di Tommaso” (dove il termine “teologia” è usato in senso proprio) ma anche di “teologia di san Paolo o di Giovanni” e di “teologia del Concilio di Trento o del Vaticano II o di papa Francesco” (dove il termine “teologia” è usato in senso improprio, con l’aggravante di negare implicitamente che la Scrittura contenga la Parola di Dio e che il Magistero ne sia il legittimo interprete). Bene ha fatto dunque Samuele Pinna a illustrare il metodo teologico praticato da Journet e a sistematizzarne i principi di base, ricollegando entrambe – sia la prassi scientifica che la sua esplicita teorizzazione – alla concezione cristocentrica che Journet ha della Chiesa. In ciò Pinna è stato agevolato dal fatto di aver in precedenza studiato a fondo l’ecclesiologia del teologo svizzero, alla quale ha dedicato la monografia intitolata appunto Charles Journet: il Mistero della Chiesa [Cantagalli, 2018].
Tenendo saggiamente conto di questa corretta impostazione dogmatica – che consente di collegare ogni proposizione teologica al suo vero referente reale, che è la Parola di Cristo, formalizzata dai dogmi della Chiesa –, Samuele Pinna ha penetrato a fondo la concezione che Journet ha della funzione ecclesiale della teologia, mettendola in relazione con la sua concezione della verità rivelata (la fides quae creditur) e dell’atto di fede in essa (la fides qua creditur), che sono per Journet (e, prima ancora, per la dottrina cattolica qua talis) il fondamento dell’appartenenza a Cristo e dunque alla comunità ecclesiale.
Ciò che ne risulta, in questa perfetta esposizione che ne ha fatto Pinna, è una concezione della teologia cristiana che coincide sostanzialmente con la mia, anche se non mancano alcune differenze nel linguaggio e nello stile argomentativo. Infatti, mentre Journet è tutto preso dall’interesse per l’aspetto sapienziale della teologia, io ho voluto (e persino dovuto, date le circostanze storiche) metterne a fuoco l’aspetto scientifico, analizzando con il massimo rigore logico possibile lo statuto epistemologico di quella che deve essere “scienza della fede”, contrapponendo la teologia “autentica” a quella “falsa”, in quanto espressione di un’equivoca filosofia religiosa. Inoltre, Journet ha analizzato tutti i diversi ambiti della ricerca teologica, mostrando interesse soprattutto per gli aspetti contenutistici, mentre a me interessano esclusivamente gli aspetti formali, ossia metodologici. In ogni caso, trattando della teologia come scienza della fede Journet ha dovuto necessariamente esprimere il suo pensiero su come deve essere rettamente inteso l’atto con cui il credente accoglie come verità la rivelazione cristiana, e anche in questo devo dire che il teologo svizzero – seguendo l’interpretazione filosofica del dogma realizzata da Agostino e da Tommaso d’Aquino, e attualizzata in tempi recenti dai Maritain – è giunto a conclusioni analoghe a quelle che io ho esposto nel trattato su Razionalità della fede nella Rivelazione [Leonardo da Vinci, 2007]. Ciò risulta chiaramente dall’esposizione accurata che Pinna fa delle idee di Journet sull’argomento (cfr. il paragrafo 3.1, intitolato Fede e teologia).
Pubblicato il 05 luglio 2018
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