È in circolazione in questi giorni un testo dal nome “Come è cambiato il Rito Romano Antico” (2018 Solfanelli) a firma di don Pietro Leone. Don Pietro Leone (pseudonimo) è un sacerdote dedito all’insegnamento e alla divulgazione della spiritualità cattolica, compresa quella liturgica.
Evidente in questo testo come la sua preferenza vada alla forma straordinaria; credo che il valore di questo testo, più che nel suo lato “polemico”, sia proprio nel suo confrontarsi quasi antagonisticamente con la forma ordinaria, per recensirne quelle che lui censisce come mancanze rispetto alla forma straordinaria. Ecco che si trattano sinteticamente temi come quello dell’Offertorio, del Canone Romano, della Presenza Reale, del Latino e via dicendo. E l’autore lo fa da par suo, con dovizia di citazioni e riferimenti dalla scrittura e dalla Tradizione. L’autore, come lui stesso ci dice, si prefigge di valutare le due forme (lui dice i due riti, a scopo polemico) in modo scientifico.
Io credo possa essere questo un testo che possa servire come base per un dibattito e confronto su basi scientifiche tra le “due fazioni”, un confronto che si spererebbe sereno, ma visto il clima nella Chiesa questa speranza potrebbe essere vana. Un libro da leggere per gli amanti della liturgia, per continuare a pensare.
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