02 maggio 2012

Per tutti o per molti?


La rete sta dando ampio spazio alla recente lettera del Papa al presidente della conferenza episcopale tedesca, mons. Zollitsch, arcivescovo di Friburgo i.B., sulla corretta traduzione del canone della Santa Messa.
Nella lettera, disponibile al momento solo nell’originale tedesco (anche se numerose traduzioni non ufficiali stanno cominciando a circolare), il Papa esprime rammarico per il fatto che in alcune aree si manterrà l’erronea traduzione ‘per tutti’ nel canone della Messa, benché la Santa Sede abbia suggerito la corretta traduzione ‘per molti’[1]Il Papa si sofferma sull’importanza dell’essere fedeli alla Scrittura, dalle cui parole deriva il canone della Messa.

Mi si permetta di richiamare brevemente questi brani, in cui si riporta l’istituzione della SS. Eucaristia.
Il vangelo di Matteo recita così: “Bevetene tutti,  perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”, “Πίετε ξ ατο πάντες, τοτο γάρ στιν τ αμά μου τς διαθήκης τ περπολλν κχυννόμενον ες φεσιν μαρτιν” (Mt, 26.28)
Marco invece ha queste parole: “e disse loro: ‘Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti’ ”, “κα επεν ατος Τοτό στιν τ αμά μου τς διαθήκης τ κχυννόμενον πρ πολλν” (Mc, 14.24)
Chi ha ascoltato la S. Messa in inglese – nella nuova versione del Messale – sa che ora si dice che il Sangue di Nostro Signore è versato ‘for many’. Purtroppo in molti messali – francese, tedesco, italiano, e forse pure in altri – si continua a mantenere l’erronea versione ‘per tutti’. Di qui nasce il desiderio del Papa di una nuova versione tedesca, in cui si dica che il Sangue di Cristo è versato “für viele”: infatti, se Gesù ha detto che il suo Sangue è versato per molti – ‘pro multis’, come giustamente recita il canone latino della Messa – perché in molte lingue si dice che è versato ‘per tutti’?

C’è chi dice che ciò nasca dal desiderio di sottolineare che la salvezza è offerta a tutti. Il che ovviamente è giusto. Tra le proposizioni gianseniste condannate da papa Innocenzo X nella bolla ‘Cum occasione’ (1653), ce n’è una che recita così: “È un errore semipelagiano affermare che Cristo è morto e ha versato il suo Sangue per tutti”. Cristo è evidentemente morto per tutti. Ma non tutti si salvano.
Facendo riferimento agli effetti della redenzione, Gesù disse quindi che il suo Sangue era versato per molti.

Il Catechismo tridentino (al n. 216) spiega in modo molto efficace questo punto: “Le parole "per voi e per molti", prese separatamente da Matteo (26,28) e da Luca (22,20), sono riunite dalla santa Chiesa, ispirata da Dio, per esprimere il frutto e l'utilità della passione. Infatti se consideriamo l'efficace virtù della passione, dobbiamo ammettere che il sangue del Signore è stato sparso per la salute di tutti; ma se esaminiamo il frutto che gli uomini ne hanno ritratto, ammetteremo facilmente che ai vantaggi della passione partecipano non tutti, ma soltanto molti. Perciò dicendo "per voi", ha voluto significare i presenti con cui parlava, eccetto Giuda, oppure gli eletti del popolo ebreo, quali erano i discepoli. E aggiungendo "per molti" ha voluto intendere gli altri eletti, Ebrei e Gentili. Con ragione dunque non è stato detto "per tutti", trattandosi qui soltanto dei frutti della passione, la quale apporta salute soltanto agli eletti. In questo senso bisogna intendere anche le parole dell'Apostolo: "Gesù Cristo fu offerto una sola volta per togliere i peccati di molti" (Eb 9,28) e quelle del Signore: "Prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai dati, perché sono tuoi" (Gv 17,9)”.

Dal momento che il canone rende evidente questa verità, è probabile che qualche traduttore si sia lasciato prendere la mano, per porre l’accento sull’offerta universale della salvezza a tutti. Il che, ovviamente, non è sbagliato: Cristo è davvero morto per tutti. Ma in un’epoca storica come la nostra, in cui la realtà della perdizione eterna è considerata un argomento da nonne rimbambite e da tradizionalisti fuori dal mondo, è forse bene mettere in evidenza che la possibilità della dannazione è reale e concreta, proprio perché a salvarsi sono pochi (“molti sono chiamati, ma pochi eletti”, ‘πολλο γάρ εσιν κλητο λίγοι δ κλεκτοί’ Mt, 22.14).

Non è quindi un caso che molti progressisti sostengano la traduzione ‘per tutti’: per loro è una sorta di bandiera (del tutto ingiustificata) dell’idea per cui tutti si salvano. Sorprende quindi che i vescovi italiani, sollecitati dalla Santa Sede a rivedere la traduzione del canone della Messa, si siano in larga parte espressi a favore del ‘per tutti’: l’episcopato italiano non è forse uno dei più conservatori del mondo occidentale?
A questo punto gli osservatori di faccende ecclesiastiche cercano quindi di analizzare questa reazione della CEI: i tradizionalisti hanno buon gioco ad osservare che la CEI è conservatrice solo su certi temi, mentre per quel che riguarda la liturgia è sorda ai (giusti) richiami di Roma.
Mi sia permesso di esprimere la mia opinione – sobriamente, come si conviene a questa nostra Italia montiana. Il clero italiano non vuole mantenere il ‘per tutti’ per chissà quale adesione alle idee sulla salvezza universale espresse nel Grundkurs des Glaubens di Karl Rahner: molto semplicemente, ha studiato il latino e il greco in seminario.




[1] Cito dalla lettera: “C’è ora il presumibile rischio che nella imminente pubblicazione della nuova edizione del Messale una parte del mondo germanofono voglia mantenere la traduzione ‘per tutti’, anche se la Conferenza Episcopale tedesca ha accettato di scrivere ‘per tutti’, come era desiderio della Santa Sede” (“es droht anscheinend die Gefahr, dass bei der bald zu erwartenden Veröffentlichung der neuen Ausgabe des „Gotteslobs“ einige Teile des deutschen Sprachraums bei der Übersetzung „für alle“ bleiben wollen, auch wenn die Deutsche Bischofskonferenz sich einig wäre, „für viele“ zu schreiben, wie es vom Heiligen Stuhl gewünscht wird”). 
 

1 commento :

  1. In realtà nel Messale francese si dice che il Sangue di Cristo è versato 'pour la multitude', il che è una resa corretta dell'originale latino.

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