08 luglio 2011

Pdl: rimandato in religione

di Le Roi

Fino a poco tempo fa, quando qualcuno di quelli che ha fatto dell'indignazione un mestiere denunciava le presunte "ingerenze vaticane nella politica", l'esistenza di uno "Stato confessionale" e ostentava con orgoglio lo slogan "No Vat", ero solito dare in incandescenze e tirare fuori il  meglio e il peggio del mio piccolo bagaglio di aspirante apologeta.
Ora, al contrario, rispondo con un rammaricato "magari".

Ricordo infatti  benissimo i "bei tempi" in cui la Binetti veniva sobissata di insulti dal suo allora partito (Pd), in cui i vescovi-tentenna superavano le esitazioni e invitavano all'astensione sul Referendum sulla legge 40 e piazza di San Giovanni in Laterano veniva invasa da migliaia di famiglie festanti.
Era all'incirca il bienno 2005/2007 e il mondo cattolico sembrava finalmente risvegliarsi dopo anni di torpore chitarraro e postconciliare. Ricordo altrettanto bene l'attenzione, strumentale o meno non mi interessa, riservata al fenomeno dal mondo politico moderato-conservatore. Politici divorziati e donnaioli, ex femministe, tutti facevano a gara per accapparrarsi qualche minuto di intervista in cui difendere i "valori non negoziabili" tanto cari al Sommo Pontefice da poco salito sul soglio di Pietro.
Ebbene, a distanza di qualche anno, possiamo dire che - allo stato attuale - mi ero (e ci eravamo) fatti un po' troppe illusioni. Come ci ricorda Francesco Agnoli , quel mondo "si sarebbe potuto espandere se solo si fosse voluto curarlo, annaffiarlo, sostenerlo". E a chi sarebbe toccato in questi anni l'arduo compito se non al più grande partito moderato-conservatore d'Italia, il Pdl?
E' di questi giorni un interessante dibattito, per lo più in corso su La Bussola Quotidiana, che ha al centro proprio questo tema. Il Pdl ha fatto abbastanza per i cattolici che l'hanno votato e che (forse) continueranno a votarlo?
Secondo Agnoli, all'interno del partito
"hanno prevalso subito logiche di potere, le spartizioni tra forzisti e vecchi missini. La destra al potere ha così snobbato gruppi ed ambienti carichi di entusiasmo e di idealità, come tali capaci di fare cultura, di incidere anche nel lungo periodo, per adottare i classici metodi partitocratrici".


Siamo forse troppo esigenti? Guardiamo ai fatti. Tranne il nobilissimo - e credo sincero - impegno di molti politici durante gli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro, qualcuno di noi ricorda questo governo per qualche significativo provvedimento in tema di famiglia, etica, morale? Comprendo benissimo le motivazioni portate dalla "difesa cattolica del Pdl" compiuta da Assuntina Moresi su L'Occidentale. Ma permettetemi di dire che non mi convincono. Anzi, visto che il pastrocchiato (altro che Porcellum) disegno di legge sul testamento biologico presente in parlamento, e in discussione proprio in questi giorni, porta la firma di un onorevole del Pdl, ho sinceri motivi per preoccuparmi.
I cattolici devono quindi smettere di votare Pdl e buttarsi, non so, tra le braccia di Pierferdi? Non credo. Anche dal Centro, con un Casini troppo impegnato a pensare all'alleanza col Pd, non ho sentito provenire crociate contro la Ru486 o la EllaOne (entrambe entrate in commercio durante il governo Berlusconi).

L'unica soluzione è forse quella di DonChisciottizarsi e rompere le scatole per i prossimi due anni al maggior partito di governo. Tocca tornare a essere "quelli del Family Day" (e qui un ruolo fondamentale spetterebbe al nostro pavido episcopato), ricominciare a urlare e fare del sano lobbying su un partito che, anche se non esclusivamente cattolico, dei cattolici non può fare a meno.
Quindi, caro Pdl, al momento non sei bocciato. Sei rimandato al 2013. 

 

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