Fino a poco tempo fa, quando
qualcuno di quelli che ha fatto dell'indignazione un mestiere denunciava le
presunte "ingerenze vaticane nella politica", l'esistenza di uno
"Stato confessionale" e ostentava con orgoglio lo slogan "No
Vat", ero solito dare in incandescenze e tirare fuori il meglio e il peggio del mio piccolo
bagaglio di aspirante apologeta.
Ora, al contrario, rispondo con un
rammaricato "magari".
Ricordo infatti benissimo i "bei tempi"
in cui la Binetti veniva sobissata di insulti dal suo allora partito (Pd), in
cui i vescovi-tentenna superavano le esitazioni e invitavano all'astensione sul
Referendum sulla legge 40 e piazza di San Giovanni in Laterano veniva invasa da
migliaia di famiglie festanti.
Era all'incirca il bienno 2005/2007
e il mondo cattolico sembrava finalmente risvegliarsi dopo anni di torpore
chitarraro e postconciliare. Ricordo altrettanto bene l'attenzione, strumentale
o meno non mi interessa, riservata al fenomeno dal mondo politico
moderato-conservatore. Politici divorziati e donnaioli, ex femministe, tutti
facevano a gara per accapparrarsi qualche minuto di intervista in cui difendere
i "valori non negoziabili" tanto cari al Sommo Pontefice da poco
salito sul soglio di Pietro.
Ebbene, a distanza di qualche anno,
possiamo dire che - allo stato attuale - mi ero (e ci eravamo) fatti un po'
troppe illusioni. Come ci ricorda Francesco Agnoli , quel mondo "si sarebbe potuto espandere se solo si fosse
voluto curarlo, annaffiarlo, sostenerlo". E a chi sarebbe toccato in
questi anni l'arduo compito se non al più grande partito
moderato-conservatore d'Italia, il Pdl?
E' di questi giorni un interessante
dibattito, per lo più in corso su La Bussola Quotidiana, che ha al centro proprio questo
tema. Il Pdl ha fatto abbastanza per i cattolici che l'hanno votato e che
(forse) continueranno a votarlo?
Secondo Agnoli, all'interno del
partito
"hanno prevalso subito logiche di potere, le spartizioni tra forzisti e
vecchi missini. La destra al potere ha così snobbato gruppi
ed ambienti carichi di entusiasmo e di idealità, come tali
capaci di fare cultura, di incidere anche nel lungo periodo, per adottare i
classici metodi partitocratrici".
Siamo forse troppo esigenti?
Guardiamo ai fatti. Tranne il nobilissimo - e credo sincero - impegno di molti
politici durante gli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro, qualcuno di noi
ricorda questo governo per qualche significativo provvedimento in tema di
famiglia, etica, morale? Comprendo benissimo le motivazioni portate dalla "difesa
cattolica del Pdl" compiuta da Assuntina Moresi
su L'Occidentale. Ma permettetemi
di dire che non mi convincono. Anzi, visto che il pastrocchiato (altro che Porcellum) disegno di legge sul testamento
biologico presente in parlamento, e in discussione proprio in questi giorni,
porta la firma di un onorevole del Pdl, ho sinceri motivi per preoccuparmi.
I cattolici devono quindi smettere
di votare Pdl e buttarsi, non so, tra le braccia di Pierferdi? Non credo. Anche
dal Centro, con un Casini troppo impegnato a pensare all'alleanza col Pd, non
ho sentito provenire crociate contro la Ru486 o la EllaOne (entrambe entrate
in commercio durante il governo Berlusconi).
L'unica soluzione è forse quella di DonChisciottizarsi
e rompere le scatole per i prossimi due anni al maggior partito di governo. Tocca
tornare a essere "quelli del Family Day" (e qui un ruolo fondamentale
spetterebbe al nostro pavido episcopato), ricominciare a urlare e fare del
sano lobbying su un partito che,
anche se non esclusivamente cattolico, dei cattolici non può fare a meno.
Quindi, caro Pdl, al momento non
sei bocciato. Sei rimandato al 2013.
Pubblicato il 08 luglio 2011
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