La notizia era talmente segreta che ieri il giornale letto da tutte le persone di cultura, ossia La Repubblica (detto per gli ignorantoni che non l’avessero capito), l’ha subito resa pubblica. Stiamo parlando dell’incontro organizzato qualche giorno fa dalla Segreteria di Stato vaticana con “eminenti” uomini politici cattolici ed esponenti dei vari gruppi e movimenti ecclesiali vicino la stazione Termini, nella chiesa del Sacro Cuore. I nomi dei convocati? Tenetevi forti: Fioroni, Pisanu, Bonanni, Binetti, Pezzotta, Cesa, Buttiglione e via dicendo. Obiettivo della riunione? Allacciate le cinture di sicurezza: rifondare la Balena bianca!
Come si può facilmente notare, all’assemblea carbonara c’era la crema del cattolicesimo democratico italiano, quello che ha governato per cinquant’anni pensando solo alla spartizione delle poltrone e fregandosene di una politica che difendesse autenticamente i valori della Chiesa, tant’è che, nonostante battaglie individuali encomiabili, proprio negli anni della Dc si approvarono le leggi sul divorzio e sull’aborto, senza che qualcuno si scandalizzasse. In fondo i democristiani, a partire da De Gasperi, sono stati i paladini della rivoluzione dei rapporti tra Stato e Chiesa sancita ufficialmente da quella disgrazia chiamata Concilio Vaticano II.
Ma veniamo a noi. Come può saltare in mente al Vaticano di rifondare la Democrazia cristiana? E poi saremmo noi tradizionalisti i nostalgici? Non dico che l’idea di un partito cattolico sia sbagliata. Attenzione, parlo di partito cattolico, non di uno genericamente di ispirazione cristiana, come lo furono il Partito Popolare e, per l’appunto, la Dc. Anche Antonio Socci recentemente ha suggerito di ridare vita al Movimento popolare, che negli anni ’70 e ’80 raggruppò il mondo ciellino. Ripeto, l’idea in sé sarebbe pienamente condivisibile. Criticavamo nei giorni scorsi il Pdl per la mancata attenzione riservata alla questione cattolica. Però, a ben guardare, il partito di Berlusconi è il paradiso se confrontato ad un’ipotetica Cosa bianca con Fioroni e Pezzotta.
Come si può pensare di riunire i cattolici in un unico soggetto politico con questa classe dirigente? E parlo ovviamente di quella cattolica. Quale programma potrebbero partorire le Acli, i Neocatecumenali e il Rinnovamento nello Spirito? Cosa sarebbe la nuova Balena bianca se non un partito inesorabilmente spostato a sinistra? Insomma, il problema è che mancano le risorse umane, le teste con buone idee. Attualmente le migliori o militano nel Pdl o, per la maggior parte, sono escluse dall’agone politico proprio perché troppo fedeli alla Tradizione della Chiesa.
C’è poi un’ultima osservazione da fare, la più importante. Da tempo Papa e vescovi vanno ripetendo che l’Italia ha bisogno di una nuova generazione di politici cattolici. Su questo non c’è dubbio, anche se devo ammettere che nella storia repubblicana io non ho visto grandi personalità. Nessuno ad esempio mette in discussione la rettitudine e i meriti di De Gasperi, ma opinabile appare la sua linea politica. Molto meglio, a quei tempi, uomini ingiustamente messi da parte come Luigi Gedda, indimenticabile guida dell’Azione cattolica (quando ancora era cattolica) e dei Comitati civici. In ogni caso, condivido l’appello della gerarchia. Ma non è sufficiente. Il vero problema è che mancano vescovi cattolici. Si, prima ancora che di politici, abbiamo bisogno di una nuova generazione di vescovi e preti cattolici. Davvero cattolici. Altrimenti come si può pretendere che la politica partorisca buone leggi? Come si può immaginare che un parlamentare faccia gli interessi della Chiesa se gli stessi pastori d’anime se ne disinteressano?
Se andasse in porto, la Cosa bianca sarebbe solo un brutto contenitore per una brutta politica fatta dal più brutto cattolicesimo, quello senza nerbo, remissivo, ambiguo e assolutamente irrilevante. Grazie del pensiero, ma francamente di tutto ciò non abbiamo bisogno. Meglio Berlusconi.
Pubblicato il 12 luglio 2011
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