di Federico Catani
Mi si dia pure del bastian contrario, non mi interessa. Il disegno di legge sulle Dat, o sul testamento biologico, se si preferisce, quello approvato alla Camera e ora passato all’esame definitivo del Senato, non mi piace per niente. E non certo perché è una norma clericale e oscurantista che impedisce l’autodeterminazione del paziente, ma proprio per l’esatto contrario, ossia perché questa legge, seppur con tatto, introduce in Italia l’eutanasia.
Ma come, si dirà, è la Conferenza episcopale che l’ha voluta! Sono i movimenti cattolici e pro-life che l’hanno promossa! Sono i politici cattolici ad averla votata, per impedire un nuovo caso Eluana Englaro! Tutto questo è vero. Ma non è completo. Ci sono diversi altri gruppi, scrupolosamente boicottati o attaccati dal mondo cattolico “ufficiale”, come il Comitato Verità e Vita, che, proprio in quanto cattolici (integralisti, direbbe qualcuno in segno di disprezzo), si sono sempre opposti all’approvazione di questa legge, senza cedere a facili illusioni. Solo Il Foglio di Giuliano Ferrara ha dato sufficiente spazio a queste istanze scomode e forse minoritarie, ma non per questo irrilevanti o irragionevoli.
Ma come, si dirà, è la Conferenza episcopale che l’ha voluta! Sono i movimenti cattolici e pro-life che l’hanno promossa! Sono i politici cattolici ad averla votata, per impedire un nuovo caso Eluana Englaro! Tutto questo è vero. Ma non è completo. Ci sono diversi altri gruppi, scrupolosamente boicottati o attaccati dal mondo cattolico “ufficiale”, come il Comitato Verità e Vita, che, proprio in quanto cattolici (integralisti, direbbe qualcuno in segno di disprezzo), si sono sempre opposti all’approvazione di questa legge, senza cedere a facili illusioni. Solo Il Foglio di Giuliano Ferrara ha dato sufficiente spazio a queste istanze scomode e forse minoritarie, ma non per questo irrilevanti o irragionevoli.
Ebbene, cosa c’è di sbagliato nelle cosiddette dichiarazioni anticipate di trattamento? Proviamo solo a fare un piccolo elenco di quello che non va, prendendo spunto proprio dalle osservazioni fatte dal Comitato Verità e Vita. Innanzi tutto, nonostante modifiche migliorative, nelle legge resta la generica dicitura di “pazienti in stato di ‘fine vita’”, per i quali sono vietati trattamenti straordinari “non proporzionati”, quasi che per i soggetti in stato vegetativo non si debba esagerare nelle terapie, perché tanto non ne vale la pena. I tutori e gli amministratori di sostegno potranno rifiutare terapie salvavita per i loro assistiti e così pure i genitori dei figli minori. Inoltre, non è stato ancora stabilito il divieto di sospendere, nei confronti dei disabili in stato di incoscienza, la respirazione artificiale, che è sostegno vitale al pari di nutrizione e idratazione. Le dichiarazioni anticipate potranno poi essere redatte da giovani in piena salute con una firma in calce ad un modulo, senza nessuna consapevolezza di quel che potrà discendere da tali atti.
Con gli emendamenti, le Dat sono state rese apparentemente documenti non vincolanti e nemmeno efficaci, tanto che si parla di “orientamenti” e inoltre esse hanno efficacia solo in casi estremi. Tali modifiche suscitano perciò dubbi sulla utilità delle disposizioni anticipate, poiché qualunque medico tiene già oggi in considerazione, per quanto possibile, i desideri espressi dal paziente prima di cadere in stato di incoscienza. Tuttavia, il testo produce ugualmente un effetto molto negativo: la possibilità per il dichiarante di “rinunciare ad ogni forma di trattamento terapeutico” ritenuto “di carattere sproporzionato”. È molto probabile che questa “rinuncia” sarà considerata efficace e vincolante per i medici, i quali non potranno attivare terapie salvavita, in spregio alla loro deontologia professionale.
Il testo approvato alla Camera, quindi, fallisce proprio nel suo obiettivo originario, ovvero evitare l’uccisione di un’altra Eluana. Con una normativa così complessa ed equivoca, i Tribunali si riempiranno di cause volte a forzare i limiti della norma o a sostenere interpretazioni in senso eutanasico, in barba alle pur buone e lodevoli intenzioni di chi l’ha caldeggiata.
Insomma, come sostenuto anche da molti laici, come Giuliano Ferrara e il senatore Marcello Pera, di una legge del genere non c’era alcun bisogno. Ci sono già la Costituzione e il Codice penale per risolvere i problemi di cui si discute. Se proprio il Parlamento voleva approvare qualcosa, avrebbe potuto ricorrere ad una norma di un solo articolo, secondo quanto affermato dal bioeticista Giorgio Carbone. Un articolo in cui si sarebbe dovuto ribadire che alimentazione, idratazione e ventilazione “sono doverose forme di sostegno vitale e finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita”.
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