Rifletto sulla scandalosa “giornata nera” (come l'ha definita Pigi Battista) di
mercoledì 20 luglio e mi viene da pensare che l'affaire Papa-Tedesco potrebbe senza problemi essere inserito tra
le pagine della Settimana Enigmistica,
in questi giorni onnipresente sotto gli ombrelloni italiani, sottoforma di concorso estivo.
Qualcosa tipo "Quesito con la
Susi" o "Trova le differenze". E sarebbe compito arduo,
per i lettori, individuare le
disuguaglianze tra i due casi. Infatti, sebbene i capi di imputazione fossero diversi, entrambi i
protagonisti erano (e Tedesco lo è ancora) parlamentari. Ma Palazzo Madama ha deciso di salvare il senatore democratico, mentre Montecitorio ha
votato per l'arresto dell'azzurro
Sullo
squallido gioco politico che ha portato
al sacrificio di solo uno dei due rappresentanti del popolo è stato già
scritto molto, e molto dovrebbe essere ancora approfondito il
patetico salvataggio (checché ne dica la dietrologa senatrice Finocchiaro)
operato al Senato dal gruppo del Pd nei confronti del suo rappresentante.
L’atteggiamento della Lega e l'incapacità, da parte del Pdl, di comunicare perchè Papa andasse salvato sono però due punti sui quali forse vale la pena di spendere ancora due parole.
Partendo dal primo, il partito di Bossi (o di Maroni ormai?) è sul punto di perdere l'occasione di divenire un vera forza di governo, così come ricordato da Giuliano Ferrara su "Il Foglio" di giovedì. L'emorragia di voti degli ultimi mesi sta facendo maturare nei vertici leghisti, sobillati da una base non sempre ragionevole, la tentazione di tornare al cappio, a quel macabro show messo in scena in Parlamento nel '92 ai tempi di Tangentopoli. Il famigerato "vento dell'antipolitica" abilmente cavalcato in questi anni dal Carroccio (molto più che da Grillo o Di Pietro), lo sta talmente condizionando al punto che alcuni parlamentari leghisti, mercoledì, si sono scattati una foto col cellulare al momento del voto. Probabilmente serviva un cimelio da poter ostentare al bar o in sezione per dimostrare che loro, i puri padani, con la "Casta" non c'entrano nulla.
Sta affiorando così nella Lega una sorta di superiorità antropologica in salsa padano-celtica, quasi a volersi porre come eredi di quegli incorruttibili Germani esaltati secoli fa da Tacito in opposizione alla corruzione di Roma. Una strada pericolosa, a mio avviso perdente, che non farebbe altro che condurla indietro di almeno dieci anni, invece di farla proseguire sulla strada delle riforme e della maturità politica.
Sul versante Pdl si è invece palesata la solita incapacità di comunicare i motivi di scelte impopolari che, a prima vista, potrebbero apparire come i soliti gesti a tutela della “casta”. La decisione di votare contro la custodia cautelare sia per Papa che per Tedesco non fa però parte di quegli inutili pregi della cricca di Montecitorio tanto di moda in questi giorni sulle pagine di Facebook.
L’autorizzazione a procedere delle Camere è, in questo caso, uno di quei “contrappesi” che, in una democrazia liberale, devono sussistere per garantire un equilibrio tra i tre poteri dello Stato.
È inutile riempirsi la bocca di sparate demagogiche: Papa e Tedesco non sono semplici cittadini, ma membri di uno dei tre poteri, quello legislativo. E questo potere deve essere tutelato, salvo casi limite, dallo strapotere che avrebbe il giudiziario – a causa del protagonismo di alcuni suoi membri – se non fossero posti dei limiti al suo agire.
Papa poteva e doveva essere processato, ma l’arresto cautelare di un parlamentare, nella storia repubblicana, si è verificato solo quattro volte, e sempre per casi gravi di collusione con il terrorismo. Mai per le ridicole inchieste di un Woodcock qualsiasi.
Cari politici, fate capire ai cittadini che di tutti i vostri inutili e onerosi privilegi, l’unico che veramente vi serve per esercitare il vostro lavoro è questo.
Altrimenti preparatevi: ai tempi di Craxi c’era la lira e gli spicci erano pochi. Con l’Euro ci sono un sacco di monetine avanzate nelle tasche degli italiani.
Pubblicato il 23 luglio 2011
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