26 giugno 2020

Il valore delle statue

di Franco Ressa
Un pretesto vale una guerra ? A volte sì, è il famoso casus belli, che a volte viene appositamente cercato e provocato per dare il pretesto a un aggressione.
Nei giorni scorsi si è avuto il caso di un uomo, George Floyd, afroamericano (1) ingiustamente maltrattato dalla polizia americana fino a causarne la morte per soffocamento. Tragica violenza ingiustificata da parte dei poliziotti, che meritano una esemplare punizione. Ma da quel fatto isolato è scaturito un insieme di violenze che si dichiarano antirazziste, ma sono certamente pretesti pilotati contro il presidente Trump, persona molto invisa alle sinistre statunitensi che tentano in ogni modo di gettare discredito su di lui.
La manifestazione più eclatante è stata l’abbattimento e distruzione di monumenti dichiarati “razzisti”, tra questi anche lo scopritore dell’America Colombo e George Washington padre dell’indipendenza ma proprietario di schiavi. Alcuni ridicoli epigoni italiani hanno imbrattato la statua di Indro Montanelli, accusato di aver sposato e abbandonato una ragazza abissina dodicenne nel 1936 (ma l’età media del matrimonio per una etiope, a quei tempi era quella).

Ora facciamo un salto indietro di duemila e più anni. In un’isola greca sorge un grande tempio alla dea Afrodite. Questa ha il patronato sulle pulsioni erotiche tra maschi e femmine, perciò viene raffigurata come una donna svestita, che invita all’amore col suo stesso aspetto. Il tempio è meta di uomini, donne, ragazze provenienti da tutta la Grecia. Portano offerte per chiedere un buon compagno, un vero amore e una vita di coppia lunga e felice.
Poi i tempi cambiano, arriva la nuova religione di Gesù Cristo che nell’anno 380 diventa culto di stato. I templi sono espropriati e gli dei pagani abbattuti visto che nessuno più crede in loro.
Tutto tace nell’isola greca fino al 1820 quando un contadino zappando la ritrova e la nasconde. Viene poi acquistata dal capitano di una nave francese e portata in Francia. Il marmo è danneggiato, mancano le braccia, ma la bellezza di ciò che resta è tale che da allora le è riservato un posto d’onore nel museo del Louvre. 
Era giusto per i cristiani antichi abbattere la dea falsa e troppo discinta ed immorale? Forse sì, ma il significato della bellezza tecnica ed estetica di quella statua rimane, e piuttosto che i distruttori si vuole ricordare l’artefice che scolpì con grande maestria quel capolavoro unico.
Allo stesso modo gli abbattitori e lordatori odierni di statue non potranno mai farsi gloria del loro gesto, che distrugge qualcosa di affermato (i personaggi storici) e non costruisce nulla, nemmeno eviterà il continuare dell’odiato razzismo.

(1) Termine da preferirsi invece che “di colore”, e qual’è questo colore ? Il nero, ma gli oggetti neri così appaiono all’occhio umano perché assorbono tutte le radiazioni visibili, dunque in fisica il nero non è un colore ma assen-za di colori.

 

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