di Paolo Maria Filipazzi
Sono passati ormai giorni dalla morte di papa Francesco, e più si avvicina il conclave che dovrà eleggerne il successore, più percepiamo come lontani gli anni appena trascorsi, anche se, nel momento in cui scriviamo, sono trascorsi da appena 11 giorni.
E’ finita.
Comunque vada il prossimo conclave, che elegga un papa di continuità o rottura, conservatore o progressista, santo o farabutto, sarà un’altra storia. La vicenda che abbiamo attraversato fino allo scorso 21 aprile è finita.
Prima di voltare pagina, è necessario, però, guardarsi indietro un’ultima volta, e di dire finalmente alcune cose che fino adesso avevamo valutato che non fosse il caso di dire, almeno non per intero. Non sappiamo se ora servirà a qualcosa dirle, probabilmente a nulla se non a liberare noi da un peso.
Partiamo da quel 11 febbraio 2013 che oggi, pure, ci sembra lontano.
Benedetto XVI era stato una figura tragica e, fino a quel momento, apparentemente eroica, con il suo tentativo di testimoniare la Verità cattolica ad un mondo che la rifiutava e di ristabilire la retta dottrina all’interno di una Chiesa da decenni in confusione.
A stenderlo, però, non furono né i laicisti che dall’esterno lo bombardavano né i modernisti che lo stesso facevano dall’interno. Furono coloro da cui ci sarebbe aspettato che facessero quadrato attorno a lui. Invece, in quel mondo noto come “tradizionalista” si diffuse ampiamente un atteggiamento schizzinoso e benaltrista: Benedetto XVI, si diceva, non stava facendo abbastanza, era troppo timido, anzi, per alcuni, era un impostore che voleva brasare la Tradizione fingendo di volerla restaurare.
Morale: per citare una frase del film Il Cavaliere Oscuro, di Christopher Nolan, Benedetto XVI era il papa di cui avevamo bisogno, ma non quello che ci meritavamo.
Ciò che ci meritammo ampiamente furono le sue dimissioni.
Dopo di lui venne Francesco, il papa di cui non avevamo bisogno, ma che ci meritavamo..
Ebbene si, ce la siamo meritata questa tortura, e ce la siamo meritata per tutto il corso dei lunghissimi dodici anni per cui è durata.
Bergoglio ha avuto un’ enorme responsabilità negativa, che si articola in due aspetti: avere esasperato la crisi dottrinale che Benedetto XVI aveva cercato, se non di risolvere, almeno di arginare, e di avere imposto alla Chiesa uno stile di governo dispotico, nepotistico e, al tempo stesso, bizzoso e sconclusionato.
Questo ha provocato un profondo malessere in numerosi fedeli, cui una piccola parte della gerarchia e della cultura cattolica hanno legittimamente e meritoriamente dato voce.
Tuttavia, a questo si è accompagnata la nascita di un “antibergoglismo” che si è presentato come un fenomeno folkloristico dai connotati fortemente macchiettistici e grotteschi, nutrendosi e al tempo stesso alimentando, in un circolo vizioso, complottismi, sensazionalismi scandalistici, sedevacantismi e perfino pseudo millenarismi e, ovviamente, continuando a bombardare, oltre al solito Benedetto XVI, presentato come il precursore di Bergoglio, anche quei cardinali o vescovi che cercavano di tenere la barra dritta, accusati di essere a loro volta troppo blandi se non di essere uno specchietto per le allodole della “falsa chiesa bergogliana”, come costoro hanno ribattezzato unilateralmente la Chiesa cattolica.
Questa nicchia delirante ha, di fatto, sabotato tutto ciò che sosteneva di voler difendere, screditando l’intero mondo dei cattolici tradizionali agli occhi di molti fedeli perbene, generando un irrigidimento di buona parte del clero e dando testo a chi, dal papa in giù, ne avrebbe voluto la cancellazione.
Diciamoci la verità: chiunque sia stato vicino alla messa tradizionale sa bene che, ogniqualvolta, in una diocesi, si trattava di rapportarsi con la Curia per ottenere la celebrazione del rito antico o per scongiurarne la soppressione, uno dei problemi più gravi si rivelavano essere i comportamenti gratuitamente provocatori di qualche deficiente che, presentandosi come l’oltranzista della causa, rischiava di provocarne l’affossamento, quando proprio non ci riusciva.
Per anni abbiamo sofferto e ci siamo offesi per i veri e propri insulti che Bergoglio ha indirizzato a quelli che chiamava “rigidi”, “indietristi” e quant’altro. Siamo, però, onesti: non tutti noi corrispondiamo a quelle descrizioni, il che giustifica che ci offendessimo, ma quanti ne conosciamo che sono esattamente così? Si dirà che Bergoglio & co, scorrettamente, generalizzassero per faziosità. Può darsi. Ma se quelli non ci fossero stati, questi avrebbero avuto un’arma polemica in meno.
E poi, per essere onesti fino in fondo: coloro di cui ci stiamo occupando, sono solo degli imbecilli o, a loro volta, sono dei disonesti? Basterebbe vedere le paradossali reazioni di esultanza di fronte a fatti negativi, una su tutte l’emanazione del motu proprio Traditiones Custodes: non interessava loro il danno fatto, ma il poter dire che l’evento dimostrava che loro avevano ragione. Non interessava loro che si risolvesse la crisi della Chiesa ma, al contrario, nella crisi della Chiesa ci stavano benissimo, essendo lo scenario necessario a ciascuno di loro per continuare a recitare il proprio personaggio e affermare la propria superiorità morale, intellettuale e dottrinaria.
E andiamo fino in fondo: ricordiamoci che il primo a mettere in dubbio che Bergoglio fosse il legittimo papa non è stato il povero Andrea Cionci, ma un celeberrimo giornalista cattolico senese che, dopo avere incassato un bel po’ di quattrini con tre libri che sono stati all’origine della mitologia dell’ antibergoglismo folkloristico, se ne è tornato placidamente a scrivere articoli sulla Madonna e Padre Pio mentre il mostro imperversava. Per non parlare di noti vaticanisti che, andati in pensione o prossimi ad essa, si sono buttati su questo mercato…
Insomma, non solo ci siamo meritati la punizione, ma non ci siamo nemmeno emendati e ce la meriteremmo ancora e ancora e ancora… Ci meriteremmo un Francesco secondo elevato al quadrato.
Tuttavia, non ci saremmo meritati nemmeno che Cristo patisse sulla Croce per i nostri peccati, eppure Lui lo ha fatto, perché era ciò di cui avevamo bisogno.
Forti di questa Speranza, che è quella che non tramonta, voltando le spalle al passato, possiamo guardare al futuro fiduciosi che non sia quello che ci meriteremmo…
Magistrale
RispondiEliminaCi voleva! Ma chi è questo Paolo Maria Filipazzi? Complimenti vivissimi per aver saputo riassumere tanta verità in poche parole assestate con precisione chirurgica! Naturalmente non mancheranno di giungere gli strali di certi ex vaticanisti "duri e puri" con tanto di maggiordomo...Costoro esami di coscienza non se fanno mai e al loro triste tradizionalismo commerciale daranno da mangiare anche questo articolo che spacca e che spero sia diffuso il più possibile anche tra certo clero...
RispondiEliminaRidicolo
RispondiEliminaAvevo posto in dimenticanza la poco rilevante esistenza di costoro, ma oggi il Valli li ha tratti fuori da tale mio oblio. Provvedo subito a riporli là, ove a ragione se ne stavano.
Ho seguito in questi anni Aldo Maria Valli e non ho mai trovato che fosse uno di quelli che ci ha guadagnato in questo tempo di confusione. Non so neppure se l'autore dell'articolo, che tra l'altro approvo nei suoi contenuti, alludesse anche a lui. A volte non sono stato d'accordo con i post del suo blog, ma stiamo attenti! Su Duc in altum viene dato spazio a voci di vario orientamento, con posizioni spesso divergenti. Non confondiamo quindi la pluralità che trova spazio su Duc in altum con una precisa presa di posizione di Aldo Maria Valli sui singoli temi.
RispondiEliminaIl suo blog è stato un luogo di arricchimento dove in molti hanno potuto parlare e dire la loro, come penso che sia anche questo blog. Non cominciamo un nuovo pontificato all'insegna delle divisioni tra noi. Se tutti rimetteremo al centro Gesù Cristo, il grande dimenticato di questa Chiesa contemporanea e di molti dei suoi pastori, riusciremo a parlarci con franchezza, a fare osservazioni circostanziate, anche a correggerci a vicenda, ma solo per riprendere un cammino insieme in una Chiesa che sia vera luce per il mondo e non uno specchio che riflette le torbide luci del mondo, con le sue ideologie e i suoi ingannevoli dogmi. Con rispetto per tutti, vi saluto.
Caro sacerdote, si è accorto che il blog di Valli non è più cattolico? Si è accorto che la faziosità di cui è intriso ne compromette la cattolicità sino alle fondamenta? Si è accorto che non esiste alcuna possibilità di botta e risposta sul blog del suo amico sedevacantista Valli? Altro che pubblicare tutte le campane? Si è accorto dei tromboni servito di cui si è circondato, primo fra tutti il povero Battiston?? No, non si è accorto. E questo la dice lunga sul discernimento della maggioranza di quel clero obnubilato da un partitismo quanto mai mondano, frutto di scelte per nulla spirituali. Meno tempo sui blog, più tempo in ginocchio! Altro che...
EliminaPace e bene!