Il secondo mandato di Donald Trump è iniziato da meno di un mese e già si sta rivelando più dirompente di tutte le previsioni, sia nella politica interna che in quella estera.
Un paio di giorni fa, a prendersi la scena è stato il suo vice, quel J.D.Vance che potrebbe essere il vero uomo del futuro per l’America, il quale, parlando alla conferenza per la pace di Monaco, ha gelato gli ascoltatori europei con un discorso che, un giorno, potrebbe essere ricordato fra quelli che hanno fatto svoltare la storia.
Dopo le prime battute, Vance ha sferrato la prima martellata: “la minaccia che più mi preoccupa nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno. Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno. La ritirata dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America.”.
Il passaggio centrale del discorso è stato quello in cui il vicepresidente statunitense ha richiamato la Guerra Fredda: “Ora, come molti di voi in questa sala sapranno, la Guerra Fredda ha schierato i difensori della democrazia contro forze molto più tiranniche in questo continente. E considerate la parte in quella lotta che censurava i dissidenti, che chiudeva le chiese, che annullava le elezioni. Erano i buoni? Certamente no. E grazie a Dio hanno perso la Guerra Fredda. Hanno perso perché non hanno valorizzato né rispettato tutte le straordinarie benedizioni della libertà. La libertà di sorprendere, di sbagliare, di inventare, di costruire, poiché a quanto pare non si può imporre l’innovazione o la creatività, così come non si può costringere le persone a pensare, a sentire o a credere a qualcosa, e noi crediamo che queste cose siano certamente collegate. E purtroppo, quando guardo all’Europa di oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda.”.
Ecco quindi la questione chiave della nostra epoca: coloro che hanno vinto la Guerra Fredda in nome della libertà, sembrano diventati ciò che hanno combattuto in passato. E ad esserne minacciata è, innanzitutto, la libertà religiosa: “E forse la cosa più preoccupante è che mi rivolgo ai nostri cari amici, il Regno Unito, dove il regresso dei diritti di coscienza ha messo nel mirino le libertà fondamentali dei britannici religiosi in particolare. Poco più di due anni fa, il governo britannico ha accusato Adam Smith Connor, un fisioterapista di 51 anni e veterano dell’esercito, dell’atroce crimine di essersi fermato a 50 metri da una clinica per aborti e di aver pregato in silenzio per tre minuti. Senza ostacolare nessuno, senza interagire con nessuno, semplicemente pregando in silenzio da solo. Dopo che le forze dell’ordine britanniche lo hanno identificato e gli hanno chiesto per cosa stesse pregando, Adam ha risposto semplicemente che stava pregando per il figlio non ancora nato, che lui e la sua ex ragazza avevano abortito anni prima. Ma gli agenti non si sono commossi. Adam è stato dichiarato colpevole di aver infranto la nuova legge sulle zone cuscinetto del governo, che criminalizza la preghiera silenziosa e altre azioni che potrebbero influenzare la decisione di una persona entro 200 metri da una struttura per aborti. È stato condannato a pagare migliaia di sterline di spese legali alla pubblica accusa. Ora, vorrei poter dire che si è trattato di un caso fortuito, un esempio folle e isolato di una legge scritta male che viene applicata contro una sola persona, ma no, lo scorso ottobre, solo pochi mesi fa, il governo scozzese ha iniziato a distribuire lettere ai cittadini le cui case si trovano all’interno delle cosiddette zone di accesso sicuro. Avvertendoli che anche la preghiera privata all’interno delle proprie case può costituire una violazione della legge. Naturalmente, il governo invita segnalare qualsiasi concittadino sospettato di reato di pensiero. In Gran Bretagna e in tutta Europa, la libertà di parola, temo, è in ritirata.”.
Una potentissima denuncia della guerra alla fede cristiana in corso nel continente che ne è stato la culla e il centro di irradiazione.
La critica del cattolico e conservatore Vance non si è fermata e ha colpito le alterazioni del sistema democratico messe in atto nei paesi europei: “mi ha colpito che un ex commissario europeo sia andato in televisione di recente e si sia mostrato compiaciuto del fatto che il governo rumeno avesse appena annullato un’intera elezione. Ha avvertito che se le cose non andranno secondo i piani, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania. Queste dichiarazioni sprezzanti sono scioccanti per le orecchie americane. Per anni ci è stato detto che tutto ciò che finanziamo e sosteniamo è in nome dei nostri valori democratici condivisi. Tutto, dalla nostra politica sull’Ucraina alla censura digitale, è presentato come una difesa della democrazia. Ma quando vediamo i tribunali europei annullare le elezioni e alti funzionari minacciare di annullarne altre, dovremmo chiederci se ci stiamo attenendo a uno standard adeguatamente elevato, e dico noi stessi perché credo fermamente che siamo nella stessa squadra. Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici, dobbiamo viverli.”. Il riferimento è agli eventi clamorosi avvenuti in Romania lo scorso dicembre, quando, avendo prevalso al primo turno delle elezioni presidenziali il candidato Calin Georgescu, considerato “sovranista”, la Corte Costituzionale ha annullato il voto.
E più oltre: “ siamo al punto in cui la situazione è diventata così grave che lo scorso dicembre la Romania ha annullato i risultati delle elezioni presidenziali sulla base dei fragili sospetti di un’agenzia di intelligence e delle enormi pressioni dei suoi vicini continentali. Per quanto ne so, la tesi era che la disinformazione russa aveva infettato le elezioni rumene, ma vorrei chiedere ai miei amici europei di avere un po’ di prospettiva. Potete credere che sia sbagliato che la Russia acquisti pubblicità sui social media per influenzare le vostre elezioni. Noi certamente lo pensiamo. Si può anche condannare sulla scena mondiale. Ma se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era molto forte fin dall’inizio. La buona notizia è che mi capita di pensare che le vostre democrazie siano sostanzialmente meno fragili di quanto molti temano apparentemente, e credo davvero che permettere ai nostri cittadini di dire ciò che pensano li renderà ancora più forti”.
E qui Vance ha picconato con decisione la politica dei “muri di fuoco”, dei “cordoni sanitari” e degli “archi costituzionali”:“gli organizzatori di questa stessa conferenza hanno vietato ai legislatori che rappresentano i partiti populisti sia di sinistra che di destra di partecipare a queste conversazioni. Ora, ancora una volta, non dobbiamo essere d’accordo con tutto o con qualsiasi cosa la gente dica, ma quando le persone rappresentano, quando i leader politici rappresentano un’importante comunità, è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro. Per molti di noi dall’altra parte dell’Atlantico, sembra sempre più che si tratti di vecchi interessi radicati che si nascondono dietro brutte parole dell’era sovietica come disinformazione e misinformazione, a cui semplicemente non piace l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa o, Dio non voglia, votare in modo diverso o, peggio ancora, vincere un’elezione.”.
Ha poi proseguito sul tema dell’immigrazione: “Oggi, quasi una persona su cinque che vive in questo paese si è trasferita qui dall’estero. Questo è, ovviamente, un record assoluto. È un numero simile, tra l’altro, negli Stati Uniti, anche questo un record assoluto. Il numero di immigrati che sono entrati nell’UE da paesi extra UE è raddoppiato solo tra il 2021 e il 2022, e ovviamente è aumentato molto da allora, e sappiamo che la situazione non si è creata dal nulla. È il risultato di una serie di decisioni consapevoli prese dai politici di tutto il continente e di altri in tutto il mondo nell’arco di un decennio. Abbiamo visto gli orrori causati da queste decisioni ieri in questa stessa città. E ovviamente non posso parlarne senza pensare alle terribili vittime che hanno visto rovinata una bellissima giornata invernale a Monaco. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con loro e lo saranno sempre. Ma perché è successo tutto questo? È una storia terribile, ma ne abbiamo sentite fin troppe in Europa e purtroppo anche negli Stati Uniti. Un richiedente asilo, spesso un giovane sulla ventina già noto alla polizia, sperona un’auto contro una folla e distrugge una comunità.
Quante volte dobbiamo subire questi terribili eventi prima di cambiare rotta e portare la nostra civiltà condivisa in una nuova direzione? Nessun elettore di questo continente è andato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati, ma sapete per cosa hanno votato. In Inghilterra hanno votato per la Brexit e, che siate d’accordo o meno, l’hanno votata. E sempre più in tutta Europa stanno votando per leader politici che hanno promesso di porre fine alla migrazione fuori controllo. Ora, mi capita di essere d’accordo con molte di queste preoccupazioni, ma non è necessario che voi siate d’accordo con me. Penso solo che le persone abbiano a cuore le loro case. Hanno a cuore i loro sogni, hanno a cuore la loro sicurezza e la loro capacità di provvedere a se stessi e ai loro figli. E sono intelligenti. Penso che questa sia una delle cose più importanti che ho imparato nel mio breve periodo in politica. Contrariamente a quanto si potrebbe sentire un paio di montagne più in là, a Davos, i cittadini di tutte le nostre nazioni non si considerano generalmente come animali istruiti o come ingranaggi intercambiabili di un’economia globale, e non sorprende che non vogliano essere trascinati qua e là o ignorati senza sosta dai loro leader.”.
Ecco, a quel punto, il passaggio che ha scatenato le ire del cancelliere tedesco Scholz: “ciò a cui non sopravvivrà la democrazia tedesca, o meglio nessuna democrazia, americana, tedesca o europea, è dire a milioni di elettori che i loro pensieri e le loro preoccupazioni, le loro aspirazioni, le loro richieste di aiuto non sono legittime o non meritano nemmeno di essere prese in considerazione. La democrazia si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta. Non c’è spazio per i muri di fuoco. O si sostiene il principio o non lo si fa.
Europei, il popolo ha voce in capitolo. I leader europei hanno una scelta. E sono fermamente convinto che non dobbiamo avere paura del futuro. Abbracciate ciò che il vostro popolo vi dice, anche quando è sorprendente, anche quando non siete d’accordo. E se lo fate, potete affrontare il futuro con certezza e fiducia, sapendo che la nazione è al fianco di ognuno di voi, e questa per me è la grande magia della democrazia. Non è in questi edifici di pietra o in bellissimi hotel. Non è nemmeno nelle grandi istituzioni che abbiamo costruito insieme come società condivisa.
Credere nella democrazia significa capire che ogni cittadino ha la propria saggezza e la propria voce, e se ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più riuscite otterranno ben poco.”.
E chiosando, il cattolico Vance non poteva non citare un grande papa: “Come disse una volta Papa Giovanni Paolo II, a mio avviso uno dei più straordinari difensori della democrazia in questo continente e in qualsiasi altro, “non abbiate paura!”. Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni in disaccordo con la propria leadership.”.
38 anni fa, davanti al Muro di Berlino, Reagan gridò, rivolto a Gorbaciov: “Abbatta questo Muro!”. Due anni dopo il muro crollava. Ora Vance ha gridato il suo “Abbattete questo Muro!” alle èlites europee e il muro che le divideva dai popoli ha iniziato a crollare. Dobbiamo solo rendercene conto.
Pubblicato il 18 febbraio 2025
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