di Paolo Maria Filipazzi
Dunque…Il ddl Zan è passato in cavalleria…
Lungo e profondo sospiro di sollievo…
Terminato il sospiro di sollievo, si gridi al miracolo.
Quanto è appena accaduto in Parlamento, infatti, non può essere frutto che di un intervento soprannaturale.
Il clima, diciamo la verità, era da resa incondizionata: i partiti di centro-destra avevano ormai rinunciato ad opporsi senza mezzi termini, e si erano rassegnati a chiedere, quasi implorare, che venisse almeno modificato.
Stendiamo un velo pietoso sulla Santa Sede, la cui famigerata “nota diplomatica” era, in realtà patetica, così priva com’era di qualunque riferimento alla Verità.
Il mondo che, solo cinque anni fa, ai tempi della discussione sulla legge Cirinnà, era riuscito, nonostante il sabotaggio di Vaticano e Conferenza Episcopale, a convocare il Family Day, era chiaramente in difficoltà. Del resto, difendere i valori cattolici avendo contro i preti, con il tempo, non può che portare ad un progressivo logoramento.
Rimanevamo noi che abbiamo pregato in modo talmente insistente che il Cielo, forse anche solo per non farsi più importunare, ci ha accontentati.
Ora, però, è importante non illudersi che l’incubo sia finito. Le reazioni schiumanti della gang lgbt e relativi leccapiedi dello star system all’amatriciana ci fanno comprendere che questi sono pronti a scatenare l’Inferno per avere quello che pretendono.
E’ importante, allora, che i conservatori da qui in poi sappiano andare al contrattacco partendo dall’analisi del voto parlamentare, la quale non può che portare ad una conclusione: con ogni evidenza, anche fra le fila delle forze politiche “progressiste” c’è chi non dichiara la propria contrarietà all’agenda omosessuale solo perché non ne ha il coraggio ma che, al riparo dell’anonimato del voto segreto, è pronta a votare secondo le proprie vere convinzioni.
Allora è il momento di cominciare a chiedersi come sarebbero andate le cose se cinque anni fa non ci fosse stata, da parte dell’allora premier Matteo Renzi, la condotta prepotente che tutti ricordiamo.
Perché se si vuole che di una legge “contro l’omotransfobia” non si parli mai più, è cruciale che ritornino in discussione anche le “unioni civili”.
Consapevoli della natura utopistica di quanto anzidetto, ci godiamo il momento concedendoci un po’ di allegria.
Zan, zan, zan, zan le belle rane! Zan le belle rane, Zan!
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