Il giorno 18 Aprile 2020 nella relazione quotidiana dei dati sull’epidemia da coronavirus, il manager Domenico Arcuri, aggregato alla protezione civile, ha dichiarato: "Tra l'11 giugno 1940 e il primo maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morti 11.851 civili, 5 volte di più”.
Ma è evidente la disparità tra gli abitanti in Milano tra il 1940-45 (1.115.000 censiti, ma molti di questi sfollati) e l’intera popolazione lombarda di 75-80 anni dopo (più di 10.060.000 solo residenti, senza contare i domiciliati). C’è da tenere conto anche che nello stesso periodo il numero dei morti militari fu di circa 318.000. Paragonato alla popolazione di Milano farebbe una cifra di 8000 perdite.
È possibile che un alto dirigente già presidente di organizzazioni per lo sviluppo si incagli in cifre di semplice aritmetica come queste ?
Potrebbe trattarsi del sintomo di una delle manovre che si stanno creando contro la regione Lombardia, in quanto amministrata da un governatore ed una giunta invisa all’attuale governo poiché non allineata con la loro politica e troppo autonoma come decisioni davanti all’emergenza. I pretesti si sa possono essere trovati in una situazione terribile come l’attuale. Rivedremo un vecchio copione ? La magistratura politicizzata si metterà al lavoro con lo spirito di demonizzazione già visto nel voler screditare ed abbattere Berlusconi ed i suoi governi ? I palazzi di giustizia riducono le attività per le normali cause civili e penali, ma i tarli del sistema rosicchiano.
Stavolta però non c’è trippa per gatti, e la sopportazione dei cittadini potrebbe cedere di schianto davanti alla miseria collettiva che sta arrivando. A Milano le cinque giornate del 1848, la rivolta contro la dominazione imperiale austriaca, arrivarono dopo la carestia del 1846-47.
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