Mi lancio in una storia umoristica senza spiegazioni. Se non si capisce la morale, allora vuol dire che sono un balordo io.
Il Giovanni era un omaccio da far paura, che se perdeva i cinque minuti poteva scoppiare un quarantotto. Di là dai numeri, era un uomo buono come il pane. Un giorno la moglie invitò in casa un tale che veniva da lontano. Siccome era molto pia, gli fece notare il bel crocefisso intarsiato che avevano sull’uscio di casa. Il Giovanni non era devoto come la consorte, ma sapeva quando era il momento di fare la cosa giusta e così si segnò.
«Avreste dovuto toglierlo per rispetto al mio agnosticismo», disse sprezzante l’ospite.
Il Giovanni non era un tipo né da sottigliezze né da paroloni e comprese, quindi, che davanti a sé aveva un fervido credente, ma di un’altra parrocchia.
La moglie, la quale a sua volta ignorava il termine usato dall’ospite, portò tutti davanti al Presepe.
«Avreste dovuto coprirlo, potevo infatti appartenere a un’altra religione e ne sarei rimasto offeso», disse sempre più sprezzante l’ospite.
I due fecero spallucce e si diressero verso la sala da pranzo. Una volta accomodati a tavola, la moglie portò i tortellini in brodo di cappone, ripieni di lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella bologna, parmigiano reggiano, uova e con un pizzico di noce moscata.
«Avreste dovuto chiedermi se mangiavo carne!», disse in modo assolutamente sprezzante l’ospite, che evidentemente non ne mangiava.
Al che il buon Giovanni, che aveva chiuso un occhio sulla questione del crocefisso e aveva soprasseduto a fatica su quella del Presepe (unica forma di pietà religiosa che ancora lo inteneriva), davanti a quel commento sui tortelli della moglie, non ci vide più. Riaccompagnò, pertanto, l’ospite fuori da casa sua. Non fece grandi discorsi sulla sua fede che tutti dovevano rispettare né che le tradizioni erano importanti per lui e per le generazioni future, perché provenivano da un importante passato. No, non disse molte parole, ma soltanto una semplice frase:
«Ognuno è padrone a casa propria!».
E, dopo la fatica di quel lungo ragionamento, polverizzò tutti i tortellini in brodo, anche quelli destinati all’ospite, rammaricandosi, però, perché in fondo era un uomo buono, che qualcuno potesse rifiutare quelle prelibatezze.
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