di Francesco Mastromatteo
Premessa importante:
chi scrive non è certamente uno di quei complottisti affetti da dietrologia
acuta, che vedono oscure trame dei servizi segreti (più o meno deviati) ovunque
e dietro qualsiasi episodio oscuro e sanguinoso, anche se non si può certo
negare che la storia d’Italia – un paese a sovranità limitata dalla fine della
seconda guerra mondiale – sia piena di misteri, come le stragi degli anni Settanta e Ottanta, la cui mancata soluzione, a decenni di distanza, si spiega solo con i
depistaggi a cui non possono certamente essere estranei gli apparati di
intelligence, nazionali e soprattutto stranieri.
Ma è davvero
difficile contenere stupore, ilarità e anche rabbia leggendo la relazione che il
Dipartimento informazioni e sicurezza ha fattoal Parlamento, come accade periodicamente, circa i pericoli e le minacceeversive del momento. Accanto ai soliti anarco-insurrezionalisti, e in un
contesto di tensioni sociali inasprite dall’instabilità economica e
politica, gli 007 nostrani (che
paventano il rischio di “attentati spettacolari”) ci mettono anche lo
spauracchio della "estrema destra", che starebbe
lavorando alla “costituzione di
un comune fronte identitario connotato in chiave antiatlantica e filorussa”,
puntando il dito contro le “organizzazioni culturali (centri studio,
associazioni, siti e giornali telematici, periodici di geo-politica, case
editrici) inserite nel circuito internazionale della destra eurasiatista e
filoislamica, impegnate in una costante opera di propaganda a favore di un
avvicinamento dell'Europa alla Russia”. L'estrema destra europea insomma
starebbe “tentando di disseminare le proprie ideologie islamofobiche,
antisemite e nazionaliste, finalizzate soprattutto alla tessitura di relazioni
transnazionali idonee alla creazione di un movimento impegnato nella difesa del
Continente da ogni "contaminazione".
Ora, a parte la
contraddittorietà tra il gridare al pericolo di una destra “filoislamica” per
poi parlare di ideologia “islamofoba”, (in un contesto elettorale in cui le
destre estreme, messe insieme, non
riescono nemmeno a entrare in parlamento), veder inserire simili
attività – che fino a prova contraria, se non sono accompagnate da atti
violenti o indirizzati a sovvertire lo Stato, sono perfettamente legali e
lecite – all’interno di una informativa dei servizi, mettendole sullo stesso
piano di attentati e piani eversivi, ci fa rimanere basiti. Da quando
promuovere una certa idea di politica estera, sia pure differente da quelle
politicamente corrette, attraverso convegni, dibattiti, manifestazioni e siti
internet che fanno capo a organizzazioni e movimenti che agiscono alla luce del
sole, sarebbe un pericolo da segnalare alle autorità? Volere maggiori legami
politici, economici, culturali e strategici con la Russia o con l’Iran, stati (con
cui peraltro la Repubblica italiana coltiva buoni rapporti da sempre), sarebbe
un reato? Oppure, secondo i servizi, avere un orientamento critico verso quello
della Farnesina, schiacciato su posizioni acriticamente filoatlantiste,
equivale ad essere dei terroristi? Non vorremmo, insomma, essere arrivati, dopo
l’accusa di omofobia estesa a chiunque sia contro il matrimonio omosessuale, o
quella di antisemitismo per i revisionisti storici, al rischio di leggi contro
l’apologia di Putin e Ahmadinejad…
Pubblicato il 04 marzo 2013
divertente il titolo.
RispondiEliminain russia accade il contrario: se non ti piace putin sei un terrorista!