06 marzo 2013

«Sigo aferrado a Cristo»: Vita e morte di Hugo Chávez (I parte)


di Andrea Virga
Sessant’anni fa moriva Josef Stalin. La “Gazzetta del Popolo” titolò “Il Papa prega per Stalin” a sottolineare che anche tra le Sacre Mura dominava il dovere cristiano di pregare per i morti, soprattutto per quelli più bisognosi della misericordia divina. È il caso di ricordarlo a quei “cattolici”, perfino “consacrati”, che in occasione della morte del Presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías, danzano come iene intorno al suo cadavere ancora caldo, addirittura ululando Te Deum di “ringraziamento”. Li si guardi bene: sono gli stessi che sei anni fa piangevano intorno alla bara di Pinochet, assolto del sangue di migliaia di oppositori assassinati e torturati in nome dell’anticomunismo, paravento degli interessi dei borghesi locali e internazionali.

Non è qui il tempo o il luogo di tracciare un bilancio del suo governo, se non per sommi capi. La situazione in cui versava il Paese negli anni Novanta era catastrofica, ma la lunga presidenza di Chávez ha visto diminuire sensibilmente la malnutrizione[1], la povertà, la disoccupazione, la diseguaglianza sociale, mentre il reddito medio pro capite è aumentato del 50%[2]. Si tratta del 4° Paese nel Sudamerica per sviluppo umano[3]. A questo si deve aggiungere una politica estera di primissimo ordine che ha, da un lato, consolidato la sovranità nazionale ed economica del Paese, dall’altro favorito in ogni modo l’integrazione politica ed economica tra i Paesi latinoamericani e, in generale, la solidarietà tra le nazioni schierate contro l’egemonia globale statunitense. Questo esempio ha contagiato tutta l’America Latina, decisa a riprendere in mano il proprio destino dopo i decenni di asservimento al neoliberismo e all’imperialismo di Washington. Insomma, se mi passate la battuta: pur essendo amico di Berlusconi[4], ha fatto anche delle cose buone.

Allo stesso modo, sarebbe ingiusto tacere quegli errori che ogni grande statista inevitabilmente compie e il fatto che in Venezuela rimanga ancora molto lavoro da fare. In quanto cattolici, siamo realisti riguardo alla natura umana e sappiamo che non dobbiamo aspettarci miracoli dalla politica. Come in altri Paesi dell’America Latina, la povertà e la corruzione restano un problema, e di conseguenza anche il tasso di criminalità[5]. Infatti, le politiche implementate dal governo non sono sempre state pienamente efficienti, specialmente in campo finanziario. In generale, è fallito il tentativo (non facile) di rendere l’economia nazionale il più possibile autonoma dal settore petrolifero. E nondimeno per affermare che la sua lunga presidenza sia stata una catastrofe, ci vuole una forte dose d’ottusità ideologica o d’interessata malafede.

Infatti, il popolo venezuelano nel suo insieme – ad onta di quanto affermato da quella minoranza benestante rabbiosamente schierata a difesa dei propri privilegi, in possesso della stragrande maggioranza dei media[6], e perciò in grado di far sentire con più clamore la propria voce in Venezuela e all’estero –,  si è sempre espresso favorevolmente nei confronti del suo Presidente. La maggioranza silenziosa del popolo venezuelano, in particolare i ceti meno abbienti, gli ha tributato un ampio sostegno positivo in quattro elezioni presidenziali, quattro elezioni parlamentari e cinque (su sei) referendum, tutti controllati e approvati dagli osservatori internazionali. Neanche il golpe militare del 2002, condotto dall’opposizione a prezzo di decine di morti, è riuscito a rovesciarlo, a fronte dell’amore del suo popolo (continua).

(VAI ALLA SECONDA PARTE: http://www.campariedemaistre.com/2013/03/sigo-aferrado-cristo-vita-e-morte-di_7.html)


[2] Basti confrontare i dati del CIA World Factbook, sicuramente una fonte non tacciabile di sostenere Chávez,  nel 1998 ( http://www.umsl.edu/services/govdocs/wofact98/259.htm ) e nel 2012 ( https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/ve.html ).
[5] Criminalità che ha anche una dimensione politica e internazionale (cfr. http://mondediplo.com/2010/08/07venezuela#nb4 ) e che è stata esagerata nelle stime (cfr. http://venezuelablog.tumblr.com/post/29622743731/getting-a-handle-on-homicide-rates-in-caracas ). Viceversa, l’implementazione della nuova Polizia Nazionale Bolivariana ha avuto un effetto positivo al riguardo (cfr. http://venezuelanalysis.com/news/5518 ).
 

14 commenti :

  1. Virga ottimo come sempre.

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  2. L'unica fonte attendibile è ovviamente la CIA. ora, tra 1997 e 2013 il reddito nominale per capita è aumentato del 50%.
    Il reddito per capita è dato da GDP (basato soprattutto sulle estrazioni petrolifere)/popolazione.
    Sono le estrazioni ad essere aumentate.

    E il +50% andrebbe comunque aggiustato al netto della inflazione.

    Commento solo questa cosa perché mi pare l'unico dato attendibile.

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    1. Veramente, dovresti dimostrare perché gli altri dati (tra cui quello ONU sull'indice di sviluppo umano!) non sarebbero attendibili.

      Nondimeno, non solo uno, ma la maggior parte dei dati (su reddito, povertà, disoccupazione) sono comunque basati sul CIA World Factbook, che è sostanzialmente un almanacco, non proprio una pubblicazione scientifica.

      Purtroppo per la tua teoria, il PIL pro capite è aggiustato in base al potere d'acquisto, quindi tiene conto dell'inflazione. Inoltre, in questo stesso periodo, le estrazioni petrolifere sono diminuite, perché tanto il prezzo del petrolio sul mercato è comunque salito.

      Del resto, l'economia ha iniziato a diversificarsi: attualmente l'industria petrolifera riguarda appena un terzo del PIL, mentre il settore manufatturiero copre il 15%.

      Altro da rosicare?

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    2. Caro Virga, calma e sangue freddo.
      I dati CIA offrono il GDP per capita del 1999 in dollari PPA e del 2013 in dollari PPA.
      il che vuol dire che, sincronicamente, nel 1999 n dollari ppa sono lo stesso ovunque, USA, Venezuela o Sudan. e sincronicamente lo sono anche nel 2013.
      cioè nulla dice della varianza diacronica del tasso di inflazione.

      vuoi le cifre reali? il gdp venezuelano è cresciuto del 20% tra 1999 e 2013. crescita annuale al 1.2%. Quasi nulla se si pensa che nello stesso periodo e senza petrolio abbiamo questi tassi di crescita: il 45% della Colombia, il 52% del Cile, e il 65% del Peru: paesi che, nella retorica chavista, sono nemici del popolo perché piegati alla logica neoliberale di Washington e Città del Messico.

      Devo continuare?

      E' vero che la produzione di petrolio è crollata, ma, ancora una volta, la responsabilità di ciò è solo di Chavez.
      Comunque l'economia venezuelana non è diversificata come tu riconosci, quindi continua a basarsi solo sulle esportazioni del petrolio. La crescita venezuelana si basa essenzialmente su questo, perché come dici il rpezzo del petrolio è salito.

      Ma ti pare normale una economia dove il 30% è petrolio? E il 15% manifattura?
      Suvvia, non ci vuole molto a capirlo.

      Quanto al resto evito di commentare.
      Però mi piacerebbe che tu capissi la differenza tra equiparazione sincronica (data dal PPA) e diacronica (in cui i tassi di crescita nominali sono quelli dati da una stessa valuta a t1 e a t2, sia essa il peso, il dollaro US, o il dollaro PPA). boh, non credo sia molto difficile.

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    3. «Ma ti pare normale una economia dove il 30% è petrolio?»

      Perché non te la prendi con le decine di Presidenti non socialisti che hanno preceduto Chavez allora, ma demonizzi l'unico che ha cercato di porre un freno a questa situazione?

      «vuoi le cifre reali? il gdp venezuelano è cresciuto del 20% tra 1999 e 2013. crescita annuale al 1.2%. Quasi nulla se si pensa che nello stesso periodo e senza petrolio abbiamo questi tassi di crescita: il 45% della Colombia, il 52% del Cile, e il 65% del Peru»

      Peccato che tu non apporti alcuna fonte di queste tue farneticazioni. Inoltre non affronti gli altri dati CIA riportati (diminuzione di povertà e disoccupazione, diminuzione dell'indice GINI di diseguaglianza).

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  3. Virga,¿conosci il sud america? ¿dove sei stato? Vieni un periodo almeno qui a Buenos Aires, ti faccio vedere quanto sei sbagliato.

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  4. Contra data non valet "mio cuggino". ;)

    Scherzi a parte, non sono mai stato in Sud America, ma ho girato ampiamente Cuba, dove la mia fidanzata vive e lavora, traendone un giudizio ampiamente positivo.

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    1. Allora, se tu trovi bene che piuttosto che ci siano disparitá tra ricchi e poveri e il demone nordamericano sia escluso dalla societá é meglio che tutti i sudamericani vivano con uno standard di vita che é la quarta parte dell´europeo, con meno libertá dei cittadini europei in un continente con la quinta parte di densitá di popolazione dell´europa, ánche se ti mostrassi le evidenze non cambieresti idea, puoi non venire.

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  5. Infatti, i Paesi latinoamericani filo-statunitensi e liberisti come Messico e Colombia sono modelli di prosperità e pace sociale. :)

    Ma non temere: presto il capitalismo europeo ridurrà anche noi in quelle considerazioni, a partire da Grecia e Spagna.

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    1. Saresti d´accordo con un governo che usasse la forza e i soldi dello stato per chiudere il giornale "Repubblica"?

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    2. Non solo, ma dovrebbe confiscare tutti i beni a De Benedetti.

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    3. Bene Andrea gli stai dando la corda a chi ti impicchera. É piú probabile che gli amici di De Benedetti confischino per seconda volta i beni della Chiesa che tu veda un governo cattolico in qualche parte del mondo.

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  6. Gli amici di De Benedetti sono i liberisti come te.

    Quanto alla Chiesa, essa non è santificata dal suo patrimonio materiale, ma da quello spirituale, ed è questo che deve accrescere senza misura.

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  7. Un última domanda ¿Tu e la tua fidanzata state pensando di vivere a Cuba o in Italia?

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