L'elezione di Papa Francesco ha
sorpreso molti ossevatori; tantissime sono state, inoltre, le reazioni "di pancia" da parte
della blogosfera cattolica. Dagli entusiasti ai disfattisti, in pochi si sono rivelati capaci di offrire un'opinione pacata sulla figura del nuovo
Pontefice, complice anche la scarsa conoscenza della vita e della personalità
del cardinale Jorge Mario Bergoglio. Proponiamo quindi ai nostri lettori, in attesa dei primi atti di governo di Francesco, un suo breve identikit "alfabetico", basato su quanto sappiamo
del suo passato e dei suoi primi giorni di pontificato, per meglio orientarsi e
per non cedere a facili eccessi emotivi.
Collegialità -
Il breve discorso tenuto la sera del 13 marzo ci offre qualche indizio su quale
potrebbe essere la considerazione che Francesco ha del Papato. In molti hanno
infatti notato l'attenzione nel definire se stesso, e Benedetto XVI, unicamente
come "vescovo", senza mai usare il termine "Papa". Il
pensiero va ovviamente a una concezione "collegiale" della Chiesa (uno
dei pomi della discordia durante il CVII insieme alla definizione di libertà
religiosa), che vede nel Sommo Pontefice non un Princeps dotato
di plenitudo potestatis, ma "solo" il vescovo di Roma, a
cui spetta un primato d'onore e di carità, ma non giuridico, sulle altre
chiese. Un aspetto che sicuramente piace ai fratelli scismatici d'Oriente, ma
che potrebbe (e sottolineiamo potrebbe) condurre a una
desacralizzazione della figura del successore di Pietro.
I bene informati ci dicono però che il carattere di Jorge Mario è
tutt'altro che collegiale: fermo, risoluto, a tratti autoritario, potrebbe
essere ciò che serve per "ripulire" la Chiesa dai problemi che ben
conosciamo. Collegiale a parole e monarca nei fatti? Vedremo. [RF]
Diavolo - “La maggior astuzia del Diavolo è
convincerci che non esiste”, diceva Charles Budelaire, che con l’Avversario
aveva fin troppa dimestichezza. E in effetti la tragedia dell’epoca presente
consiste proprio in questo: il Diavolo ha potuto soggiogare l’umanità proprio
perché questa si è convinta della sua inesistenza. Non c’è quindi un colpo più
grande che si possa assestare a Satana che parlare di lui. Papa Francesco l’ha
fatto fin dalla sua prima omelia: “Quando non si confessa Gesù Cristo, mi
sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”.
Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la
mondanità del demonio.”. Il nuovo pontificato inizia dunque all’insegna di una
scelta chiara, netta, ineludibile: o Cristo o il Diavolo. Tertium non
datur. [PMF]
Famiglia e omosessualismo - Nel luglio 2010 il
Congresso nazionale argentino approva il disegno di legge istitutivo dei
“matrimoni” omosessuali. Lungo le settimane precedenti il Cardinal Bergoglio tuona
con accenti quasi mistici contro questo “rifiuto totale della legge di Dio”. La
proposta di legge è definita frutto dell’invidia diabolica, che prende di mira
l’“immagine di Dio” restituita dalla dualità di uomo e donna, chiamati a
“crescere, moltiplicarsi e dominare la terra”. I bambini di coppie omosessuali
risultano ingiustamente “discriminati” dall’origine, perché privati della
“maturazione umana” che “Dio ha voluto” fosse data solo dalla famiglia
naturale.
Lontanissimo dal malinteso
laicismo catto-adulto, convinto assertore della legge naturale “incisa nei
cuori”, Bergoglio addita in certe “lotte politiche” intrise di “sofismi”
l’artiglio del padre della menzogna. Esplicitamente parla di “guerra di Dio” ed
invoca lo Spirito Santo sulle menti e sui cuori dei politici, perché anche
nell’agone politico del compromesso la luce della Verità sia tenuta ben
distinta dalle tenebre dell’errore. Simili posizioni gli costeranno l’accusa di
“negare i diritti” spettanti alle persone omosessuali, e gli procureranno da
Nestor Kirchner l’etichetta di “vero rappresentante dell’opposizione”. [IP]
Pauperismo - Papa
Francesco è abile nel mostrare (e non perde occasione di farlo, sempre
richiamando l’attenzione dei media) un aspetto di povertà che investe anche
quelli che dovrebbero essere i segni e i gesti distintivi della carica di cui è
ricoperto, non solo gli oggetti e gli usi suoi personali. Paramenti mancanti o semplificati all’estremo,
ornamenti pontificali mai aurei (anello, croce pettorale, calici per le Messe
del Papa…), altari a tavolino subitamente reintrodotti: ce n’è abbastanza da
mandare in solluccheri giornalisti, fedeli e infedeli, i quali tutti parlano
sognanti di “nuova primavera”, di papa Luciani o di Papa Roncalli i meno giovani. Insomma, sta trionfando, dentro
e fuori i sacri palazzi, questo mediaticissimo pauperismo un po’ anni Settanta,
forse unito a una certa mentalità anti-istituzionale (presente anche nella
politica profana oggi in Italia), tutto ciò nettamente prevalente sulle ragioni
della tradizione, del simbolismo, insomma della fede autenticamente incarnata e
della cultura cattolica, cui pur calde parole furono riservate dal beato
Giovanni Paolo II. Il mondo è stupido ed incolto, e il Papa cerca di parlargli, anche se ciò costa ridurre il proprio linguaggio a quello,
povero e limitato, del mondo stesso. [FP]
Liturgia e Summorum
Pontificum - Da
piccole scelte di dettaglio nella prima S. Messa in Sistina (l'altare ad
populum, l'uso della casula, ecc.) alcuni hanno voluto inferire che il
nuovo Papa nutra una certa antipatia per la "Messa in latino",
liberalizzata dal suo predecessore, che pure tanto ha fatto per la
"riforma della riforma" della liturgia. Allo stato attuale sappiamo
però poco delle attitudini del nuovo Papa verso la Messa Tradizionale. Molto
verosimilmente non tornerà sui passi di Benedetto XVI abrogando la Summorum
Pontificum, ma il suo esempio sarà molto importante. Molte parrocchie e
comunità che traevano esempio dal modo di celebrare di Benedetto XVI,
introducendo nella liturgia dettagli che ben si inserivano nella "riforma
della riforma", potrebbero ora fare dei passi indietro. Se il nuovo Papa
non celebrerà come celebrava Benedetto XVI, molti sacerdoti non avranno più la
possibilità di ribellarsi all'andazzo dominante e agli abusi liturgici
invocando l'esempio papale. Ma, come dicevo, ora nulla sappiamo delle reali
intenzioni di Francesco. [LF]
Maria - Il primo atto annunciato da Papa Francesco: andare a
pregare la Madonna, Madre della Chiesa, a Santa Maria Maggiore, affidandole la
Chiesa e il suo ministero petrino. Il suo secondo nome è Maria. Devotissimo
della Virgen de Luyan, patrona dell’Argentina, anche detta la Vergine “coi
piedi per terra”, e venerata col titolo di Madre dei Poveri. Ha chiesto che una
mostra d’arte con “le immagini di santi cattolici, Gesù Cristo e la Vergine
Maria raffigurati su un frullatore, un tostapane elettrico una padella e altri
supporti non convenzionali” venisse chiusa definendola “blasfema”. [IT]
Politica - All’Università gesuita del Salvador, milita tra i cattolici
peronisti della Guardia de Hierro e quando, da provinciale, deve laicizzare
l’ateneo, lo affida proprio ai suoi ex-camerati. Durante la dittatura militare
mantiene un profilo basso mentre nasconde dissidenti e intercede per gli
arrestati, combatte la Teologia della Liberazione ma obbliga i suoi confratelli
a fare apostolato nei quartieri più poveri. Dopo un decennio di clausura
imposta dai progressisti, ne riemerge come vescovo e poi successore
dell’Arcivescovo di Buenos Aires. Innocente, chiede scusa per la connivenza di
molti vescovi con la dittatura, ma reclama le Malvinas alla Patria argentina.
Contro tagli e austerità neoliberiste, intreccia saldi rapporti con il governo
kirchnerista, ma gli muove guerra su aborto, eutanasia e omosessualismo.
Rifiuta ogni incarico in curia, ma si fa eleggere Papa con un ampio consenso.
Cuore peronista e mente ignaziana. [AV]
Preghiera - Ha iniziato mettendoci tutti a pregare con una
placida fermezza - Pater, Ave, Gloria per Benedetto XVI - e poi chiedendo
silenzio perchè invocassimo la benedizione di Dio su di lui, chinando il capo
come faremo noi davanti a ogni sua benedizione. Il caos di piazza san Pietro,
che da dietro le finestre doveva fare un certo effetto, messo a tacere a due
minuti dalla proclamazione. Per chi era distratto o assente alla
proclamazione, lo ha rispiegato il giorno dopo nella prima omelia: senza la
Preghiera non si fa niente, non si fa un passo, non si edifica e non si
confessa Gesù. Chiarito quindi che non ha nessuna intenzione di delegare
l'orazione a Benedetto XVI per privilegiare l'azione (e se sembra sciocco, so
che la metà di noi l'ha pensato), ci prepariamo ad avere una guida proprio lì
dove la Fede cresce in modo privilegiato, nel dialogo intimo con Dio. [SGZ]
Vita - il cardinal Jorge Mario Bergoglio è stato un osso duro quando si è trattato di difendere la vita, dal concepimento fino alla morte naturale. Nel 2007 presentava, a nome di tutti i vescovi dell’America Latina, il documento “Aparecida Document” in cui, al paragrafo 436 si leggeva, a proposito di “coerenza eucaristica”: “Non si può ricevere la Santa Comunione e nello stesso tempo agire o parlare contro i comandamenti, in particolare quando sono facilitati l’aborto, l’eutanasia e altri seri crimini contro la vita e la famiglia. Questa responsabilità si applica in modo particolare a legislatori, governanti e personale sanitario”. Il 2 ottobre 2007, rivolto a preti e laici argentini, dichiarava: “Noi non siamo d’accordo con la pena di morte ma in Argentina abbiamo la pena di morte. Un bambino concepito a causa dello stupro di una donna con problemi mentali può essere condannato a morte”. Si batte anche contro “l’eutanasia clandestina” nel suo paese, in cui agli anziani, “deposito di saggezza”, i servizi sanitari sono in parte, di fatto negati. [PMF]
Vita - il cardinal Jorge Mario Bergoglio è stato un osso duro quando si è trattato di difendere la vita, dal concepimento fino alla morte naturale. Nel 2007 presentava, a nome di tutti i vescovi dell’America Latina, il documento “Aparecida Document” in cui, al paragrafo 436 si leggeva, a proposito di “coerenza eucaristica”: “Non si può ricevere la Santa Comunione e nello stesso tempo agire o parlare contro i comandamenti, in particolare quando sono facilitati l’aborto, l’eutanasia e altri seri crimini contro la vita e la famiglia. Questa responsabilità si applica in modo particolare a legislatori, governanti e personale sanitario”. Il 2 ottobre 2007, rivolto a preti e laici argentini, dichiarava: “Noi non siamo d’accordo con la pena di morte ma in Argentina abbiamo la pena di morte. Un bambino concepito a causa dello stupro di una donna con problemi mentali può essere condannato a morte”. Si batte anche contro “l’eutanasia clandestina” nel suo paese, in cui agli anziani, “deposito di saggezza”, i servizi sanitari sono in parte, di fatto negati. [PMF]
Be devo dire che approvo in toto, l'impostazione e i contenuti. Molto resta da vedere.
RispondiEliminaMatteo D
Riguardo la figura del nuovo pontefice, anche io ho provato a fare chiarezza in due miei articoli. Questo: http://www.correttainformazione.it/politica/bergoglio-dossier/ e l'ultimo Jorge Mario Bergoglio, continua il dibattito (in risposta ad un intervento di Lucio Garofalo): http://www.correttainformazione.it/in-primo-piano/jorge-mario-bergoglio-garofalo/ Spero che il mio contributo possa interessarvi, sono graditi commenti.
RispondiElimina